Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Sakineh rischia ancora la lapidazione Cronaca di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 10 settembre 2010 Pagina: 4 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «Il figlio di Sakineh: Continuate a fare pressioni»
Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 10/09/2010, a pag. 4, l'articolo di Rosalba Castelletti dal titolo " Il figlio di Sakineh: Continuate a fare pressioni ".
Dopo il giorno degli entusiasmi, quello della cautela. «Continuate a fare pressione contro l´Iran e non pensate che il caso sia risolto»: il figlio di Sakineh Mohammadi Ashtiani, l´iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e concorso in omicidio, si è rivolto così ai Paesi che avevano accolto con ottimismo la "sospensione" dell´esecuzione annunciata mercoledì dal ministero degli Esteri di Teheran. Che "sospensione" non volesse dire "annullamento" era già stato sottolineato da numerosi osservatori iraniani. In una lettera aperta «ai Paesi del G8, a Turchia, Brasile e al mondo intero», Sajjad Ghaderzadeh ha però messo in dubbio la stessa sospensione «dal momento - scrive - che non abbiamo ricevuto alcun documento ufficiale e legale». E insiste: «Se la Repubblica islamica è sincera, deve presentare delle prove». Ugualmente scettico il legale di Sakineh, Javid Hutan Kian: oltre a confermare l´assenza di documenti ufficiali, ha ricordato che in Iran solo il potere giudiziario, e non l´esecutivo né quindi il ministero degli Esteri, ha il potere di sospendere una sentenza. E liquidando come «belle parole per calmare l´Occidente» le dichiarazioni del ministero degli Esteri iraniano, ha ribadito il timore che, con la fine oggi del Ramadan, «la sentenza venga eseguita in qualsiasi momento». Neppure il premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi ha «alcuna fiducia nelle parole del governo». Ha ringraziato l´Italia per la sua campagna, ma - ha detto da Bruxelles - «la mobilitazione deve continuare». E ha lanciato un appello: «So che, oltre a Sakineh Ashtiani, altre persone aspettano di essere lapidate: salviamole tutte, la lapidazione deve sparire per sempre». Il governo iraniano intanto ha continuato a mandare messaggi contrastanti: se il ministro degli Esteri di Teheran Manuchehr Mottaki ha accusato l´Occidente di «propaganda» e di «doppi standard», il presidente della Commissione giustizia del Parlamento iraniano Ali Shahrokhi invece ha detto di non credere che Sakineh verrà mai giustiziata. Segno che le mobilitazioni continuano a mettere in imbarazzo Teheran.
Per inviare la propria opinione a Repubblica, cliccare sull'e-mail sottostante