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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Ugo Volli
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I sassi e le bombe 04/10/2010

I sassi e le bombe



Avete visto? in questi giorni il simpatico presidente iraniano, democraticamente eletto due anni fa nel modo che sappiamo, va far visita ai suoi vassalli libanesi specializzati non solo nel rapimento di militari israeliani oltre confine (quattro anni fa, subito dopo il rapimento di Shalit, fu così che iniziò la guerra del Libano) ma anche a quanto pare, nel far saltare in aria i presidenti del consiglio del loro paese (ed è per questo che stanno cercando di boicottare il tribunale internazionale incaricato di indagare sull'omicidio del primo ministro Hariri). Nessuna meraviglia, fra uomini miti  e giusti ci si intende a prima vista. E del resto gli incontri di Ahmadinedjad con i suoi dipendenti come Assad sono piuttosto frequenti, non dovrebbero far notizia. Come potrebbero andare avanti i nobili resistenti islamici senza la sua protezione (spirituale, naturalmente) e le sue armi?

La notizia curiosa e stranamente molto propagandata è quel che va a fare il simpatico presidente della Repubblica Islamica nel Libano del Sud: il suo proposito, a quanto pare è di tirare sassi contro Israele. Un gesto un po' inconsulto, non vi pare? Anche per un ragazzo esagitato come lui, sembrerebbe un po' infantile: sassi contro i carri armati, un po' nello stile quasi non-violento (quasi, molto quasi) che è stato a lungo il prologo e il travestimento del terrorismo palestinese. E invece no, per un occhio islamico il gesto è più teologico che politico. Il lancio di sassi ha una parte centrale del rito del pellegrinaggio alla Mecca. I sassi si buttano in un punto preciso del percorso e sono diretti contro il demonio, a imitazione di un gesto di Maometto.

Dunque gettare sassi contro Israele significa trattarlo da nemico metafisico (vi ricordate la definizione di Khomeini degli Usa e di Israele come il Grande e il Piccolo Satana?) e chiedere ad Allah di distruggerlo completamente. Magari ricordandosi che il detto "aiutati che Dio ti aiuta"  vale anche da quelle parti e che per distruggere un demonio non c'è niente di meglio di una bella bombetta atomica.

Ugo Volli


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