Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Iran: continuano programma nucleare e boicottaggio di Israele A che cosa sono servite le sanzioni e la mano tesa di Obama ?
Testata:Il Foglio - La Repubblica Autore: La redazione del Foglio - Vanna Vannuccini Titolo: «I Giochi crudeli dell’Iran - La sfida di Teheran al mondo: un nuovo sito per arricchire uranio»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 17/08/2010, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " I Giochi crudeli dell’Iran". Da REPUBBLICA, a pag. 17, l'articolo di Vanna Vannuccini dal titolo " La sfida di Teheran al mondo: un nuovo sito per arricchire uranio ". Ecco gli articoli:
Il FOGLIO - " I Giochi crudeli dell’Iran"
L'atleta israeliano Gili Haimovitz
Alle Olimpiadi di Atene, nel 2004, il due volte campione mondiale iraniano di judo Arash Miresmaeili si rifiutò di combattere contro l’israeliano Ehud Vaks, facendosi trovare fuori peso. E ai Giochi di Pechino, alla batteria dei cento rana, il nuotatore iraniano Mohammad Alirezaei non si presentò in acqua perché tra i concorrenti alla batteria c’era un israeliano. Ieri c’è stato l’ennesimo numero del regime iraniano. Alle Olimpiadi della Gioventù, che dovrebbero promuovere “la pace”, l’iraniano Mohammad Soleimani, una grande promessa del taekwondo che aveva vinto facilmente i combattimenti preliminari fino alla finale, avrebbe dovuto incontrare l’israeliano Gili Haimovitz. Poco prima della gara per il titolo c’è un colpo di scena. L’atleta iraniano non si presenta, ufficialmente per un infortunio. Medaglia d’oro all’israeliano che vince senza combattere. Soleimani non avrebbe sopportato di dover guardare dal basso in alto un atleta israeliano, mentre la bandiera iraniana veniva sovrastata da quella con la stella di David, secondo il cerimoniale olimpico. Vergogna per il Comitato olimpico che si è limitato a render noto un laconico comunicato in cui si diceva semplicemente che Soleimani si era ritirato dalla finale. Troppo poco per giustificare una scelta antisemita e razzista. La coppa Davis di tennis Svezia-Israele a Malmoe è stata giocata senza la presenza del pubblico per “motivi di sicurezza”. E proprio la Nazionale israeliana di taekwondo ha dovuto cancellare un incontro in Svezia dopo le minacce alla sicurezza da parte di un gruppo islamista. Nella civilissima e placida Scandinavia. Di olimpiche indifferenze al boicottaggio d’Israele se ne sono viste anche troppe e questa penosa storia risale a Monaco ’72. Nel caso dell’Iran, è triste notare come a pagare per la miserabile e fanatica ideologia del regime di Teheran siano i suoi atleti e la sua millenaria cultura. Stupide e razziste sono le Olimpiadi degli iraniani.
La REPUBBLICA - Vanna Vannuccini : " La sfida di Teheran al mondo: un nuovo sito per arricchire uranio "
L´Iran resta in rotta di collisione con l´Occidente. Senza lasciarsi impressionare dalle recenti sanzioni dell´Onu e da quelle ancora più dure decise dall´Unione europea, Teheran ha annunciato ieri che la costruzione di un terzo impianto per l´arricchimento dell´uranio avrà inizio a marzo. Il capo dell´agenzia atomica iraniana Ali Akbar Salehi non ha dato indicazioni sulla località scelta per il nuovo sito. Finora l´Iran arricchisce l´uranio - che serve come combustibile nucleare ma può anche essere usato, se arricchito a livelli più elevati, per costruire armi atomiche - in un impianto sotterraneo a Natanz, a sud di Teheran. Un secondo impianto è in costruzione in un bunker sotto una collina che è ben visibile, seppur inaccessibile, dall´autostrada che da Qom porta alla capitale. Sarà terminato, ha detto il governo iraniano, entro la fine dell´anno e ospiterà 3000 centrifughe. A febbraio Salehi aveva avvertito l´Aiea, l´agenzia dell´Onu per l´energia nucleare, che entro un anno l´Iran avrebbe costruito dieci impianti di arricchimento. L´Iran sostiene di aver bisogno rapidamente dei dieci impianti per produrre energia nucleare e per il reattore sperimentale che possiede per produrre materiale per la medicina nucleare. Complessivamente Teheran intende avere entro quindici anni venti impianti. Per cinque, sempre secondo Salehi, sono già stati individuati i siti di costruzione. In realtà Teheran non possiede ancora nessuna centrale atomica, salvo il reattore sperimentale per la produzione di materiale medico. L´annuncio, pochi giorni fa, che in agosto diventerà operativa la centrale di Bushehr sul Golfo Persico, gestita dai russi sotto il monitoraggio dell´Aiea, aveva fatto pensare che la Russia, dopo innumerevoli rinvii, avesse deciso di mettere in funzione quella centrale per togliere agli iraniani il pretesto di sostenere che hanno un bisogno immediato di energia nucleare per produrre elettricità. Intanto, le sanzioni decise dall´Onu il 9 giugno scorso stanno già avendo effetti pesanti sull´economia iraniana, ma Teheran fa finta di niente. Ahmadinejad le ha definite «innocue». L´Iran continua ad affermare di essere nel proprio diritto di arricchire l´uranio, in quanto firmataria del Trattato di non proliferazione, e giura che il programma non ha alcun fine militare. Un´asserzione che pare poco credibile all´Occidente. Anche ammettendo che un paese che ha enormi riserve di petrolio e di gas come l´Iran (è il quarto produttore mondiale di greggio e il secondo di gas nel mondo) possa avere buone ragioni per utilizzare l´energia atomica, la fretta con cui Teheran lavora al programma lascia pensare che soprattutto veda nel possesso della bomba, o almeno di quella che gli esperti chiamano la break out option (la capacità di costruirla rapidamente), un modo per giocare politicamente in serie A, come il Pakistan l´India o la Cina. Molti anche in Iran temono tuttavia che il possesso di armi nucleari potrebbe dare un duro colpo alla Repubblica islamica se Israele o gli Stati Uniti decidessero di attaccare. L´Occidente teme anche che l´esistenza di una bomba iraniana possa provocare una pericolosa proliferazione nucleare in tutta la regione. Paesi come l´Egitto, l´Arabia Saudita, la Turchia non starebbero a guardare.
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