Persecuzione Alessandro Piperno
Mondadori Euro 20,00
Dopo il successo, nel 2005, di “Con le peggiori intenzioni”, c’era attesa per il nuovo romanzo di Alessandro Piperno. Concepito sotto forma di dittico, con il titolo di “Il fuoco amico dei ricordi”. Ne esce ora la prima parte, Persecuzione; la seconda è annunciata, nel risvolto di copertina, “per i prossimi mesi”. E, anche se questo volume può venir letto in modo autonomo, essendo fatto di una storia compiuta per uno dei personaggi del libro (vedrà il lettore), va da sé che potremo esprimere un giudizio più completo all’uscita del secondo. Senza adesso nascondere un certo rammarico per l’idea di dividere in due la vicenda di una famiglia che, nonostante tutto, appare troncata. Ma ci muove, forse, a questo parere, una propensione per i lunghi romanzi, da consumarsi tutti e subito.
Anche perché la trama di Piperno, per molti versi (non tutti) avvince. Ci troviamo di fronte a una famiglia della miglior borghesia ebrea romana. Che, nell’estate 1986, passa di colpo ad una condizione di malessere acuto, quando, al tg delle 8 di sera, l’anchorman informa “un considerevole spicchio di nazione” che il professor Pontecorvo – lui, Leo, il capofamiglia -, un oncologo dei bambini di fama internazionale, e adorato dai piccoli pazienti, si è macchiato di un reato odioso. Accusato dello scambio di lettere depravate con una ragazzina di 12 anni. Altresì lasciandosi intendere che le cose forse sono andate anche peggio. Tanto più che la persona in questione, Camilla, è la fidanzatina del figlio minore di Leo, Samuel, detto Semi. E perciò ecco la vergogna – uno dei temi dominanti del romanzo – invadere ancor più l’animo di Leo, già incline per natura a questo sentimento; assieme alla paura delle conseguenze che la piega presa dalla storiaccia possa avere. Ma, di fatto, Leo, 48 anni benissimo portati, professore universitario e responsabile di un prestigioso reparto di oncologia pediatrica, che ha vissuto una vita sempre agiata e serena e di grande scrupolo e umanità sul lavoro, che ha un’ottima moglie, Rachel, devota e meticolosa (anche troppo) e due ragazzi adolescenti, Filippo e Semi, è assolutamente innocente. Si è lasciato coinvolgere, durante una vacanza di Natale in montagna, dove Semi ha voluto a tutti i costi che Camilla si aggregasse, dalle velleità di seduzione della ragazzetta. Commettendo lo sbaglio di rispondere, con altrettanti biglietti, seppur pacati e paterni, ai biglietti sempre più infuocati che quella gli ha via via lasciato in un cassetto, dichiarando il suo amore e la volontà di essere sua.
Mentre infine, sentendosi respinta, la ragazza ha detto tutto ai genitori rovesciando i termini della faccenda: è lui, Leo, il seduttore. La notizia in tivù dà un colpo decisivo alla vicenda: da allora verrà meno a Leo l’appoggio dei suoi cari tanto da indurlo a prendere una decisone radicale. ….E alla fine un evento naturale costituirà il (poco convincente) deus ex machina della storia…
Ci racconta, Piperno, assunto il punto di vista del narratore esterno informato dei fatti, lo shock di un uomo di successo, il passaggio dalla felicità all’angoscia, col ritratto rigoglioso di un mondo familiare e dei suoi sentimenti. E però si oscilla, nella lettura, fra pagine di grande coinvolgimento – l’imbroglio della ragazzina durante la vacanza svizzera; la scoperta da parte del protagonista di una realtà pratica delegata da sempre alla moglie; la brutalità mediatica – e pagine digressive, dove regna la verbosità, che contornano ma insieme spezzano troppo il filo principale. Difetto già riscontrato in “Con le peggiori intenzioni”: Meglio dunque aspettare il resto.
Giovanni Pacchiano
Il Sole 24 Ore