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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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L'Unità - Il Manifesto Rassegna Stampa
24.09.2010 Israele celebra Sukkot e non va all'Onu ad ascoltare Obama e Ahmadinejad
Quotidiano comunista ed ex sono convinti, a torto, che sia un boicottaggio

Testata:L'Unità - Il Manifesto
Autore: Umberto De Giovannangeli - Matteo Bosco Bortolaso
Titolo: «Obama spinge per la Palestina. All’Onu vuote le sedie di Israele - 'Fermare le colonie' e porte aperte all’Iran»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 24/09/2010, a pag. 24, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Obama spinge per la Palestina. All’Onu vuote le sedie di Israele ". Dal MANIFESTO, a pag. 9, l'articolo di Matteo Bosco Bortolaso dal titolo "  'Fermare le colonie' e porte aperte all’Iran ".

L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : " Obama spinge per la Palestina. All’Onu vuote le sedie di Israele "


Obama all'Onu

Il titolo del pezzo è scorretto, mette in relazione due cose che non sono collegate tra loro: il discorso di Obama all'Onu in favore della nascita di uno Stato palestinese e l'assenza della delegazione israeliana.
Israele non era presente in aula per via delle celebrazioni di Sukkot, non in spregio alle parole di Obama.
Udg è convinto del contrario e scrive : "
A guidare la delegazione israeliana è il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, capofila dei falchi nel Governo dello Stato ebraico. Ma Israele nega qualsiasi boicottaggio del discorso del presidente Usa". Il fatto che a guidare la delegazione sia Avigdor Lieberman non cambia la sostanza. Israele non era presente per la festività di Sukkot, niente a che vedere col presunto boicottaggio di Obama.
Udg scrive "
Il «giallo delle sedie vuote » cade nel giorno in cui della pubblicazione del rapporto della Commissione d’inchiesta del Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, che ha indagato sull’arrembaggio alla nave turca «MaviMarmara » che provocò la morte di nove persone.". Non c'è nessun giallo delle sedie vuote. In ogni caso, dalla commissione Onu per i diritti umani, quella presieduta da Navy Pillay, non c'era da aspettarsi nulla di diverso da una condanna di Israele per gli avvenimenti della flottiglia. I passeggeri vengono definiti 'pacifisti' o 'attivisti', ma non si fa mai riferimento al fatto che erano armati, avevano assalito i miitari israeliani, che non hanno potuto comportarsi diversamente da come è avvenuto,  e intenzionati a raggiungere Hamas.
Ecco l'articolo:

