Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Gentile Dott. Volli, Le scrivo a nome della Chiesa evangelica di Civitanova Marche in merito al suo articolo "Il popolo ebraico non esiste: l'ultima bufala in fatto di delegittimazione" (http://www.informazionecorretta.it/main.phpmediaId=115&sez=120&id=37379). Lei scrive: "Chi ha cercato delle scorciatoie per universalizzare il messaggio che la nostra tradizione ci ha affidato, combattendo in nome dell'universale il carattere nazionale dell'ebraismo, da Saul di Tarso a Karl Marx, è sempre finito molto lontano da noi, e presto le sue parole sono state usate come arma dai nostri persecutori." A proposito, ci preme sottoporLe alcune osservazioni: Portare alla fede i popoli pagani è uno degli obiettivi più alti dell'attività redentrice di Dio espressa nella Torah. Saulo, teologo giudeo, fariseo figlio di farisei, discepolo di Rabban Gamaliel il Vecchio è stato l'araldo di questa attività. Il messaggio di Paolo deve essere interpretato nel contesto di una comunità mista, composta da ebrei e gentili, uniti nell'abbracciare la fede nell'unico Dio di Israele. Una vita come la sua era destinata a suscitare dibattito. La sua vita non avrebbe deluso un giornalista alla ricerca di scoop religiosi o politici. Da teologo pioniere, Paolo ha creato dei problemi al suo popolo - gli ebrei - ma anche ai gentili. Aggiungo inoltre che che in molti passi del Nuovo Testamento, Saul di Tarso ricorda con enfasi la sua appartenenza giudaica, la sua osservanza della Torah e la sua certezza che il popolo di Israele non sarà mai rigettato da D-o. Anzi, egli diffida i gentili dal manifestare un qualsiasi senso di superiorità nei confronti degli ebrei. Confidando in una sua risposta, Le invio i nostri più cordiali saluti. Cristiano Paolini
Gentile dottor Paolini, in sostanza sono d'accordo con lei. Saul di Tarso è certamente un grande teologo e un pensatore di prima grandezza, oltre che naturalmente una persona di fede. Le sue scelte sono state però destinate a creare problemi al suo popolo. Non dubito che volesse creare un'armoniosa "comunità mista"; insisto sul fatto che sia finito molto lontano dalla viva tradizione del suo popolo, lo volesse o meno. E lei stesso riconosce che al suo popolo ha crato molti problemi. Ovviamente i miei piccoli corsivi su questo sito non sono trattati di teologia né di storia, ma inviti a pensare attraverso lo specchio deformante dell'ironia. Io sono anche lontano dall'idea che fare storia significhi erigere un tribunale in cui assolvere o condannare le grandi figure del passato. Riconosco che il discorso su Saul/Paolo dovrebbe essere enormemente più ricco e complesso di quel che ho accennato in due righe. Il mio punto era però un altro e ne sono convinto. Magari sarà provvidenziale che dalla tradizione nazionale ebraica nascano grande universalismi come quello cristiano, in fondo anche quello musulmano e quello socialista. Ma questi universalismi non esauriscono l'ebraismo e rischiano sempre di finire col considerarlo un'imbarazzante relitto del passato e col cercare di liberarsene, con la conversione o in maniera più sbrigativa. Cordialmente, Ugo Volli