Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Abu Mazen ha rifiutato di negoziare durante i 10 mesi della moratoria E ora avanza altre pretese. Perchè nessuno si pone delle domande al riguardo ?
Testata:La Repubblica - L'Unità Autore: La redazione da Repubblica - Umberto De Giovannangeli Titolo: «Stop agli insediamenti, ecco il piano Usa l´obiettivo è fare ripartire i colloqui di pace»
Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 15/11/2010, a pag. 17, la breve dal titolo "Stop agli insediamenti, ecco il piano Usa l´obiettivo è fare ripartire i colloqui di pace". Dall'UNITA', a pag. 22, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Gli Usa a Israele: venti caccia per 3 mesi di stop agli insediamenti ".
Netanyahu accetterà la proposta Usa di bloccare le costruzioni per altri tre mesi? Per ora non c'è una risposta sicura. Quello che continua a mancare nelle analisi sui cosidetti colloqui di pace, è la continua, pervicace censura sul fatto che Abu Mazen ha avuto 10 mesi nei quali le costruzioni erano congelate, senza che mai gli sia passato per la mente di.. colloquiare. La voglia gli è venuta solo dopo il 26 settembre scorso, data della fine del congelamento. Mai uno straccio di domanda sul perchè di tale comportamento. Ecco i due articoli:
La REPUBBLICA - " Stop agli insediamenti, ecco il piano Usa l´obiettivo è fare ripartire i colloqui di pace"
Bibi Netanyahu Abu Mazen
GERUSALEMME - Forniture militari "importanti" e il veto statunitense a nuove risoluzioni di condanna contro Israele all´Onu, in cambio di novanta giorni di moratoria sugli insediamenti israeliani in Cisgiordania: sono alcuni fra i cinque punti salienti della proposta americana per rilanciare il processo di pace, accettata dal premier israeliano Benjamin Netanhyau. Fra gli altri temi, anche l´impegno ad accrescere le pressioni su Iran e Siria in campo nucleare. Obama ha definito «promettente» la scelta del governo israeliano. Un eventuale accordo con l´Autorità nazionale palestinese permetterebbe la ripresa dei negoziati diretti, sospesi per il rifiuto israeliano di fermare le attività edilizie nelle colonie. Ma l´iniziativa non comprende Gerusalemme: una clausola che l´Autorità Nazionale Palestinese non sembra disponibile ad accettare: «Qualsiasi moratoria delle attività edilizie in Cisgiordania dev´essere globale», ha sottolineato il portavoce dell´Anp, Nabil Abu Rdeineh.
L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : "Gli Usa a Israele: venti caccia per 3 mesi di stop agli insediamenti "
Barack Obama
Una moratoria delle attività edilizie nelle colonie cisgiordane - esclusa Gerusalemme Est - di novanta giorni in cambio di forniture militari e il veto statunitense a nuove risoluzioni di condanna contro Israele all’Onu: questa l’offerta dell’Amministrazione Obama al premier israeliano Banjamin Netanyahu, cheha presentato ieri la proposta in Consiglio dei ministri. Netanyahu ha specificato che i dettagli dell’accordo sono ancora in discussione e che sarà il gabinetto per la sicurezza - formato dei sette principali ministri del Governo israeliano - a dover dare l’assenso finale. Un eventuale accordo anche con l’Anp permetterebbe la ripresa dei negoziati diretti fra le parti, sospesi appunto per il rifiuto israeliano di fermare le attività edilizie nelle colonie. VETI INCROCIATI L’iniziativa riguarderebbe tutte le colonie comprese nella moratoria unilaterale israeliana scaduta il 26 settembre scorso, e noncomprenderebbedunquela Città Santa:una clausola che l’Autorità Nazionale Palestinese ha accolto con scetticismo. Il portavoce della presidenza palestinese, Nabil Abu Rudeina, ha sottolineato comequalsiasi moratoria delle attività edilizie nelle colonie ebraiche in Cisgiordania debba essere globale e comprendere anche Gerusalemme Est. Rudeina ha ribadito che l’Anp si conformaa quanto deciso dal gruppo di monitoraggio arabo dei negoziati, ovvero «la cessazione di ogni attività di colonizzazionecomeprecondizione per la ripresa» delle trattative dirette israelo-palestinesi. Da notare che - secondo quanto pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz - tra le forniture belliche americane vi sarebbero anche 20 cacciabombardieri F-35 Stealth, in grado di sfuggire al rilevamento radar. Nel caso di un accordo di pace israelo-palestinese gli Stati Uniti firmeranno poi con Israeleunpiù vincolante accordo di cooperazione decennale nel campo della difesa che, tra l’altro, permetterà a Israele sia di ricevere le armi più avanzate sia di accedere in tempo reale alle informazioni su eventuali preparativi di attacchi missilistici allo Stato ebraico provenienti dai satelliti spia americani. I DATI DI PEACENOW L’impressione di diversi commentatori israeliani è che il premier sia disposto ad accettare le proposte Usa,manon è certo che riesca a ottenere la maggioranza necessaria in seno al Governo per l’opposizione sia dei partiti di estrema destra membri della coalizione, sostenuti dal movimento dei coloni, sia di influenti esponenti del suo stesso partito, il Likud. Secondo in dati diffusi da «Peace Now», dalla fine della moratoria edilizia nelle colonie ebraiche in Cisgiordania, il 26 settembre scorso, sono 1.649 gli alloggi di cui è in corso attualmente la costruzione; nel medesimo periodo sono stati approvati altri 1.126 cantieri. I lavori riguardano 63 insediamenti, di cui 46 situati ad est della «barriera di sicurezza» costruita in Cisgiordania.
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