Barack Obama lancia dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite un messaggio politico. Che dà sostanza al «Nuovo Inizio» evocato dal presidente Usa nel suo discorso all’Università del Cairo. Obama rilancia. Se ci sarà un accordo di pace in Medio Oriente nei prossimi mesi, «quando torneremo qui l’anno prossimo potremmo avere un accordo che ci porterà uno nuovo membro delle Nazioni Unite: uno Stato indipendente di Palestina, che vive in pace con Israele», rimarca Obama prendendo la parola al Palazzo di Vetro in occasione della 65ma Assemblea Generale dell’Onu.
APPOGGIO ALL’ANP
«Non vi sbagliate: il coraggio di un uomocomeil presidente (dell’Autorità Nazionale Palestinese)AbuMazen, che difende il suo popolo di fronte al mondo, è decisamente più grande di coloro lanciano razzi contro donne e bambini innocenti», scandisce l’inquilino della Casa Bianca ribadendo il suo pieno appoggio alla leadership di Mahmud il moderato. «Mapensate per un attimo all’alternativa – prosegue Obama nel suo ragionamento - se non c’è un accordo, i palestinesi non conosceranno mai l’orgoglio e la dignità che conferisce uno Stato». Mentre «gli israeliani non conosceranno mai la certezza e il senso di sicurezza chepuò dare unvicino sovrano e stabile,che si è impegnato seriamente per una convivenza pacifica». La certezza di Obamaè una sola: se il suo tentativo fallisce, bisognerà aspettare la prossima generazione per sperare di negoziare di nuovo. Per questo, il presidente americano si rivolge, in particolare, ai Paesi arabi perché facciano di più per sostenere concretamente una pace che finora hanno solo auspicato a parole. «In questa sala molti di voi si definiscono amici dei palestinesi - afferma l’inquilino della Casa Bianca - alle parole ora devono seguire i fatti». Chi appoggia l’esistenza di unaPalestina indipendente, «deve smettere di tentare di distruggere Israele». Secondo l’inquilino della Casa Bianca, «i tentativi di minacciare o uccidere israeliani non gioveranno in nulla al popolo palestinese, perché il massacro di israeliani innocenti non è resistenza, è ingiustizia». Obama afferma inoltre che «coloro che hanno sottoscritto l’Iniziativa di pace araba (presentata a Riad nel 2003, ndr) dovrebbero cogliere quest’opportunità di metterla in pratica, specificando e dimostrando nei fatti la normalizzazione che essa ha promesso a Israele». Inoltre, «coloro che prendono posizione per l’autogoverno palestinese dovrebbero sostenere i palestinesi con il loro appoggio politico e finanziario e, così facendo, aiutare i palestinesi a costruire le istituzioni del loro Stato». Obama chiede anche a Israele di estendere la moratoria della costruzione di insediamenti nei Territori occupati, incontrando subito il favore di Abu Mazen. Sulla questione Iran, Obama ha ribadito che «la porta resta aperta alla diplomazia se Teheran deciderà di varcare tale soglia »’. Ma il governo iraniano «deve dimostrare almondogli scopi pacifici del suo programma nucleare»’. Obama ha poi confermato che tutte le truppe Usa lasceranno l’Iraq entro l’anno prossimo mentre il ritiro dall’Afghanistan scatterà nel luglio 2011. La distruzione di Al Qaeda resta un’altra priorità del presidente Usa. Ad ascoltare Obama, al Palazzo di Vetro,non c’è la delegazione d’Israele. Generalmente, anche in caso di boicottaggio, un funzionario di basso livello ascolta l’intervento in questione. IL FALCO LIEBERMAN
A guidare la delegazione israeliana è il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, capofila dei falchi nel Governo dello Stato ebraico. Ma Israele nega qualsiasi boicottaggio del discorso del presidente Usa. Rispondendo ad una domanda, una portavoce della missione israeliana, Karean Perez, ha indicato: «No, non c’e’ stato nessun boicottaggio. Sukkot, iniziata ieri sera (mercoledì ndr) , è una festa sacra e oggi (ieri, ndr) non ci siamo.Domani(oggi) saremo presenti, e avevamo avvertito. All’Onu lo sanno». Il «giallo delle sedie vuote » cade nel giorno in cui della pubblicazione del rapporto della Commissione d’inchiesta del Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, che ha indagato sull’arrembaggio alla nave turca «MaviMarmara » che provocò la morte di nove persone. Secondo il rapporto, la Marina militare israeliana è responsabile di «gravi violazioni dei diritti umani» ed ha fatto ricorso a una «brutalità inaccettabile» durante il blitz del 31 maggio scorso contro la flottiglia di aiuti umanitari diretta alla Striscia di Gaza.

Il MANIFESTO - Matteo Bosco Bortolaso : " 'Fermare le colonie' e porte aperte all’Iran "

"Il presidente, per la seconda volta all’Onu da quando è stato eletto, ha allungato la mano verso Israele e Iran, in maniera ovviamente diversa, anche se la risposta, in entrambi i casi, potrebbe essere la stessa: un semplice no, oppure il silenzio. ". Bosco Bortolaso mette sullo stesso piano Iran e Israele. Obama tende la mano a entrambi nello stesso modo, sono uguali ?
Per Bosco Bortolaso sì. E' evidente il contrario, da una parte una dittatura islamica criminale, dall'altra l'unica democrazia mediorientale, ma il quotidiano comunista non si è mai distinto per correttezza nei confronti di Israele.
Anche Bosco Bortolaso crede che l'assenza della delegazione israeliana all'Onu sia una forma di boicottaggio e scrive : "
Ad essere assenti ieri all’Onu, invece, erano gli israeliani. Il loro banco in Assemblea, prima e dopo il discorso di Obama, era vuoto. Boicottaggio? (...) Sgarbo o meno, Israele non ha partecipato ai lavori di ieri, e lo ha fatto perché al governo sono presenti politici particolarmente attenti a seguire i dettami religiosi. ". Bosco Bortolaso non usa gli stessi termini per definire la teocrazia iraniana, però. I politici israeliani che festeggiano Sukkot e non vanno all'Onu sono fanatici religiosi. Lo sono anche i redattori del Manifesto che il giorno di Natale non scrivono articoli per il loro quotidiano che, il 26/12 (come tutti i quotidiani italiani) non esce per permettere loro di festeggiare il giorno prima?
In ogni caso, non è Israele la dittatura religiosa con un programma nucleare aggressivo nei confronti di altri Paesi nella zona e a lanciare fatwe mortali su chi scrive libri non sufficientemente conformi al Corano.
Ecco l'articolo:

