martedi` 13 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






L'Opinione-Corriere della Sera Rassegna Stampa
28.10.2010 Iran, Hezbollah e la bomba, un legame sempre più pericoloso
Cronache di Dimitri Buffa, Guido Olimpio

Testata:L'Opinione-Corriere della Sera
Autore: Dimitri Buffa-Guido Olimpio
Titolo: «Alì Akbar Alehi 'confessa' ad Al Jazeera: abbiamo comprato centrifughe nucleari al mercato nero-L'incidente nella base in Iran e i missili bielorussi»

L'Iran e la bomba. Mentre di sanzioni non parla più nessuno, il loro effetto nullo era largamente previsto, ecco due cronache sulle minacce reali, la prima dall'OPINIONE di oggi, 28/10/2010, di Dimitri Buffa, la seconda sul CORRIERE della SERA di Guido Olimpio, sui legami Iran-Hezbollah.

L'Opinione-Dimitri Buffa: " Alì Akbar Alehi 'confessa' ad Al Jazeera: abbiamo comprato centrifughe nucleari al mercato nero"

 Se non è la famosa “pistola fumante” di bushiana memoria poco ci manca: Ali-Akbar Salehi, capo dell’Organizzazione per l’Energia Atomica Iraniana, lo scorso 12 ottobre in un’intervista esclusiva per la tv satellitare del Qatar Al Jazeera ha candidamente confessato che “..in passato, abbiamo acquistato centrifughe sul mercato nero.” Incalzato dall’intervistatore ha poi ammesso che “..si, abbiamo raggiunto il punto di non ritorno, lo stadio della produzione industriale. Al momento, la quantità che noi produciamo è superiore ad 1,5 tonnellate all’anno e potremmo incrementarla fino a 2-2,5 tonnellate all’anno La produzione aumenta ogni giorno. È questo il punto di non ritorno.” Naturalmente si parlava di uranio e il giornalista di Al Jazeera non poteva non farglielo notare. Così: “Lei sta dicendo che avete acquistato della tecnologia nucleare dal mercato nero, come se stesse parlando di cibo o dell’industria tessile? Stiamo parlando di tecnologia nucleare…” Risposta? “.. abbiamo acquistato un modello di centrifuga, perché a quel tempo non avevamo nessuna esperienza di centrifughe. Progettare da soli delle centrifughe avrebbe comportato troppo tempo. Perciò, abbiamo acquistato vari modelli di centrifughe sul mercato nero. Le centrifughe che abbiamo acquistato sul mercato nero non erano complete, ma noi le abbiamo completate. Usando queste centrifughe e l’informazione connessa siamo riusciti a risparmiare del tempo.” Quanto al passato Ali Akbar Salehi ha candidamente ammesso di dovere ringraziare gli Stati Uniti se l’Iran oggi sta per farsi l’atomica. Proprio nel prologo della conversazione ha infatti affermato “..la tecnologia deve essere basata sulla scienza e sulla specializzazione e la scienza si trova nei libri e negli studi. Per esempio, io mi sono laureato in ingegneria nucleare negli USA, ho acquisito molte conoscenze nel campo nucleare negli USA e per questo sono molto grato ai miei professori americani. Per quanto riguarda la tecnologia, non la si può acquisire in altro modo se non entrando nel campo nucleare, nell’industria, nella sperimentazione, nei laboratori…” E come ha acquisito questa tecnologia l’Iran a dispetto dell’Aiea e del trattato di non proliferazione? “Noi abbiamo acquisito informazioni dal mercato nero 10 anni fa… no, è più di questo… 15-17 anni fa. È così che siamo entrati in questo campo. Lo abbiamo annunciato all’Organizzazione Internazionale per l’Energia Atomica a Vienna.” Così quindi parlò Ali Akbar Salehi, a capo del progetto per l’atomica iraniana. Anche se il mondo della diplomazia e delle anime belle (alla Frattini) crede che Teheran stia lavorando con l’uranio per scaldare le abitazioni di cittadini iraniani. 

Corriere della Sera-Guido Olimpio: " L'incidente nella base in Iran e i missili bielorussi "

È il 12 ottobre. Nella base iraniana di Khorramabad si verifica un’esplosione. Le autorità ammettono la morte di molti pasdaran. In realtà, secondo altre fonti, nell’esplosione sono rimasti uccisi anche sei operativi dell’Hezbollah libanese ed altri 15 hanno riportato ferite.

I miliziani — secondo fonti diplomatiche — partecipavano all’addestramento di missili anti-aerei. Un programma organizzato in gran segreto dai pasdaran. Uno speciale organismo, forse legato all’Armata Qods, si è occupato dei trasferimenti dei miliziani dal Libano così come del rimpatrio delle vittime. Per Teheran l’esplosione è da attribuire ad un incidente mentre oppositori al regime hanno ipotizzato un sabotaggio. I pasdaran, invece, non escludono che la causa sia di natura tecnica. E per questo vogliono rivolgersi al fornitore: la Bielorussia. Il paese dell’Est, dopo un accordo firmato nel 2009, ha iniziato a vendere armi agli iraniani al posto dei russi. Significativo l’invio di un esemplare del S300, un sofisticato missile anti-aereo che Mosca prima aveva promesso agli ayatollah (c’era un contratto) ma ha poi negato per ragioni diplomatiche. Un varco dove si sono infilati i bielorussi che però hanno preteso la massima riservatezza. Il Cremlino potrebbe non gradire.

In base alle informazioni raccolte l’Iran ha ricevuto diversi tipi di missili che poi ha girato all’alleato libanese dell’Hezbollah. Nella lista figurano 20 «Strela 2», due sistemi SA 16, tre SA 15 e un SA 18.

Il continuo flusso di armi in favore dell’Hezbollah è seguito con molta preoccupazione a Washington. Gli americani temono che il Libano possa essere teatro di un nuovo confronto militare. La scintilla potrebbe essere l’indagine sull’omicidio dell’ex premier Rafiq Hariri: la commissione di inchiesta Onu avrebbe raccolto prove sul coinvolgimento dei miliziani filo-iraniani.

Per inviare all'Opinione e al Corriere della Sera il proprio parere, cliccare sulle e-mail sottostanti.


diaconale@opinione.it
lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT