Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 01/10/2010, a pag. 1-6, l'articolo di Giorgio Israel dal titolo "Ciarrapico offende gli ebrei. Il Pdl lo cacci".
La notizia è stata diffusa da tutti i quotidiani italiani. Notiamo come solo Il MANIFESTO e La STAMPA non abbiano dato rilievo alla distanza presa da Silvio Berlusconi, il quale ha dichiarato in Senato " Per evitare che una frase sfuggita di bocca di un nostro senatore possa generare equivoci, voglio dire che sono sempre stato amico di Israele, anch'io mi sento israeliano, e ho grande stima da sempre del popolo ebraico ".

Sulla questione Ciarrapico, invitiamo a leggere la dichiarazione di Vito Anav
Presidente Associazione Immigrati dall'Italia - ISRAELE, cliccando sul link sottostante:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=90&id=36664
Ecco l'articolo di Giorgio Israel:



Giorgio Israel, Giuseppe Ciarrapico, Silvio Berlusconi
Va bene che ormai siamo abituati a un livello del discorso politico da suburra. L’uno parla di «romani porci», l’altro invita un ministro a «non rompere i coglioni agli insegnanti», l’altro ancora usa un linguaggio da trivio contro il presidente del Consiglio, ma con il senatore del Pdl Ciarrapico si è passato ogni limite. Le agenzie riferiscono che questo signore ha pronunciato in Senato queste frasi: «Fini ha fatto sapere che presto fonderà un nuovo partito. Spero che abbia già ordinato le kippah, perché è di questo che si tratta. Chi ha tradito una volta, tradisce sempre».
Ci possiamo chiedere a cosa abbia inteso alludere. Al fatto che Fini si mise in testa la kippah per visitare lo Yad Vashem, il mausoleo dello sterminio degli ebrei d’Europa? E questo, per Ciarrapico sarebbe un «tradimento»? Tradimento di che? Del negazionismo, dell’antisemitismo, del «nobile» passato delle leggi razziali fasciste? Se questo è il tradimento che questo signore rimprovera, da un lato ha reso un onore a Fini e, dall’altro, ha messo in luce nel modo più chiaro quali pensieri osceni alberghino nella sua mente. Ma forse è peggio di così. Perché l’unica altra possibile interpretazione è che egli alluda al nuovo partito di Fini come un’opera degli ebrei, il frutto di una congiura pluto-demo-giudaico-massonica. «Di questo si tratta», ha detto. Il partito di Fini è una questione di kippah.
Non ritengo utili altri commenti, perché mi rivolgo alle persone oneste. Gli altri, quelli che si voltano dall’altra parte, appartengono a quella melma razzista e antisemita irrecuperabile che questo ineffabile senatore è riuscito a smuovere dal fondo in cui brulica. Basta navigare su internet per leggere commenti del tipo: «Ha detto quel che altri non hanno il coraggio di dire». E molto di peggio.
La frase di Ciarrapico, nella sua voluta ambiguità che somma le due interpretazioni, è un’offesa atroce nei confronti sia degli ebrei morti che degli ebrei vivi. A pochi giorni di distanza dalla manifestazione che si terrà a Roma il 7 ottobre «Per Israele, per la verità», questo signore ha voluto dare una testimonianza vivida di come scorra potentemente il nuovo odio contro gli ebrei. A quella manifestazione parteciperanno persone oneste di tutti gli schieramenti politici. È da augurarsi che gli esponenti del Pdl possano parteciparvi con l’onore di aver messo alla porta un simile personaggio. Non basta dire che quelle frasi sono inaccettabili o prendere le distanze, né basterebbero scuse tardive che peraltro mentre scriviamo non sono ancora arrivate. In certi casi, le distanze vanno prese fino in fondo, senza mezzi termini. Non avere il coraggio di pagare il prezzo politico del levarsi di torno certi personaggi ha come conseguenza di pagare un prezzo molto più alto sul piano morale.
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