Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Non lo avrei mai creduto, ma anche Pagine Ebraiche deve essere monitorato! Ecco cosa ho dovuto scrivergli:
"Adesso vi ci mettete anche voi con le falsità , le omissioni e le leggende metropolitane. La barriera della vita, grazie alla quale centinaia di terroristi sono rimasti a casa frustrati e migliaia di israeliani sono (ancora) vivi e girano per le strade senza sapere di essere miracolati, diventa "la lunga serpentina grigia in cemento armato... 700 chilometri per otto metri...". Sono abituato a far rilevare alla stampa filoaraba che il cemento armato non supera i dieci kilometri, il resto, 690 kilometri è filo spinato, telecamere ed elettronica. Che ci sono quasi mille passaggi controllati dove i bene intenzionati possono passare. Che non si capisce perchè perfetti stranieri in guerra con noi (io sono israeliano) dovrebbero aver diritto di entrare qui passando per i campi senza nessun controllo come se si trattasse di francesi che sciano tra Italia e Francia. Che chi vuole entrare senza controlli non sono bambine con i palloncini e d'altronde le mie nipotine non solo non possono entrare nei territori dell'Autorità Palestinese nemmeno per i valichi ufficiali (sarebbero linciate seduta stante) ma nemmeno in 27 stati arabi e nemmeno, visti i rischi di rapimento di israeliani e gli avvisi delle autorità israeliane, in Egitto e Giordania in pace :) con noi. Ed ora mi tocca leggere anche sul mio giornale una intera pagina sulla barriera che parla di fiorellini, palloncini, imposizione israeliana, sottomissione palestinese con la piccola aggiunta di 690 kilometri di cemento del tutto immaginari. Una pagina intera senza la parola terrorista, senza la parola vittime delle bombe, senza la parola autobus o discoteca, senza la parola feriti e mutilati, senza dire perchè la Cisgiordania non è la Svizzera e Shengen non è applicabile. In compenso fornite il link al sito web per mandare 30 euro ai palestinesi. Ora mi risponderete che parlate di arte. Non è vero: intanto per apprezzare l'arte bisogna innanzitutto essere vivi, ma la vostra pagina èsolo un minestrone di finto buonismo, degno di ben altre testate, buono per la diffusione dei migliori sentimenti antiisraeliani a livello subliminale. A Roma si direbbe: Kadosh baruh Hu! s'è rivoltato lo gnolamme! David Pacifici