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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.12.2010 Nel carcere di Ayalon si suicida il Prigioniero X
Ahmadinejad già pronto a fare accuse. Cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 dicembre 2010
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Lo strano suicidio del 'prigioniero X'»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/12/2010, a pag. 15, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Lo strano suicidio del 'prigioniero X' ".


Il carcere Ayalon

Non si sa con precisione chi sia il detenuto X nè per quale ragione fosse nel carcere di Ayalon, nè se si sia suicidato sul serio. Alcuni blogger hanno avanzato l'ipotesi che si trattasse di Ali Reza Asgari, generale in pensione della Guardia rivoluzionaria ed ex viceministro della Difesa iraniano. Non ci sono prove che suffraghino questa ipotesi, ma il fatto che Ahmadinejad l'abbia presa sul serio e la propagandi come realistica la rende di per sè poco credibile. Allora non è ben chiaro perchè di fianco al pezzo di Frattini, nella colonna dal titolo "I protagonisti" ci sia come primo nome (con tanto di immagine) Ali Reza Asgari con scritto sotto che sarebbe stato rapito dal Mossad, interrogato e poi ucciso.
Ecco il pezzo di Frattini:

La sezione 15 è stata costruita per ospitare un solo prigioniero. Gli altri detenuti del carcere Ayalon non possono incontrare o vedere chi sta chiuso in quella cella un po’ più grande delle altre, con il cortile privato per l’ora d’aria in regime di isolamento. La sezione 15 ha ospitato fino al 2006 Yigal Amir, l’assassino del premier Yitzhak Rabin, quelle alte mura impenetrabili sono state costruite apposta per lui. Dietro al drappo di massima sicurezza, è finito anche Mr X, un carcerato del quale nessuno ha mai saputo l’esistenza ed emerso (per poco) dal mistero, quando il sito del quotidiano Yedioth Ahronoth ha svelato in giugno qualche dettaglio: «È una persona senza un nome e senza un’identità, in quarantena totale, senza contatti con il mondo esterno: nessuno gli parla, nessuno lo va a trovare, nessuno sa che è in prigione» , racconta una guardia carceraria. «Tutto quello che lo riguarda è segreto, non sappiamo quale crimine abbia commesso, se sia stato processato o come sia arrivato qui» . L’articolo è sparito poche ore dopo essere apparso su Internet, censurato da un intervento dei magistrati, su richiesta dello Shin Bet, i servizi segreti interni. I blogger israeliani hanno scavato nella miniera digitale e dissotterrato i frammenti della notizia pubblicata da Yedioth. Da allora si interrogano sul nome e cognome di Mr X (per non parlare della nazionalità), congegnano teorie e ipotesi. Dan Yakir, legale dell’Associazione per i diritti civili, ha scritto al procuratore generale: «È inaccettabile che in una nazione democratica le autorità possano arrestare qualcuno in completa segretezza per poi farlo sparire» . La riservatezza che circonda il caso— notano gli analisti — fa pensare a un intrigo spionistico più che a una vicenda di terrorismo. Nel 1983, lo scienziato Marcus Klingberg è stato incarcerato per vent’anni, accusato di aver passato ai sovietici informazioni sulle ricerche israeliane per la guerra batteriologica, ma si è saputo della sua detenzione solo dopo un decennio. Da tre giorni, il caso di Mr X ha ricominciato a blippare sui radar, ancora una volta sul sito di Yedioth e ancora una volta per poche ore: l’articolo è apparso e scomparso. Abbastanza per essere notato da Richard Silverstein, un blogger ebreo americano, che ha investigato il destino del prigioniero ignoto. «Un detenuto in isolamento nella prigione di Ayalon — scrive Yedioth— si è suicidato il 15 di dicembre, impiccandosi nella sua cella. A differenza che in casi precedenti, la direzione del carcere non ha fornito dettagli sull’identità dell’uomo» . Ventiquattro ore dopo, il quotidiano Haaretz pubblica un commento di Amir Oren, esperto di servizi segreti e sicurezza, che affronta «il mistero dei suicidi dietro le sbarre» . Non cita quello avvenuto ad Ayalon, ma la coincidenza tra i due articoli è sufficiente per Silverstein. Che evidenzia questo passaggio nell’analisi di Oren: «Episodi particolarmente delicati riguardano i prigionieri che sono incarcerati per ragioni classificate e la cui morte non viene resa pubblica. L’indagine deve determinare se un’agenzia governativa che ha accesso alle sezioni speciali della prigione possa aver avuto interesse nel mettere a tacere il detenuto e se la morte sia un assassinio mascherato da suicidio» . Un tassello dopo l’altro, Silverstein sostiene di aver scoperto l’identità di Mr X e che il nome gli è stato confermato da una fonte vicina a Ehud Barak, il ministro della Difesa. Nella sezione 15, sarebbe stato tenuto Ali Reza Asgari, generale in pensione della Guardia rivoluzionaria ed ex viceministro della Difesa iraniano, sparito dal suo albergo a Istanbul alla fine del 2006, poco dopo l’arrivo dalla Siria. Asgari sarebbe il detenuto morto il 15 di dicembre (anche se esiste un’incongruenza sull’età) e il blogger non crede alla versione del suicidio: il Mossad se ne sarebbe sbarazzato, dopo aver ottenuto da lui informazioni sull’esercito iraniano e gli armamenti di Hezbollah. Teheran ha subito assecondato questa ricostruzione. Mohammad Rauf Sheibani, viceministro degli Esteri, chiede che la comunità internazionale indaghi sulla sorte di Asgari e accusa Israele di «terrorismo di Stato».

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