Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Strage di cristiani in Iraq, il Vaticano condanna la violenza dei terroristi Cronaca di Lorenzo Cremonesi, commento di Redazione del Foglio
Testata:Corriere della Sera - Il Foglio Autore: La redazione del Foglio - Lorenzo Cremonesi Titolo: «Nostra Signora di al Qaida - Il Papa condanna l’attacco: Feroce violenza anticristiana»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/11/2010, a pag. 19, l'articolo di Lorenzo Cremonesi dal titolo " Il Papa condanna l’attacco: Feroce violenza anticristiana ". Dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Nostra Signora di al Qaida ".
Sullo stesso argomento, LIBERO ha pubblicato un articolo di Carlo Panella molto interessante che non possiamo riportare per problemi tecnici del sito internet del quotidiano.
CORRIERE della SERA - Lorenzo Cremonesi : " Il Papa condanna l’attacco: Feroce violenza anticristiana "
Emerge con sempre più evidenza che Al Qaeda domenica sera intendeva colpire proprio la cattedrale siro-cattolica nel centro di Bagdad. Un attentato studiato a tavolino, con tanto di esplosione iniziale di autobomba vicino l’edificio della Borsa, distante poche decine di metri, per distogliere l’attenzione della polizia e favorire l’irruzione dei guerriglieri nella basilica.
Dopo la confusione dell’altra notte, ieri i bilanci di sangue sono emersi in tutta la loro crudezza: almeno 58 morti e un’ottantina di feriti, alcuni molto gravi. Un bilancio assurdamente alto, se si pensa che il numero dei fedeli in chiesa non superava quota 150: solo una decina di persone è rimasta illesa. Tra i cadaveri anche quelli di cinque componenti del commando qaedista e sette agenti. Una trentina di corpi sfigurati dalle granate è stata ritrovata nei sotterranei e nella cripta. «I terroristi avevano scoperto che i fedeli vi si erano rifugiati dopo i primi spari. E li hanno uccisi mentre era in corso il blitz delle teste di cuoio irachene», raccontano i pochi testimoni.
Tra le tante dichiarazioni di condanna per il nuovo attacco contro la Chiesa irachena è giunta ieri forte anche quella del Papa. «Esprimo affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, nuovamente colpita, e incoraggio i pastori e i fedeli tutti a essere forti e saldi nella speranza», ha detto Benedetto XVI a conclusione dell’Angelus, esortando le «istituzioni nazionali e internazionali a unire le loro forze affinché termini ogni violenza». Il governo egiziano ha a sua volta rifiutato l’ultimatum di Al Qaeda perché la chiesa copta «liberi» due donne cristiane che si sarebbero «convertite all’Islam». Un caso controverso, citato nelle rivendicazioni del commando a Bagdad.
C’è polemica intanto sull’azione delle forze di sicurezza irachene. Da parte governativa si insiste che il blitz è stato condotto con grande rapidità, dopo l’irruzione dei terroristi nella basilica poco dopo le cinque del pomeriggio, quando è stato evidente che il massacro dei cristiani era già cominciato. Ma tra i ranghi del clero locale si risponde che proprio quel blitz ha peggiorato la situazione. «Nella Chiesa era completamente buio. Risultava impossibile distinguere i terroristi dagli ostaggi. Molti di questi potrebbero essere stati uccisi dagli agenti», aggiungono. Da parte americana si è chiarito nel frattempo che nessun soldato Usa ha partecipato direttamente all’azione. «Le nostre forze in Iraq hanno dato aiuto solamente come consiglieri, assistenza in termini di intelligence, sorveglianza e ricognizione», sostengono i portavoce. I media locali sottolineano che elicotteri e aerei senza pilota americani volavano sul quartiere a bassa quota mentre si svolgevano i combattimenti.
Il FOGLIO - " Nostra Signora di al Qaida "
Anche l’assalto di domenica contro la cattedrale di Baghdad, come ogni colpo dei terroristi in Iraq, segue la regola inesorabile di al Qaida: la scelta del bersaglio è il messaggio, ogni strage è anche una dichiarazione politica e di programma. Uccidiamo cristiani perché vogliamo che il nostro messaggio arrivi a loro e a chi li protegge. Che si può dire in questo caso? Una squadra suicida dello Stato islamico dell’Iraq – l’edizione irachena del gruppo fondato da Bin Laden – ha lanciato un’operazione di sterminio contro i fedeli di Sayidat al Nejat, Nostra Signora della Provvidenza, pianificata con estrema cura. E’ evidente dalle uniformi militari dei sette terroristi per passare i posti di blocco in quell’area di solito protetta da buone misure di sicurezza, dall’autobomba fatta esplodere subito all’ingresso della chiesa, dai corpetti esplosivi con biglie d’acciaio indossati per trasformare qualsiasi tentativo di liberazione degli ostaggi in una strage – e così è stato, i morti alla fine sono stati 57, compresi due sacerdoti – e soprattutto dalle richieste fatte ai negoziatori prima del massacro finale. I qaidisti hanno chiesto che fossero liberati alcuni loro prigionieri in Iraq, ma anche che fossero liberate “dai monasteri copti dove sono tenute prigioniere” due donne egiziane, che loro sostengono essere “musulmane minacciate affinché si convertano a forza al cristianesimo”. L’ultimatum di 48 ore dato alla chiesa egiziana e la strage di fedeli parlano chiaro: al Qaida ha individuato nei cristiani del medio oriente un gruppo debole e vulnerabile da aggredire e uccidere per portare avanti la propria agenda rivoluzionaria. La scelta, purtroppo, appare azzeccata. La questione dei copti in Egitto – dieci milioni che vivono la fede con discrezione quasi clandestina tra settanta milioni di islamici – era già fonte di continue tensioni. Figuriamoci se adesso ci si mette pure al Qaida. E i cristiani in Iraq sono una comunità che da tempo si sente presa in ostaggio. C’è già materiale per un nuovo sinodo sul medio oriente.
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