Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Turchia: rapporti con gli Usa sempre peggio, mentre con l'Iran è un idillio L'ambasciata turca cerca di dipingere un quadro diverso, ma non convince
Testata:Il Foglio - Corriere della Sera Autore: La redazione del Foglio - Tolga Orkun Titolo: «La Turchia è fedele all’Alleanza atlantica nella lotta al terrore»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 17/08/2010, in prima pagina, l'articolo dal titolo " Washington ferma armi e ambasciatori per punire l’alleato infedele Erdogan ", dal CORRIERE della SERA, a pag. 16, l'articolo di Tolga Orkun, incaricato d’Affari a.i. Ambasciata di Turchia in Italia dal titolo " La Turchia è fedele all’Alleanza atlantica nella lotta al terrore ", preceduto dal nostro commento. Ecco gli articoli:
Il FOGLIO - " Washington ferma armi e ambasciatori per punire l’alleato infedele Erdogan"
Recep Tayyp Erdogan
Istanbul. Gli Stati Uniti sono pronti a interrompere la fornitura di armi alla Turchia, il più grande paese a maggioranza musulmana nella Nato. Lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, durante un incontro con il premier di Ankara, Recep Tayyip Erdogan: mai i rapporti fra i due paesi hanno raggiunto un punto così basso. Il messaggio è un colpo potente alla diplomazia turca, che cerca di allargare la propria influenza su tutto il medio oriente. A metà maggio, Erdogan è volato in Iran e ha firmato un accordo nucleare con il regime di Teheran nonostante le proteste della comunità internazionale. Due settimane più tardi, l’esercito israeliano ha abbordato una nave turca che cercava di forzare il cordone di sicurezza intorno a Gaza. Nel blitz sono morte nove persone. Erdogan e Obama si sono visti a giugno, in Canada, nel corso del G20, come ha rivelato ieri il Financial Times. Con la sua mossa, il capo della Casa Bianca ha messo in discussione due punti fermi nei programmi militari di Ankara. Il primo è la lotta ai ribelli curdi del Pkk: la Turchia vorrebbe una decina di aerei senza pilota per fermare i terroristi lungo il confine con l’Iraq riducendo le perdite fra i soldati. Se la collaborazione salta, il piano deve essere riscritto. Il secondo è lo scudo spaziale: Erdogan ha accettato di ospitare una base del sistema missilistico, ma le parole di Obama possono avere conseguenze negative sul futuro del progetto. La diffidenza degli Stati Uniti sale in maniera vistosa e le armi sono soltanto una parte della storia. Il Congresso ha bloccato la nomina del nuovo ambasciatore in Turchia, Francis Ricciardone, lo stesso accade con l’inviato in Azerbaigian, Matthew Bryza, che ha già la benedizione della Casa Bianca ma non ha ancora il nulla osta del Senato. Bryza è stato per anni l’uomo di George W. Bush nel Caucaso meridionale, pochi conoscono la regione come lui. Alcuni osservatori ritengono che non sia ancora a Baku per un motivo soltanto: la moglie, Zeyno Baran, una nota analista dell’Hudson Institute, è turca, e questo particolare oggi sembra decisivo. A Washington pensano che il problema si chiami “profondità strategica”, come la tesi che guida la politica estera di Erdogan. La Turchia vuole diventare una grande potenza e l’unico modo per raggiungere l’obiettivo è avere buoni rapporti con i vicini di casa. L’approccio ha permesso al paese di aprire una nuova fase nei rapporti con la Grecia e l’Armenia, ma anche con l’Iran e la Siria. Da qui i dubbi dell’Amministrazione Obama: un rapporto compilato a marzo dagli uomini del dipartimento di stato dice che “bisogna capire se Ankara sta cambiando la propria, tradizionale posizione nei confronti dell’occidente”. La Turchia ha sempre avuto un ruolo importante nelle strategie dell’Alleanza atlantica, ma ora l’amicizia con l’Iran e i problemi con Israele rischiano di rovesciare il progetto “neo ottomano” di Erdogan e di annullare i risultati raggiunti dal paese negli ultimi anni. La distanza con Washington è segnata da un altro elemento: ieri – mentre il premier israeliano atterrava ad Atene per una visita di due giorni in Grecia che comprenderà anche “colloqui militari” – il governo di Gerusalemme ha annunciato l’acquisto di venti caccia F-35 prodotti dagli americani di Lockheed Martin.
