Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Milano, il manifesto con Hitler per la mostra di Cattelan offende la comunità ebraica La storia prevale sull'arte. E il cartellone verrà modificato
Testata: Corriere della Sera Data: 16 settembre 2010 Pagina: 45 Autore: Francesca Bonassoli - Rossella Verga Titolo: «Milano, ebrei contrari al manifesto con Hitler. E Cattelan rilancia»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/09/2010, a pag. 45, l'articolo di Francesca Bonassoli e Rossella Verga dal titolo " Milano, ebrei contrari al manifesto con Hitler. E Cattelan rilancia ".
Maurizio Cattelan
Per arrivare al verdetto è bastato un rapido sondaggio. «Messaggio inopportuno», sintetizza il presidente della comunità ebraica milanese, Roberto Jarach, che ha raccolto riflessioni e umori. La città tappezzata con l’immagine di Hitler inginocchiato in segno di preghiera e perdono sarebbe vissuta «con sofferenza». La motivazione culturale e artistica, in questo caso, si scontra con quella storica: «E quella storica prevale», sottolinea il presidente Jarach. Così, con toni pacati, la comunità si è espressa sul manifesto pubblicitario scelto dallo stesso Maurizio Cattelan per lanciare la mostra che Milano gli dedicherà dal 24 settembre. Il Comune ne ha preso atto e ha deciso di fermare l’affissione del poster di «Him». «Io sono un dilettante — replica Cattelan —. Berlusconi ha raccontato la barzelletta su Hitler che promette ai suoi di tornare al potere a condizione che questa volta sia più cattivo e si è beccato un uragano di applausi, mentre a me cassano pure il manifesto». Al posto di Hitler genuflesso, il Comune vorrebbe scrivere sui poster soltanto il nome a caratteri cubitali di Maurizio Cattelan. Ma anche su questo non c’è accordo. «Mi ricorda una lapide funebre — commenta l’artista, che nel frattempo ha cambiato titolo all’opera più contestata, il dito medio in Piazza Affari non si intitolerà più Omnia Munda Mundis, ma Lo.V.E. —. Io ho proposto di coprire la faccia di Hitler, così non offendo nessuno». Il consiglio della comunità ebraica, riunito per altre questioni, ha discusso dell’ipotesi che la città fosse tappezzata di immagini raffiguranti Hitler e ha espresso «perplessità». «Ritengo che il manifesto sfrutti la provocazione — ha commentato Jarach — per il lancio della mostra. Ma in questo caso c’è un elemento che urta la sensibilità nostra e di molti e che prevale sul messaggio sarcastico del pentimento di Hitler: per questo mi sento di rivendicare l’inopportunità di una simile operazione». La comunità, però, ribadisce l’«apprezzamento» per la proposta dell’assessore alla Cultura, Massimiliano Finazzer Flory, di destinare i proventi della mostra al Memoriale della Shoah. «Maurizio Cattelan è un artista di grande valore — sottolinea la Fondazione Memoriale della Shoah — e siamo orgogliosi che la nostra città ne ospiti le opere. Esprimiamo però la preoccupazione che la diffusione di manifesti con l’immagine di Hitler possa essere male interpretata e urti la sensibilità del pubblico. Riteniamo che una certa sobrietà e prudenza nel pubblicizzare la mostra sia necessaria. L’avvenimento è già, per i suoi contenuti e per la levatura internazionale e l’unanime riconoscimento di cui gode Cattelan, di sicuro rilievo culturale e di forte impatto nella vita della città». La risposta del Comune non si fa attendere. «Osservo, purtroppo — dice Finazzer Flory — che le valutazioni sul manifesto artistico di Cattelan si stanno spostando sul terreno storico e politico. Ne prendo atto. Se questo è il punto di vista prevalente come assessore non posso non accogliere la posizione dei rappresentanti della comunità ebraica e quindi la loro perplessità sull’utilizzo del manifesto in uno spazio pubblico. Naturalmente, trovo infelice la contrapposizione tra valutazione etica ed estetica». Ne approfitta l’ex assessore alla Cultura della giunta Moratti, Vittorio Sgarbi. «O un artista è libero di esprimersi — attacca — oè un impiegato. Cattelan rinunci alla sua mostra a Milano e venga alla Biennale di Venezia». Ma l’artista si sfila. «Per le Biennali ho già dato», suona il messaggio di risposta.
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