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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio - La Repubblica Rassegna Stampa
19.10.2010 L'Iran allunga le mani su Iraq e Afghanistan
Obama non commenta, come al solito

Testata:Il Foglio - La Repubblica
Autore: La redazione del Foglio - La Redazione di Repubblica
Titolo: «Tre calciatori iraniani baciano una tifosa: rischiano carcere e frustate»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 19/10/2010, in prima pagina, gli articoli titolati " Un’altra base segreta salta in aria tra le montagne dell’Iran " e "  Voto di scambio". Da REPUBBLICA, a pag. 19, la breve dal titolo " Tre calciatori iraniani baciano una tifosa: rischiano carcere e frustate ".

Il FOGLIO - "  Voto di scambio"


Nouri al Maliki

Baghdad. Ecco che i dettagli sul patto segreto per decidere chi sarà il prossimo primo ministro in Iraq stanno finalmente venendo allo scoperto. A scriverlo non sono state le potenze occidentali, America e Gran Bretagna, che hanno sacrificato vite di soldati e investito risorse per creare una democrazia a Baghdad al posto del regime di Saddam Hussein. La stesura di quelle clausole è invece avvenuta – secondo Martin Chulov, inviato inglese del Guardian in Iraq che sta facendo un lavoro infernale di corrispondenze quasi quotidiane – a oriente, a Qom, città santa degli sciiti iraniani. Il patto dice così: il primo ministro uscente, Nouri al Maliki, sarà di nuovo primo ministro, e non conta che abbia ricevuto meno voti dello sfidante Iyyad Allawi; quello che conta è che uno sciita sia primo ministro: deve però rinunciare al legame con Washington e abbracciare Teheran. I numeri che gli mancavano, e che impedivano a Maliki di prevalere, ora ce li metterà il suo ex peggior nemico, il fanatico religioso Moqtada al Sadr. Le richieste di Sadr sono eccezionali: il controllo di sette ministeri nel prossimo esecutivo – quando sarà finalmente nominato – la vicesegreteria del governo, un vice piazzato in tutte le agenzie di sicurezza (sarebbe inaudito, considerato che gli uomini di Sadr “sono” il problema di sicurezza), centomila posti statali assegnati a sadristi. I mediatori del patto sono stati il generale dei Guardiani della rivoluzione iraniani, Qassim Suleimani, che dirige per conto del regime tutte le interferenze iraniane in Iraq, sia militari sia politiche; il leader di Hezbollah, lo sceicco Hassan Nasrallah, che da Beirut ha dato la sua benedizione ma in cambio vuole vedere cessare ogni influenza americana in Iraq; il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che ha convinto il suo alleato siriano, il perplesso Bashar el Assad, poco amico di al Maliki – che infine si è rassegnato (“Gli iraniani vogliono lui. E Maliki sia”, avrebbe detto al suo staff). Sistemato il dossier Baghdad, Teheran pensa all’altro vicino, Kabul. Ieri all’incontro internazionale del gruppo di contatto sull’Afghanistan, ospitato a Roma, a Villa Madama, c’era anche per la prima volta il delegato iraniano, assieme agli americani David Petraeus e Richard Holbrooke. “L’Iran è troppo importante per poterlo escludere”, sintetizza il delegato italiano, Massimo Iannucci.

Il FOGLIO - "  Un’altra base segreta salta in aria tra le montagne dell’Iran"

Beirut. Martedì scorso, una base segreta iraniana è stata colpita da tre esplosioni in rapida successione che hanno ucciso diciotto uomini della Brigata al Hadid, l’unità speciale dei Guardiani della rivoluzione che si occupa dei missili. E’ accaduto alla vigilia della visita a Beirut del presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad. Teheran impedisce la circolazione di notizie simili, ma questo potrebbe essere l’ultimo episodio della lunga catena di attentati e sabotaggi devastanti che sta colpendo i siti militari iraniani. Sotto la base Imam Ali, scavato nella roccia delle montagne della zona ovest del paese, c’è un reticolo di tunnel che ospita i missili Shahab 4 pronti a essere lanciati contro le basi militari americane in Iraq e contro Israele – entrambi a portata di lancio – per rappresaglia nei confronti di un’eventuale ondata di bombardamenti preventivi contro il programma atomico iraniano. Disarmare quei missili sarebbe una mossa preparatoria prima dell’attacco, per impedire al regime di vendicarsi sui soldati americani in Iraq e sui civili israeliani. Da Imam Ali, nel maggio 2001, gli iraniani hanno già lanciato gli imprecisi missili Scud contro le basi in Iraq dei Mujaheddin del popolo, un movimento di resistenza ospitato dal regime di Saddam Hussein. Teheran nega il sabotaggio e parla di un incendio che si sarebbe propagato al deposito di munizioni, con risultati disastrosi. La base Imam Ali è una delle meglio protette del paese. Secondo i racconti dei disertori, il personale arriva alla base a bordo di veicoli con i vetri oscurati, non può mai uscire all’esterno e cambia ogni due mesi. Un sistema automatico di contraerea protegge lo spazio sopra la base, e nel 2002 avrebbe abbattuto un aereo passeggeri russo in difficoltà, diretto alla vicina Khorramabad ma che aveva sbagliato rotta per il maltempo – gli iraniani avrebbero fatto passare tutto per una normale sciagura aerea, un aereo caduto in montagna.

La REPUBBLICA - " Tre calciatori iraniani baciano una tifosa: rischiano carcere e frustate "

TEHERAN - Tre calciatori iraniani rischiano l´arresto per avere baciato una loro tifosa che li aveva avvicinati, contravvenendo così alle rigide regole islamiche vigenti nel Paese. Lo scrive il sito Rajanews, senza citare i nomi degli interessati, la loro squadra o la fonte da cui ha avuto la notizia. «Mandati d´arresto sono stati emessi nei confronti dei tre per il loro comportamento anti-islamico», scrive il sito, aggiungendo che l´episodio è avvenuto nell´aeroporto di una città iraniana. In base alla legge in vigore fin dalla rivoluzione islamica del 1979, chi viola il divieto di contatti fisici tra uomini e donne può essere condannato a una multa, alla reclusione o a un certo numero di frustate. Nel 2003 un´attrice, Gohar Kheyr Andish, fu condannata a 74 frustate per avere baciato sulla fronte un giovane regista mentre lo premiava in un festival. Una decina di anni prima un popolare presentatore tv, Mahmud Shahriari, era stato sospeso per tre anni perché in un video privato girato al matrimonio di suo fratello e finito nelle mani della polizia lo si vedeva baciare sulle guance la cognata per farle gli auguri.

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