CORRIERE della SERA - Tolga Orkun : " La Turchia è fedele all’Alleanza atlantica nella lotta al terrore "
Per leggere il pezzo di Guido Olimpio di cui scrive Tolga Orkun, cliccare sul link sottostante :
Nel suo articolo, Olimpio scriveva anche del ruolo della Turchia come alleato iraniano e delle implicazioni che questo comporta per il Medio Oriente. Orkun non ne fa menzione nella sua lettera, come non viene menzionato l'appoggio di Erdogan al nucleare (tutt'altro che pacifico) di Ahmadinejad, come mai? Ecco il pezzo:
Erdogan stringe la mano ad Ahmadinejad
Caro direttore, le affermazioni espresse nell’articolo apparso il giorno 11 agosto 2010 sul Corriere della Sera dal titolo «La Via Turca delle Armi per Hezbollah», firmato da Guido Olimpio sono completamente artificiose ed infondate. Alla base della politica interna ed estera turca, si colloca l’adesione all’Unione Europea in quanto scelta strategica. In questo ambito, la politica estera e di sicurezza della Turchia è in linea con quella dell’Ue, ed anche «trasparente». Il nostro Paese che si muove in assoluta solidarietà con i suoi alleati della Nato, gode di una posizione di tutto rispetto anche all’interno di questa organizzazione. Come membro responsabile della comunità internazionale e Paese che applica la propria politica estera sempre nell’ambito delle leggi internazionali, la Turchia ha assunto ruoli importanti volti a costruire ed a salvaguardare la pace, la sicurezza e la stabilità nella regione. Il ruolo giocato dalla Turchia, inoltre, risponde alle esigenze della comunità internazionale in modo efficiente e costruttivo. Grazie alla sua struttura di Stato ed alla sua tradizione radicata, la Turchia sta assumendo le sue responsabilità in modo efficace ed armonioso insieme a tutte le sue istituzioni. La Turchia adempie tutti i suoi impegni derivanti dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu; inoltre è parte di tutti gli accordi e norme internazionali diretti all’impedimento, sia del trasporto che del commercio, senza controllo e clandestino delle armi piccole e leggere ed anche di quelle di distruzione di massa e dei materiali di doppio uso che si possono essere utilizzati nella costruzione di tali armi. Sta applicando, senza eccezioni, gli impegni che gliene derivano. La Turchia si sta muovendo in stretta collaborazione e sintonia con le istituzioni dell’Ue come Europol ed Eurojust, nonché con i Paesi europei, nella lotta contro i crimini organizzati che scavalcano i confini come il terrorismo ed il traffico delle armi. Ha intensificato i suoi sforzi in particolare con l’Europol per aumentare ulteriormente la collaborazione, approfondendo la sua collaborazione strategica sul livello operativo e nominando un funzionario per i contatti presso questa organizzazione. Il fatto che l’Agenzia dell’Informazione Turca sia uno degli istituti più efficaci e prestigiosi che fornisce i suoi irrinunciabili contributi alle operazioni che si svolgono in questo campo, viene ammesso e confermato anche dai nostri partner europei. In questo ambito la Turchia si muove in modo integrato con i Paesi ed istituti occidentali attraverso i valori e obiettivi comuni. All’interno della politica costruttiva che segue nella sua regione la Turchia sta collaborando con tutti gli attori della comunità internazionale a cominciare dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, di cui è membro non permanente, Usa e Ue. Allo stesso modo la Turchia sta offrendo un valore aggiunto molto importante agli sforzi uniti della comunità internazionale in Libano e Afghanistan, con i suoi contributi a livello bilaterale, con i suoi sforzi a base regionale in quanto membro sia dell’Unifil, della Nato nonché dell’Isaf. La Repubblica di Turchia considera la collaborazione internazionale un elemento fondamentale della sua politica estera nella lotta contro il terrorismo. Le affermazioni infondate che prendono di mira la persona che sta a capo dell’Agenzia dell’Informazione di Turchia, membro della Nato, sono allo stesso modo una grande ingiustizia e mancanza di rispetto anche nei confronti degli amici e alleati della Turchia. Le affermazioni completamente infondate e pubblicate dal Corriere della Sera non sono compatibili con il senso di responsabilità che il mestiere di giornalista, molto rispettabile e altrettanto sacro dal punto di vista della libertà, comporta.
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