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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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La storia di Árpád Weisz 02/11/2010
Anche questa, a suo modo č una storia di Shoah, un piccolo-grande “Olocausto della memoria”‘. Árpád Weisz  era ebreo, di mestiere faceva il giocatore prima e il mister-talentscout poi, ma soprattutto, č morto ad Auschwitz nel 1944.

Mentre l’Italia firmava le leggi contro gli ebrei era all’apice della sua carriera fra stadi e panchine. Era il 1938 e, mentre il fascismo varava le sue direttive razziali, lui faceva esultare spalti e tifosi.

Ha visto morire la moglie e i due figli sotto le torture e le vessazioni naziste, si č spento in uno dei campi di sterminio tristemente piů noti.  Weisz, ungherese di nascita e un po’ italiano d’azione, č stato un pezzo di storia del nostro pallone. Ha giocato nell’Inter, nel Padova, nella nazionale ungherese. Poi si č messo a scoprire talenti del calibro di Giuseppe Meazza.

Di scudetti ne ha vinti tre: uno con l’Inter nel 1929-30, due con il Bologna nel 1935-36 e 1936-37. Grazie a lui la societŕ arrivň a vincere a Parigi la Coppa dell’Esposizione, una sorta di Coppa dei Campioni del 1937. Allora di lui si dimenticarono in fretta: era ebreo, doveva andarsene. Oggi nessuno č stato capace di ricordarlo: non l’Inter, non il Bologna, non il calcio italiano, non c’č stato nemmeno un minuto di silenzio in sua memoria.

Giuseppe Casarini


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