Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Cronache dal passato che non passa Due criminali nazisti: Kunz, defunto. Heim, il dottor morte, può essere ancora vivo
Testata:La Repubblica - L'Unità Autore: Andrea Tarquini - La redazione dell'Unità Titolo: «Mistero sulle lettere, il Dottor Morte Heim potrebbe essere vivo - Parlando di...Samuel Kunz»
Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 23/11/2010, a pag. 38, l'articolo di Andrea Tarquini dal titolo " Mistero sulle lettere, il Dottor Morte Heim potrebbe essere vivo ". Dall'UNITA', a pag. 29, la breve dal titolo " Parlando di...Samuel Kunz ". Ecco i pezzi:
La REPUBBLICA - Andrea Tarquini : " Mistero sulle lettere, il Dottor Morte Heim potrebbe essere vivo "
Aribert Heim, il Dottor Morte
Lo chiamavano "il Dottor Morte", pronunciavano il suo nome con terrore. Il dottor Aribert Heim compì spietati esperimenti criminali sui deportati nel lager di Mauthausen, poi riuscì a sopravvivere al nazismo che aveva servito fedele e ai processi degli alleati. Anche se 95enne, potrebbe essere ancora vivo. Le sue lettere segrete dal nascondiglio in Egitto alla famiglia rimasta in Europa, a un medico ebreo, Robert Braun, e a politici tedeschi, pubblicate da El Paìs, riaprono il dubbio sulla sua sorte. E con il mistero sul destino di Aribert Heim riemerge uno dei capitoli più atroci del Terzo Reich. «Heim fu in Egitto almeno fino all´inizio degli anni Novanta, io non posso dichiararlo morto finché non ne ho la certezza scientifica, quindi per me il caso non è chiuso», dice al telefono da Gerusalemme il dottor Efraim Zuroff, l´erede di Simon Wiesenthal, direttore appunto del Centro Wiesenthal per la caccia ai criminali nazisti ancora a piede libero. La caccia ai nazisti di Zuroff è sempre più una corsa contro il tempo: ieri un altro dei suoi ricercati, Samuel Kunz, ex guardia del lager di Belzec, è morto in libertà in Germania qualche mese prima del processo contro di lui per crimini contro l´umanità. Ancora a piede libero sono altri super-ricercati, dall´ungherese collaborazionista Sandor Kepiro al croato, ex guardiano di lager, Milivoj Asner. Ma Aribert Heim, nella lista del centro Wiesenthal, è una delle figure più mostruose. «Caro dottor Braun», scrisse negli anni ´80 il "Dottor Morte" al medico ebreo, «lei capisce che le accuse contro di me sono assurde, opera delle fantasie di fanatici. Io non avrei mai potuto compiere crimini così mostruosi contro pazienti o prigionieri, il giuramento d´Ippocrate me lo avrebbe impedito. Fui volontario nelle SS, ma non sono un criminale né un mostro». Dall´Egitto Heim inviò lettere anche a Lothar Spaeth, cavallo di razza della Cdu, per rivendicare la sua innocenza, dipingendosi come «vittima di fanatici sionisti». Le testimonianze dei sopravvissuti all´inferno di Mauthausen narrano altro: ad alcuni prigionieri, Heim aprì il ventre senza anestesia strappando loro il fegato, ad altri estrasse a vivo il cuore o altri organi. Altri ancora furono narcotizzati in parte da lui, poi aperti sul tavolo operatorio, per ricevere un´iniezione letale di benzene nei muscoli cardiaci. Lui studiava tempi e decorso della loro morte, conservò come fermacarte i crani di alcuni giovani prigionieri ebrei finiti nella sua famigerata "sala operatoria". Almeno trecento deportati morirono sotto i suoi ferri. Dopo la disfatta nazista, Heim trascorse due anni prigioniero degli americani. Ma, come fecero anche Mengele, il principale responsabile dell´uso dei deportati come cavie, e l´ingegnere dell´Olocausto Adolf Eichmann, anche lui riuscì a spacciarsi per un militare come tanti altri e fu rilasciato. Solo nel 1962 alcuni testimoni lo identificarono, e lui finì nel mirino della giustizia. Fuggì in America Latina, poi in Egitto. Le sue lettere segrete sono un eccezionale documento del suo continuo tentativo di trovare, dal rifugio al Cairo, presunte prove a sua discolpa. «Cara Gerda», scriveva alla sorella Hertak, chiamandola in codice come faceva con tutti i destinatari, «mettiti in contatto con la famiglia Thyssen perché ti confermino che nell´estate del ‘42 vissi da loro, alcune settimane o due o tre mesi, non ricordo». Dall´Egitto, si mostrava anche spavaldo, lui che aveva stroncato tante vite: «La lotta per la vita va presa come uno sport, succeda quel che succeda, si vive una volta sola, mai dimenticare l´umorismo».
L'UNITA' - " Parlando di...Samuel Kunz "
Samuel Kunz
Il presunto criminale nazista Samuel Kunz,al terzo posto nella lista nera della Fondazione Simon Wiesenthal, è morto giovedì scorso, all'età di89anni.Scompare così il protagonista di quello che,l'anno prossimo,sarebbe stato uno degli ultimi grandi processi a un ex membro del regime.Il processo a Kunz era previsto per la primavera del 2011,ma è stato annullato ieri
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