Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Momento musicale Yehoshua Kenaz Traduzione di Margherita Rapin Pesciallo Giuntina Euro 13
Sulle pendici del Carmelo, tra i colori di un autunno tardivo, oppure tra i filari di eucalipto, al gracidare notturno delle rane: i racconti di Yehoshua Kenaz hanno per sfondo un Israele agrario, impaziente di lasciarsi alle spalle le consuetudini della vita di diaspora. "Momento musicale", pubblicato da Giuntina, contiene due prove di quello che è forse il più elegiaco degli scrittori israeliani. Immaginate uno scontroso Tonio Kroger, rapito dal paesaggio nordico in cui lo ha posto Thomas Mann e trapiantato nella solare irruenza del vicino oriente. I personaggi di Kenaz hanno molto dei tratti del Kroger di Mann: la feroce sensibilità dell'adolescenza, l'estetismo prepotente e inconsapevole, l'ammirazione dolorosa per la solida fortuna dei loro coetanei "normali". A distinguerli dal modello del grande narratore di Lubecca c'è però l'ebraicità del loro fato, un destino di diversità come raddoppiato. Anche la loro rivolta infatti è doppia: ribellione contro l'intellettualismo che grava su duemila anni di esilio e, allo stesso tempo, contro l'ipocrisia delle buone maniere e delle convenzioni sociali. "Mi sembrava di essere detentore di un segreto oscuro che non ero autorizzato a conoscere, ma solo a custodire fino al giorno in cui avrebbe potuto essere rivelato": così, musicista suo malgrado, il giovane violista si avventura alla ricerca di questo segreto interiore. La meschina, inconsapevole crudeltà di chi gli sta attorno - i genitori, le zie, i compagni di scuola - gli procura un dolore "sordo e oscuro che sale da un luogo dimenticato e profondo, e urta contro il petto, pronto a irrompere". Solo quando riuscirà a capire l'inconfessabile verità di un coetaneo, "un bambino magro" che sembrava abitato da un "vecchio pagliaccio", il protagonista sarà abbastanza maturo per lasciarsi alle spalle il suono nobile e triste della propria infanzia. Più sincopato e luciferino è il secondo racconto, "Fra la notte e l'alba", che ha come protagonisti un gruppo di studenti di kibbutz, tra cui Pessach, un ragazzo dai "lineamenti rozzi e informi, che sembrano quelli di un gatto bagnato", che "non si lava, e preferisce dormire vicino al cavallo di suo padre".