Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ragazzo ricco Sharon Pomerantz Traduzione di M.L. Cantarelli Frassinelli Euro 19,50
A Oxford Circle, enclave ebraica nella Philadelphia anni 60, operai, impiegati pubblici e piccoli commercianti sbarcano malamente il lunario facendo i doppi turni per mandare i figli al college, mentre le mogli a casa collezionano buoni sconto e passano l’aspirapolvere. Ma il bel Robert Vishniak è un fuoriclasse, e spinto dalla madre che gli ripete “fai i soldi, fai i soldi”, lascia il nido per studiare legge e diventare avvocato a New York. Evita il Vietnam e sarà un “Ragazzo ricco”, ma al prezzo di un’identità confusa e piena di sensi di colpa. L’esordio di Sharon Pomerantz, che si legge d’un fiato, raccontando un altro decennio parla anche di un paese oggi in crisi, in cerca d’una definizione diversa di successo e fallimento. Il suo Robert Vishniak è un self made man affascinante e solitario, in un’America in cui la divisione di classe è un codice sofisticatissimo. Da dove arriva il personaggio? Volevo rievocare l’ambiente in cui sono cresciuta attraverso una figura capace di descriverlo per contrasto. Da qualche parte, nella mente degli americani e anche degli europei, c’è l’immagine dell’ebreo abile negli affari, una sorta di larvato antisemitismo. Ma la mia famiglia, e non solo la mia, era fatta di tassisti, idraulici, poliziotti. Gente che si sentiva perdente perché non riusciva a realizzare la promessa “lavora duro, sarai ricco”, un diktat del dna americano che porta enorme infelicità. Anche la recessione di oggi sta mettendo a nudo quell’aspetto: la ricchezza è un’ipotesi sempre più remota e ci mancano le alternative. Imparando le regole della ricchezza il protagonista dimentica chi è. Un tema abusato dalla letteratura Usa. Non ne ha avuto paura? Letterariamente ho un debito con il Grande Gatsby di Fitzgerald e Theodor Dreiser. Ma se mi dicono che sono la brutta copia del Philip Roth di Pastorale americana le assicuro che non mi ci riconosco.