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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.01.2011 Ariel Toaff non sarà il curatore del museo ebraico a Ferrara
La nostra polemica e la protesta di Riccardo Calimani hanno avuto effetto

Testata: Corriere della Sera
Data: 31 gennaio 2011
Pagina: 27
Autore: Dino Messina
Titolo: «Lite sul museo degli ebrei: Toaff non sarà coinvolto»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/01/2011, a pag. 27, l'articolo di Dino Messina dal titolo " Lite sul museo degli ebrei: Toaff non sarà coinvolto".


Ariel Toaff,              Riccardo Calimani

«Ariel Toaff si è appropriato di un ruolo e di contenuti che non sono suoi» , accusa Riccardo Calimani, presidente della Fondazione Museo nazionale dell’Ebraismo italiano (Meis) di Ferrara. E Toaff, il consulente storico del progetto architettonico, firmato dagli studi Arco e Scape, che il 27 gennaio ha vinto il concorso per il Meis, risponde: «Non ho mai inteso dire che il museo è mio, non si può pretendere che un consulente scientifico non esprima le proprie idee perché si chiama Ariel Toaff» . Al centro della controversia, rimbalzata con toni caustici anche sul sito ebraico Informazionecorretta. com («Tocchiamo ferro, se la sua qualifica di "storico"ha prodotto quel Pasque di sangue, è lecito il timore su cosa potrà produrre questa sua "consulenza"» ), l’intervista al «Corriere» in cui Ariel Toaff spiegava ieri la sua idea di Museo. «Un Museo — ci ha detto lo storico — che non sarà per piangerci addosso. Non sarà un luogo per ricordare soltanto la Shoah, ma l’intero percorso dell’ebraismo italiano, dall’antica Roma ai giorni nostri» . I toni dell’intervista e il titolo, «Il mio museo degli ebrei» , che evidentemente alludeva alle idee e non al possesso, non sono piaciuti a Calimani, che si è fatto portavoce di un malumore non solo suo: «Lo stesso rabbino Roberto Bonfil, nella commissione esaminatrice dei 52 progetti— racconta Calimani —, è rimasto male quando ha scoperto che il consulente scientifico del progetto vincitore era Toaff. Mi ha chiamato per dirmi che gli spiaceva, gli ho risposto che questa è la prova dell’estrema correttezza del concorso, che ha esaminato progetti presentati in busta chiusa, senza subire alcun tipo di influenza» . Per quanto riguarda Toaff, Calimani aggiunge che non vuole demonizzarlo, anche se considera Pasque di sangue un testo dannoso: «Mi sento però in dovere di sottolineare che Toaff ha approfittato di questa occasione per rifarsi una verginità perduta. Quanto al suo ruolo di consulente, nessuno glielo tocca, ma è ben diverso dalla funzione del direttore scientifico del Museo, che sarà nominato in febbraio. Ripeto: il Museo non è il suo né il mio ma si tratta di un’iniziativa che riguarda tutti gli italiani, ebrei e non ebrei. Un’iniziativa frutto di un progetto scientifico a più voci, altamente qualificato. Il mondo ebraico è ricco di talenti e, fatto salvo l’apporto al progetto vincitore, non avrà bisogno per il futuro di coinvolgere Ariel Toaff» . C on ogni evidenza, ribatte Toaff, «il clima di scomunica nei miei confronti non è finito, ma per fortuna riguarda soltanto una parte della comunità ebraica, come dimostrano le presentazioni dei miei saggi successivi a Pasque di sangue e le recensioni positive che un libro come Il prestigiatore di Dio ha avuto sulla stampa ebraica. Poco fa dicevo al telefono a mio padre Elio che esiste ancora un risentimento fortissimo per Pasque di sangue. Lui mi ha consigliato di ignorare questi attacchi».

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