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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Giornale - Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.10.2010 Pio XII non fece nulla per salvare gli ebrei italiani
Non basta una fiction elogiativa a modificare la storia

Testata:Il Giornale - Corriere della Sera
Autore: Andrea Tornielli - Redazione del Corriere della Sera
Titolo: «Su Pio XII negli anni di guerra una fiction fedele alla storia - La parola agli autori: Lo abbiamo assolto? Non è un manifesto»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 26/10/2010, a pag. 29, l'articolo di Andrea Tornielli dal titolo " Su Pio XII negli anni di guerra una fiction fedele alla storia". Dal CORRIERE della SERA, a pag. 19, l'articolo dal titolo " La parola agli autori: Lo abbiamo assolto? Non è un manifesto ".

Ecco i pezzi, preceduti dai nostri commenti:

Il GIORNALE - Andrea Tornielli : " Su Pio XII negli anni di guerra una fiction fedele alla storia "


Andrea Tornielli

Può una fiction essere fedele alla storia ?
L'unico a poter sostenere una cosa del genere è il vaticanista del Giornale, Andrea Tornielli. Su Pio XII non è possibile esprimere nessun'altra opinione? Ecco il centro destra poco laico e molto clericale.

C' è una scena della miniserie Sotto il cielo di Roma - la fiction in due puntate su Pio XII e la razzia del ghetto ebraico dell'ottobre 1943, in programma su Raiuno il 31 ottobre e il 1 novembre - nella quale sivede Papa Pacelli, interpretato da James Cromwell, che per giustificare la sua decisione di non pronunciare un pubblico appello contro il rastrellamento nazista, afferma: «Non mi è possibile schierarmi con un popolo contro un altro...». Come se la denuncia di una tremenda violenza contro la popolazione inerme potesse rappresentare uno strappo alla neutralità diplomatica della Santa Sede. Non era questo il motivo che spinse Pio XII, la cui figura è ben tratteggiata nella fiction, a mantenere un atteggiamento prudente nelle parole. Il Papa, nel giugno 1943, pochi mesi prima della tragedia che si sarebbe abbattuta sulla comunità ebraica romana, in merito agli aiuti ai perseguitati, aveva pubblicamente dichiarato: «Ogniparola da noi rivolta a questo scopo alle competenti autorità e ogni nostro pubblico accenno, dovevano esser da noi seriamente ponderati e misurati nell'interesse dei sofferenti stessi, per non rendere, pur senza volerlo, più grave e insopportabile la loro situazione». È tutto qui il dramma di Eugenio Pacelli negli anni della guerra. E la sua decisione, contesta-tissima e discussa, era stata assunta non per paura, non per neutralità, ma nella convinzione che con Hitler ogni appello sarebbe risultato inutile e soprattutto avrebbe reso impossibile alla Chiesa l'azione caritativa che stava svolgendo. La miniserie prodotta dalla Lux Vide si discosta dalle precedenti dedicate ai Papi - da Giovanni XXIII a Papa Luciani, da Giovanni Paolo II a Paolo VI - perché questa volta non c'è l'intenzione (o la pretesa) di raccontare una vita intera. Ma soltanto gli eventi accaduti nella capitale. nel giro di pochi mesi. Le inesattezze storiche dovute a licenze di sceneggiatura non sono molto rilevanti: poco cambia, ad esempio, se a convocare a colloquio l'ambasciatore tedesco per protestare perla razzia del ghetto iniziata da poche ore sia, nella fiction, il Sostituto Giovanni Battista Montini, quando in realtà fu il cardinale Segretario di Stato Luigi Maglione, cioè il «numero due» del Vaticano in quel momento. O se il Papaviene ritratto di  notte mentre prega per la conversione di Hitler, mentre invece è attestato che tentò un esorcismo perché lo riteneva un vero indemoniato. Forse l'unico dettaglio che si sarebbe dovuto evitare è l'incontro diretto di Pio XII con un esponente della comunità ebraica che si era recato in Vaticano per chiedere dell'oro, necessario per raggiungere quei cinquanta chili cheHerbertKappler, con unabeffa, pretese dagli israeliti in cambio della loro incolumità alla vigilia del rastrellamento. Quell'ebreo era l'allora rabbino capo di Roma, Israel Zolli (che dopo l'arrivo degli Alleati deciderà di farsi cristiano e si battezzerà con il nome di Eugenio in onore del Pontefice): è vero che andò Oltretevere per chiedere l'oro, ma non è vero che abbia incontrato Pacelli. Anche se fu il Papa a ordinare che i chili mancantifossero resi disponibili. Dalla fiction emerge bene la grande opera di carità messa in atto dal Vaticano su impulso di Pio XII. Nella capitale della cristianità, su circa 750 casereligiose presenti, almeno 290 ospitarono per alcuni mesi degli ebrei, per un totale di circa 4.500. Numeri documentabili e documentati. Oggi c'è ancora chi, mostrando poca dimestichezza con i meccanismi ecclesiali, continua aripetere che tutto questo si sarebbe prodotto grazie a isolati slanci di generosità, all'insaputa del Papa e delle alte gerarchie. Non si nega, perché non si può negare, l'aiuto che venne dato ai perseguitati e in particolare agli ebrei, nascosti nei conventi evestiti da religiosi. Ma si dice che PioXlInon sapeva, perché manca un ordine scritto che attesti la volontà del Pontefice. E noto come manchi anche un ordine scritto di Hitler relativo all'orribile «soluzione finale» per gli ebrei, eppure oggi nessuno dubita che l'indicazione venisse da lui. Anche se il Papa non è paragonabile a un dittatore assoluto, è pur sempre un sovrano. E ipotizzare che sotto le sue finestre 4.500 ebrei venissero accolti nei conventi, compresi quelli di clausura, senza la sua approvazione o addirittura asua insaputa appare veramente insostenibile.

