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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
28.09.2010 Stuxnet, il micidiale supervirus informatico che colpisce i computer iraniani
I suoi bersagli sono i siti atomici, da Natanz e alla centrale di Busher

Testata: Corriere della Sera
Data: 28 settembre 2010
Pagina: 15
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Iran, supervirus attacca la centrale nucleare di Natanz»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 28/09/2010, a pag. 15, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo " Iran, supervirus attacca la centrale nucleare di Natanz".

WASHINGTON — I mullah vanno fieri della speciale unità dei pasdaran capace di condurre la guerra sul web e in grado di controllare gli oppositori. Ma prima di pensare alla lancia avrebbero fatto meglio a studiare uno cyber scudo per proteggere il Paese. Da giorni, infatti, migliaia di computer iraniani — oltre 30 mila — sono infettati da un micidiale supervirus, lo «Stuxnet». Un «baco» ideato per paralizzare i sistemi di controllo industriali, centri di comando, pipeline petrolifere. Un attacco che ha investito anche l’impianto nucleare di Natanz. Per le autorità sono rimasti coinvolti soltanto i pc dello staff. Esperti internazionali, invece, non escludono danni più seri. E i potizzano che i veri bersagli siano proprio i siti atomici, da Natanz e alla centrale di Busher.

A Teheran confermano che «Stuxnet» continua a diffondersi in modo rapido attraverso nuove versioni: «Stiamo lavorando per trovare l’antidoto, non sappiamo però quando la situazione tornerà normale». E, intanto, i funzionari lanciano sospetti su forze straniere responsabili dell’assalto. La tesi, condivisa anche da osservatori indipendenti, è che il virus sia opera di un apparato statale e non di pirati informatici.

Chi ha ideato «Stuxnet» lo ha fatto pensando al sistema fornito dalla Siemens agli iraniani. Inoltre, per superare eventuali difese, lo ha concepito affinché si propaghi non via Internet ma con le chiavette Usb removibili dove i tecnici caricano i dati. Un attacco mirato che potrebbe essere stato ideato — sostengono in molti — sia dagli israeliani sia dagli americani. Gli indizi non mancano, anche se scoprire il colpevole non è facile.

Nell’estate del 2008 il regime ha annunciato l’esecuzione di Ali Ashtari, ufficiale dei pasdaran incaricato nell’acquisto di tecnologia all’estero. Il funzionario è stato accusato di spionaggio in favore di Israele: sembra che Ashtari avesse favorito il sabotaggio di impianti industriali strategici. Il caso, seguito dall ’ arrest o dial trepersone, rientrerebbe in un piano elaborato dal Mossad. Nell’intento di rallentare il programma atomico iraniano, gli 007 hanno creato società ombra in Occidente. Attraverso queste compagnie hanno poi venduto ai laboratori di Teheran tecnologia con «bachi» o difetti. Inoltre gli agenti segreti avrebbero compiuto incursioni di cyber war. Una manovra che hanno poi ripetuto gli americani. Nel 2009, il presidente Barack Obama ha autorizzato il ricorso alla guerra elettronica con l’obiettivo di ostacolare le ricerche dell’Iran.

I virus hanno aggravato le difficoltà tecniche incontrate, negli ultimi due anni, dagli scienziati iraniani. Guai che — rilevano fonti Usa — avrebbero portato ad un rallentamento nella marcia verso la Bomba. Una pausa poco gradita dal regime. Così i pasdaran hanno epurato diversi dirigenti mentre il presidente Ahmadinejad ha nascosto gli insuccessi dietro roboanti annunci.

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