martedi` 13 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






La Stampa - Il Foglio Rassegna Stampa
18.01.2011 Il tribunale internazionale dell'Aja pronto a incriminare Hezbollah
Erdogan d'accordo con Hezbollah. Commento di Redazione del Foglio, Claudio Gallo fa la trombetta per Nasrallah

Testata:La Stampa - Il Foglio
Autore: Claudio Gallo - La Redazione del Foglio
Titolo: «In Libano la politica dei giudici - Degenerazione diplomatica»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 18/01/2011, a pag. 12, l'articolo di Claudio Gallo dal titolo " In Libano la politica dei giudici ", preceduto dal nostro commento. Dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Degenerazione diplomatica ", un titolo quanto mai azzeccato.
Ecco i pezzi:

La STAMPA - Claudio Gallo : " In Libano la politica dei giudici "

L'articolo di Claudio Gallo sul tribunale Hariri sembra scritto da Hezbollah. 
"
In funzione sostanzialmente dal 2005 il Tribunale si è distinto per le sue indagini ambigue e pasticciate. Con i fascicoli depositati all’Aja il nuovo procuratore Bellemare cerca di dare una svolta a sei anni di imbarazzi. Vedremo". Gallo mette in dubbio la capacità del tribunale di produrre delle sentenze credibili. Condivide forse le tesi di Hezbollah che sostiene che il risultato dell'inchiesta non è credibile perchè sarebbe pilotato da Usa e Israele?
Che cosa ne pensa Mario Calabresi, direttore della Stampa, del fatto che un suo giornalista diffonda le tesi di Hezbollah, partito armato libanese inserito dagli Usa nella lista delle associazioni terroristiche?
Ecco il pezzo:


Hezbollah

Il tempo della crisi libanese è scandito da diversi orologi. Uno è quello del Tribunale speciale dell’Onu per il Libano (Stl) che deve stabilire chi ha ucciso il premier Rafiq Hariri nel 2005. Ieri il procuratore belga Daniel Bellemare ha depositato all’Aja il fascicolo con le incriminazioni. Il momento è cruciale perché il governo di Beirut, guidato dal figlio di Hariri, è caduto proprio a causa dello scontro sul tribunale con Hezbollah e i suoi alleati. Il partito sciita sa (i fascicoli «segreti» sono stati ampiamente anticipati dai media) che sul banco degli imputati ci saranno alcuni dei suoi leader e ha sostenuto che l’Stl è «uno strumento politico nelle mani dell’America e di Israele». In funzione sostanzialmente dal 2005 il Tribunale si è distinto per le sue indagini ambigue e pasticciate. Con i fascicoli depositati all’Aja il nuovo procuratore Bellemare cerca di dare una svolta a sei anni di imbarazzi. Vedremo: il magistrato per le udienze preliminari dovrà decidere il rinvio a giudizio. In tal caso i nomi degli imputati si potrebbero conoscere a fine febbraio.

L’orologio della crisi politica è invece fermo. Il presidente Suleiman ha deciso di rinviare di una settimana le consultazioni politiche che dovevano cominciare ieri. Beirut respira in queste pause. Fin dalla scorsa settimana la formazione del nuovo esecutivo è sembrata una questione internazionale. Stati Uniti, Francia, Arabia Saudita, Lega Araba, Siria, Iran hanno spiegato al Libano volta per volta come il suo interesse nazionale stesse nell’adesione alle loro politiche internazionali. Il paese è tornato a essere il teatro di uno scontro di forze localmente incontrollabili (ma quando mai ha smesso?). Attivissima l’ambasciatrice americana Maura Connelly che ha incontrato il deputato cristiano Nicolas Fattoush per esprimergli l’appoggio Usa al governo (ad interim) di Hariri e al Tribunale speciale. Il ministro degli Esteri Ali al-Shami ha protestato per «interferenze nelle nostre questioni interne».

A intorbidire la situazione stanno uscendo vecchi nastri che catturano Saad Hariri mentre incontra uno dei falsi testimoni su cui il Tribunale aveva costruito il suo teorema siriano. Hariri aveva giurato non averlo mai incontrato.

Il FOGLIO - " Degenerazione diplomatica "


Recep Erdogan

Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, attraversa da giorni le capitali del medio oriente con una missione che per molti resta ambigua. Ieri è stato a Damasco e ha incontrato il presidente siriano, Bashar el Assad, e l’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al Thani. Insieme hanno discusso i dettagli della crisi scoppiata in Libano la scorsa settimana, quando undici ministri hanno lasciato il governo e hanno chiesto al presidente della Repubblica di cominciare le consultazioni per il nuovo esecutivo. Dieci degli undici dimissionari appartengono a Hezbollah, il movimento islamista finanziato dai regimi dell’Iran e della Siria. Proprio la Siria, sostiene Erdogan, dovrebbe avere un ruolo nella mediazione fra il Partito di Dio e le forze filo occidentali del premier appena destituito, Saad Hariri. Ma la riunione di Damasco non è stata la sola mossa compiuta ieri da Erdogan. Un fedele alleato del premier turco, il ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu, ha accolto ad Ankara il collega iraniano, Ali Akbar Salehi, che gli ha portato le richieste di Teheran. E’ come se le carte della crisi libanese fossero arrivate ai mediatori turchi senza passare per le scrivanie dei diplomatici occidentali. Non è buona notizia per i leader che hanno speso più energie su questo dossier, dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, a quello degli Stati Uniti, Barack Obama. E non è una buona notizia per Hariri, isolato sul piano politico dopo avere offerto il proprio sostegno al Tribunale dell’Onu che indaga sulla morte del padre, Rafiq, ucciso con un’autobomba il giorno di san Valentino del 2005, quando era primo ministro. Ieri sono state depositate le prime richieste di incriminazione, i documenti saranno presi in esame dal giudice Daniel Fransen, che deciderà entro settanta giorni se confermare o meno le ipotesi degli inquirenti. Secondo le indiscrezioni trapelate negli ultimi mesi, il tribunale ha in pugno decine di mandati contro gli ufficiali di Hezbollah e contro alcuni rappresentanti delle istituzioni libanesi che sarebbero coinvolti nell’omicidio. Il leader del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, ha minacciato di “tagliare le mani” a chiunque cerchi di arrestare i suoi uomini, accusando la Corte di essere “uno strumento di Israele”. Nasrallah ha lanciato ieri un nuovo messaggio al paese e ha scaldato gli islamisti dicendo che “gli americani e gli israeliani hanno assassinato Rafiq Hariri per cambiare la situazione in Libano. Non permetteremo che la nostra reputazione e la nostra dignità siano macchiate, né permetteremo che si cospiri contro di noi sporcandoci ingiustamente con il sangue di Hariri”. Il fatto che la mediazione sia sfuggita ai diplomatici dell’occidente rende ancora più credibili le minacce degli islamisti.

Per inviare la propria opinione a Stampa e Foglio, cliccare sulle e-mail sottostanti


direttore@lastampa.it
lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT