Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ahmadinejad visita un suo possedimento, il Libano La cronaca di Alberto Stabile
Testata: La Repubblica Data: 02 ottobre 2010 Pagina: 19 Autore: Alberto Stabile Titolo: «Ahmadinejad, pietre contro Israele»
Ahmadinejad si prepara a gettare altra benzina sul fuoco mediorientale. Lo racconta Alberto Stabile su REPUBBLICA di oggi, a pag.19, in un servizio dal titolo " Ahmadinejad, pietre contro Israele "
dal nostro corrispondente GERUSALEMME - «Come un grande latifondista che va ad ispezionare i suoi possedimenti», così Mahmud Ahmadinedjad si accinge il 13 e 14 ottobre prossimi a recarsi in Libano. E´ questo il parallelismo cui è ricorso il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Yigal Palmor, per descrivere dal punto di vista dello stato ebraico l´imminente visita del presidente iraniano a Beirut. Una visita che lo stesso portavoce, fuor di metafora, ha definito «inquietante e destabilizzante». È dal 2003 che un leader iraniano non va in Libano, dove la minoranza sciita, riunita sotto le bandiere del partito di Dio (Hezbollah), gode di grande influenza politica e di notevole forza militare. Allora, nel 2003, fu Mohammed Khatami a riaffermare il legame, innanzitutto religioso, ma non solo, tra Teheran è gli sciiti libanesi. Oggi è quello stesso Ahmadinedjad che col suo programma nucleare sfida la comunità internazionale e va vaticinando la cancellazione d´Israele dalle mappe. Un´ostilità, quella nei confronti dello Stato ebraico pienamente condivisa dagli Hezbollah che sulla "resistenza" contro Israele hanno fondato la loro ragion d´essere. Insomma, dice Ygal Palmor, ce n´è abbastanza perché la visita inquieti «tutti quelli che hanno a cuore la stabilità del Libano e del Medio Oriente». La preoccupazione israeliana, tuttavia, resta un atteggiamento soltanto verbale. Secondo indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi da un giornale libanese, il presidente iraniano dovrebbe fare una visita nel sud del paese, vale a dire la zona al confine con Israele che nell´estate del 2006 fu teatro di violenti combattimenti. Ahmadinedjad andrebbe poi alla cosiddetta "Porta di Fatima", il tradizionale accesso in territorio libanese delle truppe israeliane, e da quel passaggio dovrebbe compiere un gesto simbolico: lanciare pietre verso il territorio israeliano. Ora, bisogna aggiungere che né la visita al Sud, né il progettato gesto simbolico hanno finora ricevuto alcuna conferma. Tutto questo non può far passare in secondo piano la fibrillazione che la visita del leader iraniano sta provocando sulla stesa scena politica libanese, già sottoposta a forti tensioni per tutta una serie di ragioni, non ultima le misure che il Tribunale Internazionale che indaga sull´attentato in cui venne ucciso l´ex premier Rafik Hariri si accingerebbe a prendere. Dopo aver a lungo indagato sulle complicità di alcuni alti ufficiali libanesi con le autorità siriane, fino a ieri sospettate del delitto, il Tribunale starebbe per chiamare in causa gli Hezbollah, i quali fanno parte del governo di unità nazionale guidato dal Saad Hariri, il figlio dell´ex premier assassinato. Ieri a scendere in campo contro la visita di Ahmadinedjad è stato il segretario della formazione politica uscita vincitrice alle ultime elezioni, la coalizione del 14 marzo che ha nel giovane Hariri il suo leader indiscusso. «La visita di Ahmadinedjiad è una provocazione - ha detto Fares Suaid - e un modo per dire che Beirut è sotto influenza iraniana e il Libano è una base iraniana sul Mediterraneo».
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