Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Attentato di Natale a Stoccolma, il dono dell'islam La cronaca di Paolo Salom
Testata: Corriere della Sera Data: 12 dicembre 2010 Pagina: 15 Autore: Paolo Salom Titolo: «Kamikaze a Stoccolma, 'vendico le offese all'Islam'»
Dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/12/2010, a pag.15, con il titolo " Kamikaze a Stoccolma, 'vendico le offese all'Islam' ", la cronaca dell'attentato di Paolo Salom.
«Gli svedesi devono pagare per i ritratti che hanno insultato il Profeta Maometto e per i crimini che commettono in Afghanistan». Una mail secca, una promessa di «sangue e vendetta»: dieci minuti dopo che il messaggio è arrivato all’agenzia di stampa Tt e, in copia, alla Säpo, i servizi segreti del regno scandinavo, un uomo — un arabo — si è fatto saltare in aria nel c e nt r o di S t occ ol ma, i n Bryggargatan, a 300 metri dalla Drottningagatan, la via della Regina, strada pedonale affollata di passanti intenti nello shopping natalizio e uno dei luoghi classici di Millennium, la trilogia di Stieg Larsson. Il kamikaze è stato trovato ancora in vita, ma è morto sul posto. Due persone sono rimaste lievemente ferite e sono state portate in ospedale in stato di choc.
(Reuters) Fuoco Un vigile del fuoco interviene su un’auto in fiamme ieri, a Stoccolma L’email del killer «Gli svedesi devono pagare per i ritratti che hanno insultato il Profeta Maometto e per i crimini che commettono in Afghanistan» Viale Olof Palme La prima bomba — un tubo pieno di chiodi ed esplosivo— scoppia accanto a un negozio della Drottningagatan, all’incrocio con viale Olof Palme
Le esplosioni sono state due, segno che si trattava di un attentato studiato con volontà omicida, per quanto artigianale e, per fortuna, pasticciato. All’inizio i passanti che si trovavano nel centro pedonale di Stoccolma, immersi nel loro spensierato sabato di compere, hanno pensato ai fuochi d’artificio, a uno spettacolo per distrarre dal gelo invernale. Ma le grida di paura, il sangue hanno fatto capire che non era affatto così. Un tranquillo pomeriggio nel centro della capitale svedese si è trasformato in breve in un incubo. E, inizialmente, anche in un mistero. «Sappiamo che c’è un morto e che due persone sono rimaste ferite — ha detto ieri sera al Corriere Ulf Göranzon, portavoce della polizia —. Ma non abbiamo ancora identificato il corpo né possiamo dire, in questo momento, se si tratti di un incidente o di un attentato».
In realtà, la Säpo, protagonista anche nei gialli di Stieg Larsson, era già al lavoro, segno che le indagini stavano già spostandosi verso un atto di terrorismo. «Abbiamo trovato un pacco sospetto, era pieno di chiodi — ha detto ancora Göranzon. È presto per trarre conclusioni». Lo faceva il sito del giornale Af
tonbladet, uno dei più diffusi quotidiani di Svezia: «Kamikaze a Stoccolma». È poi emerso che l’attentatore, che prima di saltare in aria ha anche gridato alcune frasi in arabo, aveva informato con una mail con due file audio (in svedese e in arabo) del suo proposito. Poi, aveva piazzato una bomba — un tubo metallico pieno di chiodi — vicino a un negozio della Drottningagatan, all’incrocio con viale Olof Palme. Quello è stato il primo ordigno a saltare per aria. Poi, un’altra esplosione, quella che ha coinvolto il terrorista, in Bryggargatan. La rivendicazione via email citava «i ritratti insolenti del Profeta»: il riferimento (con insulti) era a Lars Vilks, vignettista che nel 2007 aveva preso di mira Maometto. I disegni gli erano costati minacce di morte e un tentato assassinio. Ma anche il piccolo contingente (180 soldati) che Stoccolma ha inviato in Afghanistan, a Mazar-i-Sharif: «Dovete smetterla di fare la guerra all’Islam».
Lo scorso settembre, la Svezia — che ospita un milione di immigrati, soprattutto da Paesi islamici — ha per la prima volta mandato in Parlamento 20 deputati di Sverige Demokraterna (Democratici svedesi), partito xenofobo che agita lo spettro degli immigrati-terroristi. Oggi alzeranno la voce.
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