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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
08.12.2010 Un imam costringe la figlia a tapparsi le orecchie a scuola durante le lezioni di musica
Perchè la musica è per 'infedeli'. Islam tollerante ?

Testata:
Autore: Manila Alfano
Titolo: «L’imam che nega la musica alla figlia»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 08/12/2010, a pag. 15, l'articolo di Manila Alfano dal titolo "L’imam che nega la musica alla figlia".

Non c’è neppure la scusa del rock. La musica maledetta può arrivare anche dalle note un po' stonate di un flauto dol­ce. L’unico rimedio è non ascoltare. La ragazzina ha i tappi alle orecchie. Lo vuole il padre, un imam di Reggello, a pochi chilometri da Firenze. I compagni di scuola suonano e solfeggiano, lei non può ascoltare. Silenzio. Suo padre è stato chiaro. Lo ha detto ai professori e al preside.
Quei tappi, quella censura, sal­veranno l’anima e l’identità della figlia: «La musica è da in­fedeli, lei non può seguire le vostre lezioni». Così lui, il pa­dre padrone, ha chiuso la vi­cenda. O l’ora di musica la fa con le orecchie tappate o la fi­glia non andrà più a scuola. E allora il compromesso lo han­no dovuto trovare le insegnan­ti, lui ha dettato le regole, la scuola ci ha messo la fantasia e la buona volontà. Per non danneggiare la bimba, per non toglierle la possibilità di stare con i compagni di classe: quando ci sarà lezione di musi­ca la­mamma o il papà andran­no a scuola, entreranno in clas­se e le metteranno i tappi alle orecchie. E lei resterà lì sedu­ta, assente e attonita, come se guardasse un film senza volu­me, vedrà una professoressa battere il tempo e ragazzini suonare. Ma non sentirà nul­la. Le verifiche saranno scrit­te, niente pratica. Prendere o lasciare.L’imam non ha inten­zione di mediare. Non impor­ta se c’è una legge che parla di scuola dell’obbligo, non im­porta se alla bambina piace studiare, essere uguale ai com­pagni. L’imam continua a ripe­­tere: «La mia religione vieta al­le bambine di ascoltare la mu­sica, tanto meno quella degli Infedeli».
È per colpa di questa rigidità che l’anno scorso la bambina è stata bocciata. Troppe assen­ze. Gli insegnanti non hanno neppure potuto darle i voti, l’hanno vista troppe poche vol­te.
La preside ha segnalato le assenze al sindaco, ai carabi­nieri. Si è aperto il processo nei confronti del padre che l’ha tenuta a casa, e se a mag­gio il giudice di pace deciderà che il padre è da condannare, gli farà pagare una multa. Al massimo. Intanto il giudice di pace alla notizia dei tappi ha commentato: «Una vittoria per la bambina». E così a Reg­gello ha vinto la rigidità di un imam che detta le sue regole. «È una sconfitta per la scuola» ha detto la dirigente scolasti­ca. Ma Costantino Ciari, consi­gliere comunale a Pian di Scò, comune che confina con Reg­gello non ci sta: «Ma altro che sconfitta della scuola, è la sconfitta dello Stato. E nessu­no, davanti a questa assurda scelta si è meravigliato. Han­no accettato in silenzio, per il quieto vivere. E che succede la prossima volta?».
Eppure la musica non è che l’ultimo «incidente» nelle scuole. Ci sono stati i crocifis­si, tolti dalle pareti delle aule per non disturbare la sensibili­tà dei bambini di altre religio­n­i o per non innervosire i geni­tori che di religione non ne vo­gliono neppure sentire parla­re. Per lo stesso motivo a Nata­le molte scuole hanno scelto di non fare il presepe. Poi ci so­no state le mense e i menù dif­ferenziati.
Anche in questo ca­so sono arrivate accuse ai diri­genti scolastici perché non mostravano abbastanza sensi­bilità nei confronti dei bambi­ni che non potevano mangia­re prosciutto o carne di maia­le. Un problema che non è so­lo dell’Italia. In Francia in tem­po di crisi addirittura diverse scuole hanno dovuto rinuncia­re al menù occidentale per te­nere solo quello musulmano. Scelte che dovrebbero inquie­­tare, un’Europa che dovrebbe interrogarsi davanti ad una perdita continua di identità, che sceglie un buonismo con­troproducente, che oggi arri­va addirittura a imporre il pro­gramma scolastico in nome della religione. Intanto a Reg­gello ha vinto la rigidità di un imam, l’ottusità di un padre padrone che fa predica agli al­tri musulmani, che non na­sconde il suo disprezzo per le donne. Dall’altra parte - scon­fitti - restano la scuola e lo Sta­to, l’Occidente. Lui, il padre padrone, aveva stabilito la sua regola, la scuola ha obbedito. «Ma poi - continua Ciari - cosa succederà quando la ragazzi­na nell’ora di italiano dovrà leggere la Divina Commedia e troverà che Dante ha infilato Maometto all’inferno?». «Co­me è difficile essere la figlia dell’imam» avrà pensato la bambina di Reggello. Guarda­re gli altri da un banco, guar­darli senza poterli sentire.

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