Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Berlino. I suoi idoli sono Pim Fortuyn, Jörg Haider e Geert Wilders. Il suo sogno, guidare un partito che abbia come obiettivi: l’introduzione della democrazia diretta (stile Svizzera), che cambi radicalmente la politica d’integrazione, che torni a difendere la nazione e la Costituzione. René Stadtkewitz, 45 anni, figlio della Ddr, sogna un partito come quello di Wilders che alle ultime politiche ha portato a casa il 15 e passa per cento dei voti, costringendo il nuovo governo di minoranza olandese ad affidarsi al suo appoggio esterno. Per questo il 28 ottobre scorso ha fondato “Die Freiheit”, il Partito della libertà, per questo il 2 novembre ha invitato il politico olandese a tenere una conferenza a Berlino. Stadtkewitz nell’estate del 1989 era tra coloro che fuggivano dalla Ddr prendendo la via dell’Ungheria. Torna mesi dopo la caduta del Muro e decide di entrare in politica. “Diventeremo una forza decisiva nel prossimo decennio” assicura Stadtkewitz. Il consenso gli arriverà, di questo è convinto, dagli errori madornali fatti dalla classe politica in questi anni, anche dalla Cdu, spostatasi sempre più al centro per paura di non essere politically correct. Stadtkewitz, scrive il Tagesspiegel, quotidiano progressista, è tutt’altro che un populista. Sa bene che con una politica troppo urlata avrebbe per le note ragioni storiche poche chance di successo. Per questo, quando parla del problema integrazione sceglie accuratamente le parole e lancia appelli del tipo: “Dobbiamo attivarci proprio per i musulmani che si sono ben integrati nel nostro paese; proprio per loro dobbiamo combattere l’ideologia dell’islam politicizzato”. Difficile dire se avrà successo. Forse gli basterebbe tirare dentro gente come l’editorialista Henryk M. Broder o la sociologa di origini turche Necla Kelek, che a proposito del controverso libro di Thilo Sarrazin ha sottolineato che le sue tesi andrebbero discusse anziché usate per demonizzare l’autore, per dare vita a quello che fino a ora è inammissibile solo pensare: una vera forza politica alla destra della Cdu.
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