Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Gaza: i conti nelle tasche di Hamas Ma non era una 'fogna a cielo aperto' ?
Testata: Il Foglio Data: 08 gennaio 2011 Pagina: 1 Autore: La redazione del Foglio Titolo: «Le tasche di Hamas»
Finalmente dei numeri che ci fanno uscire da quel pantano di retorica al quale ci hanno abituati i giornalini e i giornaloni disinformanti su quella che ancora ci viene propinata come la "fogna a cielo aperto", Gaza. In una breve analisi, il FOGLIO di oggi, 08/01/2011, con il titolo " Le tasche di Hamas ", ci fornisce i dati per capire la situzione economica della striscia, l'enorme giro d'affari, perlopiù sporchi, che girano, in entrata e in uscita, a Gaza. Tra queste montagne di denaro, gli aiuti internazionali, che non vanno alla popolazione ma ad Hamas, che così può aumentare il suo arsenale di armamenti da usare contro Israele. Ecco l'articolo:
Gaza. Si conosce già quasi tutto dei beni e del denaro in entrata a Gaza. Un flusso ininterrotto che scorre attraverso più di 800 tunnel scavati sotto il confine con l’Egitto, per un valore compreso tra i 600 e gli 850 milioni di dollari ogni anno, secondo i dati di un rapporto uscito ieri per il Washington Institute for Near East Policy. Ma a Gaza non ci sono soltanto il cemento, il carburante e i borsoni di denaro in entrata. Il lato meno raccontato della storia è quello che va in senso contrario: il flusso impetuoso di denaro in uscita verso il mondo esterno per circa 750 milioni di dollari ogni anno. Grazie ai tunnel e ai trasferimenti bancari il denaro arriva a depositi sicuri nei paesi del Golfo persico e in Europa. La nuova classe benestante di Gaza, in maggioranza legata ad Hamas che esercita un controllo ferreo sulla distribuzione interna degli aiuti e della ricchezza, non vuole tenere i propri soldi dentro Gaza e preferisce spostarli subito all’estero. E a dispetto di questa somma enorme di denaro in uscita, quello che rimane è ancora troppo rispetto alle occasioni di investimenti disponibili dentro Gaza: nel febbraio 2009, per esempio, le banche palestinesi si sono rivolte alla Banca centrale di Israele con una strana richiesta: depositare il loro denaro in eccesso in Israele. Da dove arriva tutto questo denaro? Non tutto dal commercio attraverso i tunnel. Anzi, il flusso maggiore è quello che scorre attraverso i trasferimenti bancari. Secondo funzionari del sistema bancario palestinese, almeno 2 miliardi di dollari sono stati trasferiti alle banche di Gaza ogni anno da quando Hamas ha preso il controllo della Striscia. Secondo il primo ministro palestinese Salam Fayyad, la cifra è anche superiore: il 54 per cento del budget dell’Autorità nazionale palestinese per il 2010, 13,7 miliardi di dollari, è andato a Gaza. A questa somma si aggiungono i 450 milioni di dollari dell’Onu e i soldi di 160 organizzazioni non governative di aiuto straniere. E, ovviamente, i finanziamenti politico-militari dall’Iran, per almeno 100 milioni ogni anno. Grazie a questi conti, Hamas può pagare più salari di quanto non riesca l’Anp.
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