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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Giornale-Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.12.2010 Hamas a Gaza, notizie di ordinaria criminalità
Un commento di Francesco Battistini

Testata:Il Giornale-Corriere della Sera
Autore: La Redazione del Giornale-Francesco Battistini
Titolo: «Israele è uno stato sedicente-Le condanne a morte di Hamas, nel silenzio dei finti pacifisti»

Notizie di ordinaria criminalità arrivano da Gaza. Il GIORNALE riporta, oggi, 14/12/2010, a pag.14, le dichiarazioni su Israele, 'sedicente stato', mentre sul CORRIERE della SERA, a pag. 48, Francesco Battistini ricorda le esecuzioni che avvengono a Gaza nel silenzio generale dei media.
Ecco i pezzi:

Il Giornale-  Hamas: " Israele è uno stato sedicente "


la bandiera di Hamas

«Noi non cederemo al­cuna parte di terre e non riconosceremo il sedicente stato di Isra­ele ». È quanto affer­maHamasnel 23˚ an­niversario della crea­zione del movimento palestinese. «Per noi la Palestina è integral­mente la terra dei pa­lestinesi » aggiunge il movimento nella no­ta, sottolineando che Gerusalemme «è la ca­pi­tale dello Stato pale­stinese » e che falliran­no «tutti i tentativi di ebraizzazione della città da parte di Israe­le ». Agli inizi di dicem­bre il capo di Hamas Ismail Haniyeh aveva aperto all’ipotesi di uno Stato palestinese sulla base dei confini stabiliti nel 1967 e con Gerusalemme capitale.

Corriere della Sera-Francesco Battistini: " Le condanne a morte di Hamas, nel silenzio dei finti pacifisti "


a sin. Hamas   a destra Tzahal           Hamas a Gaza
due modi di agire

 Altri quattro. Appesi a un filo, in attesa d’essere appesi a un cappio. Un tribunale militare di Hamas, nei giorni scorsi, ha condannato a Morte un gruppetto di «collaborazionisti al servizio dei sionisti» . Non si sa esattamente che cos’abbia combinato il quartetto. Si sa che ci vuol poco a passare da spia, da quelle parti. E che «Hamas usa spesso giudici privi delle necessarie qualifiche» (rapporto 2010 di Amnesty International). «Progettavano rapimenti e uccisioni» , dice la sentenza. Forte del fatto che le condanne sono state pronunciate in absentia dei difensori e, soprattutto, nell’assenza d’una reazione internazionale. Con la pena di morte, va così. Ci s’indigna a seconda di chi la commina. La piccola Gaza, prigione a cielo aperto, produce una percentuale di sentenze capitali da far invidia alla Cina e agli Usa. Con la differenza che tutti se ne infischiano. Molte Ong che sono sempre pronte a firmare (sacrosanti) appelli ai governatori americani, a Pechino o ad Ahmadinejad, e che sostengono finanziariamente usa spesso giudici privi delle necessarie qualifiche» (rapporto 2010 di Amnesty International). «Progettavano rapimenti e uccisioni» , dice la sentenza. Forte del fatto che le condanne sono state pronunciate in absentia dei difensori e, soprattutto, nell’assenza d’una reazione internazionale. Con la pena di morte, va così. Ci s’indigna a seconda di chi la commina. La piccola Gaza, prigione a cielo aperto, produce una percentuale di sentenze capitali da far invidia alla Cina e agli Usa. Con la differenza che tutti se ne infischiano. Molte Ong che sono sempre pronte a firmare (sacrosanti) appelli ai governatori americani, a Pechino o ad Ahmadinejad, e che sostengono finanziariamente e politicamente Hamas, chissà perché diventano afone se si tratta di salvare i «servi d’Israele» . C’è una ventina di condannati, in attesa nel nuovo braccio della morte. Nessuno sa dire con precisione se e quanti finiranno davanti al boia: l’anno scorso li abbiamo visitati e almeno uno di quei detenuti, ha fatto sapere radiocarcere, là dentro non c’è più. Hamas — che in venti mesi ha ammazzato sommariamente una trentina di «spie» — finora non ha mai dato notizia di esecuzioni. Dice Amnesty che le condanne, al momento, restano sulla carta. «Noi siamo pronti in ogni momento» , dice il direttore del penitenziario: «Fucilazione per gli ex militari, impiccagione per gli altri, e una ghigliottina da restaurare nello scantinato» . Se nessuno deve toccare Caino, specie in queste terre bibliche, prima o poi a qualcuno toccherà dire qualcosa su questi Caini dimenticati dal mondo.

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