Le sedie vuote di Israele. La presenza ingombrante del presidente dell’Iran, Mahmud Ahmadinejad. E in mezzo gli Stati Uniti di Barack Obama. Dopo la tre giorni sugli Obiettivi del Millennio, ieri il dibattito dell’Assemblea Generale dell’Onu si è aperto con tutti gli occhi puntati verso il Medio Oriente. Obama ha dedicato il cuore del suo intervento alla regione martoriata da decenni di scontri. Il presidente, per la seconda volta all’Onu da quando è stato eletto, ha allungato la mano verso Israele e Iran, in maniera ovviamente diversa, anche se la risposta, in entrambi i casi, potrebbe essere la stessa: un semplice no, oppure il silenzio. Il leader degli Stati Uniti ha rinnovato la richiesta di estendere la parziale moratoria degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, per aprire la strada alla pace con i palestinesi. Tre settimane fa, con la benedizione della Casa Bianca, sono iniziate le trattative dirette. Lo scetticismo è parecchio, e lo stesso Obama ne ha preso atto, sperando comunque che «quest’anno sia differente». È comunque difficile sperare che verrà seguito l’appello presidenziale ad «approfittare di questa opportunità, non farla scivolare via». Israele non sembra voler cooperare sul nodo centrale degli insediamenti. La moratoria potrebbe finire tra poco, il 30 settembre. Le ruspe dello stato ebraico potrebbero tornare in azione, costruire nuove abitazioni. E i palestinesi potrebbero abbandonare le trattattive. Ad essere assenti ieri all’Onu, invece, erano gli israeliani. Il loro banco in Assemblea, prima e dopo il discorso di Obama, era vuoto. Boicottaggio? No, per la portavoce della rappresentanza diplomatica israeliana, Karean Peretz. “E’ una festa sacra, quella del Sukkot – spiega – abbiamo avvertito gli altri diplomatici alle Nazioni Unite, tutti lo sapevano”. Sgarbo o meno, Israele non ha partecipato ai lavori di ieri, e lo ha fatto perché al governo sono presenti politici particolarmente attenti a seguire i dettami religiosi. Israeliani e palestinesi comunque sembrano aver apprezzato il discorso statunitense, definendolo a caldo «bilanciato ». Ora, per davvero, la palla passa alla diplomazia, che continuerà a tessere le fila lontano dai discorsi ufficiali. La speranza, come ha detto lo stesso Obama, è che l’anno prossimo la Palestina possa essere rappresentata all’Onu come un vero e proprio stato. Al momento ha lo status di osservatore senza potere di voto, e ieri, al banco loro riservato in fondo all’Assemblea, sedevano il presidente Abu Mazen e il ministro degli esteri Riyad al-Malki. Oltre al nodo israelo-palestinese, ha tenuto banco l’Iran. Obama ha detto che, nonostante le sanzioni imposte a Tehran, la «porta rimane aperta per una soluzione diplomatica », ricordando di aver offerto, l’anno scorso, «una mano tesa » al presidente Ahmadinejad (intervenuto all’Onu nella tarda serata di ieri). L’Iran, ha sottolineato Obama, ha «sia diritti sia responsabilità comemembro della comunità internazionale», alcune responsabilità non sono state rispettate: «L’Iran è l’unico membro del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) che non può dimostrare le intenzioni pacifiche del suo programma nucleare». Per questo, ha concluso il presidente, è stata approvata la risoluzione 1929 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con nuove sanzioni. Il nodo che spesso viene dimenticato è chementre l’Iran aderisce al Tnp, Israele è una potenza atomic non dichiarata ufficialmente né ha mai aderito al Trattato di non prolifezione, rivisto quest’anno all’Onu. Ora i paesi arabi spingono per l’adesione di Israele al Tnp.Ma gli Usa - a proposito di responsabilità, si oppongono.

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