Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Enzo Iacopino, ma che bella carriera ! dai Boia chi molla a Gaza 14/12/2010
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
" Enzo Iacopino, ma che bella carriera ! dai Boia chi molla a Gaza "
Enzo Iacopino, da Reggio Calabria a Gaza
Cari amici, saranno trent'anni che mi tengo nel portafoglio una tessera verde, ormai tutta stropicciata e piena di bolli annuali. Sopra c'è scritto in caratteri che furono dorati "Ordine nazionale dei giornalisti". E' una tessera da pubblicista. Ve lo devo confessare, è una delle cose della mia vita che non ho mai capito. A che serve quel tesserino? Un paio di decenni fa mi dissero che esibendola si potevano avere biglietti ferroviari scontati, ma non so se sia ancora vero; conosco alcuni che la usano per entrare gratis nei musei e alle mostre. Ma francamente, considero un po' meschini questi piccoli privilegi. La tessera è anche costosa, va sui 100 euro l'anno, e certo non serve per scrivere sui giornali, nessuna testata con cui ho collaborato si è mai informata se l'avessi. Permette di iscriversi come direttore di una pubblicazione senza la pratica macchinosa dell'iscrizione all'"elenco speciale"; a me è successo un paio di volte di farlo con riviste culturali. Di per sé costituisce un piccolo privilegio; ma tutto mentale, l'idea di appartenere a una corporazione. Dovrebbe forse, nella testa di chi la emette, autorizzarti a scrivere sui giornali, ma l'Ordine richiede che il candidato a riceverla dimostri di aver già scritto un centinaio di articoli a pagamento: una bella contraddizione, non vi pare? In uno stato la cui costituzione garantisce la libera espressione del pensiero a chiunque, cioè l'accesso ai media, è una piccola sopravvivenza fascista, che fa un po' vergogna. Ogni tanto qualcuno propone di cancellarla, ma poi il potere della corporazione prevale sempre sul buon senso.
Fino a ieri la pensavo così; ma poi come San Paolo folgorato sulla via di Damasco da un'immagine divina, ho incontrato (ahimé solo virtualmente) l'eroico e nobile presidente dell'Ordine Nazionale. Si Chiama Enzo Iacopino, su Internet viene molto vantato il fatto che abbia seguito come cronista la rivolta dei "Boia chi molla" a Reggio Calabria (ma non è tanto chiaro da che parte. Da quel che lui scrive oggi, (http://peppecaridi2.wordpress.com/2010/07/16/reggio-1970-la-rivolta-ricordata-da-enzo-iacopino/, probabilmente da quella dei fascisti più eversivi.) Lui stesso ha confessato di aver insultato nei suoi servizi Enzo Tortora e di esserne stato perdonato. E' stato eletto presidente dell'Ordine sei mesi fa, è piuttosto ben pagato (in cento giorni si è preso 10 mila euro fra indennità e rimborsi: http://www.odg.it/files/IACOPINO.pdf).
Ma soprattutto è un tifoso indefesso dei palestinesi, anzi non di quelli generici e mollaccioni, lui sostiene i duri e puri di Hamas che vorrebbero ammazzare "fino all'ultimo uomo" cattolici ebrei e comunisti (programma che si intonerebbe molto a un sostenitore dell'eversione fascista degli anni di piombo, se Iacopino lo fosse stato). In breve, come forse avete letto su queste pagine, il presidentissimo Jacopino ha voluto, fortissimamente voluto, resistendo a mille pressioni (http://www.liquida.it/enzo-iacopino/ ), che proprio nelle sale dell'ordine dei giornalisti partisse l'avventura della nuova flottiglia filo-Hamas che "insh'allah" prenderà il mare a marzo contro Israele.
Come ha scritto Daniele Ascarelli, "Non soltanto ha ospitato nella sede dell’Ordine uno spot per la seconda spedizione “umanitaria” freedom flotilla", ma " ha stigmatizzato coloro che a suo dire si sono “permessi” di demonizzare l’Ordine dei giornalisti definendo “immondizia” i commenti letti su internet ed ha invitato i critici ad informarsi ed ascoltare". E "ha rincarato la dose dicendo di condividere: “ lo spirito di questa seconda Freedom Flotilla”.[...] " Poi [...] si è allontanato, [...] lasciando spazio a una serie di imprecisate associazioni, fra cui alcune(l’IHH rappresentato dal suo vicepresidente) definite terroriste da Israele." E dall'Unione Europea, bisogna aggiungere.
Ecco la mia personale via di Damasco (o forse di Istanbul, dato che la IHH è turca)! Ecco la genialità dello Jacopino trasferito dai moti di Reggio a quelli di Gaza! Perché quella sdrucita tessera verde insensata e inutile, grazie a lui ha acquistato finalmente un significato. Sembrava il segno di un qualunque balzello, di una stupida corporazione, che magari si attenesse alla banale neutralità politica dal suo carattere istituzionale. E invece no, Jacopino l'ha trasformata genialmente nella bandiera trionfante di Eurabia, nella entusiastica subordinazione del giornalismo al terrorismo, insomma in un'ideale che forse a lui ricorda le gloriose giornale di Reggio. Agli ordini Jacopino, mio eroico presidente combattente: boia chi molla! Gaza e Reggio capitali per sempre! Nella fossa la neutralità delle istituzioni, per non parlare dell'oggettività del giornalismo: ideali borghesi superati per sempre dalla rivoluzione fascista, da quella comunista (che in fondo sono la stessa cosa) e da quella islamista. Dopo Mussolini, viva Jacopino, nuova spada dell'Islam che da Roma indica la via della Grande Proletaria!