Eurabia che avanza. Nel redazionale che segue, uscito sul GIORNALE di oggi, 28/10/2010, a pag.12, si apprende che in GB il nome più registrato è Mohammed. Supponendo che la statistica provenga dai registri delle nascite, il pezzo omette la considerazione più interessante: se il nome più diffuso è Mohammed, ciò significa che fra pochi anni la maggioranza dei cittadini britannici sarà musulmana. Il fatto non stupisce, preoccupa invece che nessuno lo scriva.
Sull'argomento consigliamo la lettura del libro di Walter Laqueur "Gli ultimi giorni dell'Europa" (Marsilio editore, segnalato da IC nella sezione 'Libri Raccomandati'), nel quale si descrive chiaramente il futuro prossimo del nostro continente.


Walter Laqueur, la copertina del suo libro
Ecco l'articolo:
Cambiano in fretta i tempi nel Regno Unito. Se un tempo il nome maschile scelto più spesso dai neogenitori era John, poi caduto progressivamente in disuso, e fino a poco tempo fa andavano per la maggiore James e Brian, nel 2009 si è verificata una svolta clamorosa: il nome più gettonato per i maschietti britannici è stato Mohamed, il Maometto della religione islamica che quasi tutti i genitori musulmani si sentono in dovere di dare a un loro figlio maschio.
Lo si desume dai dati ufficiali diffusi ieri a Londra. A voler essere pignoli il nome più diffuso sarebbe in realtà l’inglesissimo e tradizionale Oliver, tornato di recente di moda per le imperscrutabili leggi della statistica applicata alla psicologia umana. Ma Mohamed diventa indiscutibilmente il primo della classifica se si tiene conto di un fatto molto semplice: il nome arabo viene trascritto nell’anagrafe britannica con varie diverse grafie. Ci sono così dei Mohamed, ma anche molti Mohammed, Mohammad, Mohamad e Muhammad, e non finisce qui.
Quello che colpisce l’attenzione è che il Regno Unito ha in tutto circa 61 milioni di abitanti, in gran parte almeno nominalmente cristiani, tra anglicani, cattolici e altre confessioni protestanti. La comunità musulmana è stimata in circa due milioni e mezzo di unità. Una minoranza ancora piuttosto modesta, insomma: ma la compattezza della scelta per un solo nome spiega il fatto che questo sia potuto schizzare in testa alla “classifica generale”. Questa statistica è dunque lo specchio di un confronto tra una società aperta e mutevole come quella britannica e una comunità religiosa compatta nella difesa della propria identità anche attraverso la scelta dei nomi.
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