CORRIERE della SERA - " La parola agli autori: Lo abbiamo assolto? Non è un manifesto "


Pio XII, campione della "solidarietà silenziosa". Una nuova categoria umanitaria ?

Gli autori della fiction su Pio XII prima dichiarano : "Non siamo degli storici. Nessuno di noi pretende di mettere una parola definitiva su un tema ancora oggi usato come polemica ideologica ", ma poi sostengono : " Questa non è una fiction, ma una rievocazione emotiva e storica molto veritiera, che testimonia l’avventura triste di quegli anni, ma esalta anche le virtù del popolo romano che fu silenziosamente solidale ". Curioso come la premessa di partenza ("Non siamo storici"), porti a una conclusione inaspettata ("Non è una fiction, ma una rievocazione storica molto veritiera"). In tutte le dichiarazioni degli autori, l'unico elemento 'veritiero' è la solidarietà silenziosa del popolo romano. SIlenzioso, un aggettivo evocativo per quanto riguarda Pio XII e la sua mancata condanna del nazismo e della Shoah.
Facciamo nostro il commento di Corrado Augias al riguardo (per leggerlo integralmente, cliccare sul link http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=36857): quella su Pio XII è una fiction e, in quanto tale, non contiene tracce di storia al suo interno.

ROMA — «Non siamo degli storici. Nessuno di noi pretende di mettere una parola definitiva su un tema ancora oggi usato come polemica ideologica». Una precisazione significativa da parte di Fabrizio Bettelli che, insieme a Francesco Arlanch, firma la sceneggiatura della fiction «Sotto il cielo di Roma»: miniserie in due puntate (in onda su Raiuno il 31 ottobre e il primo novembre), prodotta da Lux Vide per Rai Fiction con la regia di Christian Duguay, dove si ripercorre la discussa vicenda di Papa Pacelli (interpretato da James Cromwell), nella Roma occupata dai nazisti.

Interviene Ettore Bernabei, presidente della Lux: «Pio XII con la sua prudenza, consapevole dei rischi che correva, cercò di comportarsi con grande intelligenza politica, per impedire che Roma e i romani fossero travolti e distrutti. E ci riuscì».

Il tema è delicato, riguarda l’atteggiamento del Papa, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, durante il rastrellamento del Ghetto di Roma e la deportazione di oltre mille ebrei. In molti cercarono di convincere il Pontefice a prendere una posizione netta contro ciò che i nazisti stavano perpetrando in tutta Europa. Una posizione che, però, Pio XII non prese mai, aprendo la strada a dure critiche.

E le polemiche non sono mancate neanche ieri mattina, nel corso della conferenza stampa. Un giornalista di Pagine Ebraiche ha stigmatizzato «l’impostazione assolutoria della fiction e la totale assenza di fascisti nella trama». Ribatte Bettelli: «Era escluso per noi fare un manifesto di qualsiasi posizione storica, abbiamo puntato a una ricostruzione equilibrata».

Nella miniserie, la Storia con la «s» maiuscola viene raccontata sullo sfondo dell’amicizia fra tre ragazzi: un partigiano, un ebreo e una ragazza del Ghetto. Sottolinea Bernabei: «Questa non è una fiction, ma una rievocazione emotiva e storica molto veritiera, che testimonia l’avventura triste di quegli anni, ma esalta anche le virtù del popolo romano che fu silenziosamente solidale».

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