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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero - La Repubblica Rassegna Stampa
25.08.2010 Lo studio dell'arabo diventa obbligatorio nelle scuole israeliane
Cronache di Fabio Scuto, Simona Verrazzo

Testata:Libero - La Repubblica
Autore: Simona Verrazzo - Fabio Scuto
Titolo: «Arabo obbligatorio nelle scuole israeliane - Arabo obbligatorio nelle scuole di Israele»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 25/08/2010, a pag. 23 l'articolo di Simona Verrazzo dal titolo " Arabo obbligatorio nelle scuole israeliane ". Da REPUBBLICA, a pag. 17, l'articolo di Fabio Scuto dal titolo " Arabo obbligatorio nelle scuole di Israele ".
Ecco i due articoli:

LIBERO - Simona Verrazzo : " Arabo obbligatorio nelle scuole israeliane "

La lingua araba obbligatoria nelle scuole elementari di Israele. Passa dall’istruzione la mano tesa dello Stato ebraico al popolo palestinese. A riferire la notizia è il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, che racconta la grande novità, dai risvolti non soltanto scolastici. Si comincerà, già da questo anno scolastico, con il nord e Haifa (terza città del paese), dove vive il maggior numero di cittadini palestinesi. La lingua della comunità musulmana, ma anche di quella cristiana, diventerà obbligatoria a partire dalla quinta classe (corrispondente alla nostra quinta elementare, anche se lì si arriva fino alla sesta) e non più, come accade adesso, dalla settima classe (la prima della scuola media, che comprende anche l’ottava e la nona), dove è possibile sceglierla tra altre tre. La novità è di grande valore perché gli alunni israeliani studieranno l’arabo due anni di più, cominciando fin da piccolissimi. «L’obiettivo è trasformare la lingua in un ponte culturale, in un mezzo di comunicazione - ha dichiarato Orna Simchon, funzionario del Distretto nord del ministero dell’Educazione - è estremamente importante che ogni bambino possa esprimersi, affrontare una conversazione, essere più tollerante nel proprio paese». La funzionaria spiega che visto che ogni alunno arabo studia l’ebraico a scuola, non c’è ragione per cui non possa avvenire il contrario. Per Shlomo Alon, ispettore del ministero dell’Educazione, non si tratta soltanto di tolleranza, quanto di legge. «L’arabo è una delle due lingue ufficiali dello Stato», ha precisato. L’idea è il frutto della collaborazione tra l’Abraham Fund, che ha i suoi quartier generali a New York e a Harey Yehuda, sulle colline della Galilea, e il Distretto nord del ministero dell’Edu - cazione. È nato così il progetto Ya Salam, al quale hanno aderito, scrive lo Yedioth Ahronoth, già 200 scuole del nord di Israele, 42 delle quali religiose. L’obiettivo è di poter estendere l’inizia - tiva a livello nazionale. Nel paese già ci sono circa mille insegnanti di arabo, la maggior parte ebrei, ma visto che ora l’insegnamento sarà obbligatorio dalle elementari ne sono stati assunti altri cinquanta, tutti arabi. Il progetto Ya Salam prevede per le classi quinta e sesta, a settimana, due ore di arabo scritto e parlato, oltre a una serie di lezioni dedicate alla cultura araba. Tra la settima e la nova classe, gli studenti devono scegliere una seconda lingua tra arabo, francese, russo e aramaico. Nel 2000, in 1.506 scelsero l’arabo, mentre lo scorso anno sono stati 2.187.

La REPUBBLICA - Fabio Scuto : " Arabo obbligatorio nelle scuole di Israele "


Shlomo Alon, direttore del Dipartimento di arabo del ministero della Pubblica istruzione

GERUSALEMME - Il dialogo, la comprensione, in una terra difficile che vive sempre tra speranze di pace e lo spettro della guerra, sono elementi fondanti. E la comprensione passa attraverso la lingua parlata. È per questo che il governo israeliano ha deciso di lanciare un nuovo programma nelle scuole pubbliche, nelle quali sarà obbligatorio lo studio dell´arabo. Parte quest´anno, come iniziativa pilota in 170 istituti pubblici e religiosi nel nord di Israele, ma con l´obiettivo di adottarlo presto in tutto il Paese.
Del resto nel territorio israeliano vivono più di un milione di cittadini "arabi di Israele", circa il 20 per cento della popolazione dello Stato ebraico, e la stessa proporzione si riflette negli istituti scolastici. Le ricerche e i sondaggi dicono che la maggior parte degli arabi d´Israele - pur riconoscendo di essere di nazionalità palestinese - preferisce scegliere di rimanere cittadino israeliano piuttosto che membro di un futuro Stato della Palestina.
Finora, i ragazzi israeliani avevano la possibilità nel corso degli studi di scegliere fra l´arabo, il russo, il francese o l´aramaico come seconda lingua obbligatoria nelle scuole medie. Quest´anno è successa una cosa nuova, benché forse non proprio inaspettata: un boom di richieste della lingua araba al momento dell´iscrizione. Questo ha spinto i dirigenti del ministero dell´Istruzione a rivedere il programma di studi per questo livello scolastico e decidere di avviare il progetto-pilota che tra l´altro apre la possibilità di nuovi posti di lavoro, perché inserirà decine di insegnanti di lingua araba nel sistema scolastico israeliano.
«Viviamo in un Paese che ha due lingue ufficiali», dice il dottor Shlomo Alon, direttore del Dipartimento di arabo del ministero della Pubblica istruzione, «studiare l´arabo sarà un modo assai efficace di promuovere la tolleranza e trasmettere un messaggio di accettazione fra i ragazzi». Secondo Alon, il ministero è interessato a riconoscere tutti i cittadini dello Stato e fornirà nuove opportunità per gli insegnanti di arabo nell´ambito del sistema di istruzione israeliano. «Lo Stato aspira a completare la parità di cittadinanza e non affrontare i conflitti sulla base dell´identità culturale». Una sfida destinata certamente a migliorare la convivenza tra giovanissimi che - proprio per la natura stessa dello Stato d´Israele - si incontrano ogni giorno nella strada, nei parchi giochi, sui campi di calcio, e avviare fin dall´età dell´adolescenza quel dialogo fra due mondi che non può essere solo affidato ai politici.

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