Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Etgar Keret, La notte in cui morirono gli autobus 15/11/2010
La notte in cui morirono gli autobus Etgar Keret Traduzione di Alessandra Shomroni e/o Euro 16,00
E’ diverso l’Etgar Keret di questi racconti. Ci si chiede dove siano gli aculei dello scrittore israeliano, perché le brevi storie sono sì irriverenti e assurde, ma non così paradossalmente surreali quanto quelle degli ultimi libri, Pizzeria kamikaze ad esempio, col suo al di là di suicidi: da un lato i depressi, dall’altro il locale più trendy, quello dei terroristi (Pizzeria kamikaze). Certo, i temi sono gli stessi, disagio, guerra, tabù da rompere, ma spesso – non sempre – la lama è meno affilata: un ragazzo si salva da un pestaggio fuggendo durante la sirena del giorno della Shoah, quando in Israele tutto si ferma; studenti e professori di una scuola vengono ingoiati da un quid misterioso; un vecchio tedesco ammazza Hitler per pura gelosia; una spia del Mossad non si fida neanche di se stessa; Dio è un giocoliere nano che lancia e riprende miliardi di palline, ovvero l’universo…; e poi ci sono anche 2 o 3 storielle tenere che non gli avremmo mai attribuito. Il segreto del cambiamento però è svelato se si cerca sul web il titolo in ebraico, Tzinorot (Tubi): il suo primo libro, del 1992. Ora speriamo che scriva un vero romanzo, è arrivato il momento.