sabato 17 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Sul pezzo di Battistini a Jenin 10/08/2010

Copia di lettera inviata al Corriere della Sera:

Gentile Direttore,

sono curiosa di sapere perché l’articolo di Francesco Battistini “Il nuovo cinema “Giardino” nella capitale dei kamikaze” (a Jenin, West Bank) sia rimasto sul sito del Corriere dall’8 al 9 scorsi, ma non sia stato pubblicato sulla copia cartacea del Corriere. Forse perché cita due fatti “pericolosi”? in aggiunta, ho una critica su un'omissione coerente nell’articolo di Battistini. Con una premessa. A Jenin ci fu un terribile scontro durante la cosiddetta seconda intifada. L’inchiesta israeliana, avvalorata un mese dopo dall’ONU,  appurò che furono 53 le vittime, tra israeliani caduti in un’imboscata e la maggioranza di terroristi palestinesi uccisi in combattimento. Su quell’episodio – come in tanti altri, frutto della menzogna propagandistica palestinese – continua la leggenda di un avvenuto “massacro ed occultamento di cadaveri in fosse comuni”. Ora, Battistini ha fatto un doveroso servizio d’informazione – considerato che non si trattava di un articolo prettamente politico, ma socio/culturale – sfiorando le caratteristiche principali di Jenin: “Capitale dei kamikaze” e dominio di Hamas. Lo sviluppo di queste due affermazioni, vere, sarebbero interessanti. Poteva inoltre, il Battistini, aggiungere quel dato di fatto che forse avrebbe offerto le premesse per sbugiardare la propaganda e quei siti che a tutt’oggi esaltano la leggenda di un avvenuto “massacro” a Jenin, a cui pure un regista ha dato fiato propagandistico con il film “Jenin, Jenin, Jenin!” che, ovviamente, ha avuto un discreto successo a suo tempo. Volutamente ignorando che Arafat, in aggiunta alla fabbricazione della menzogna dell'uccisione di al-Dourra, voleva estremizzare le piazze islamiche ma anche occidentali antisraeliane.

La fandonia archittettata dall’allora Antenne 2 (oggi France 2) in collaborazione con i palestinesi, sull’uccisione del ragazzo al-Dourra, ha estremizzato le piazze islamiche ed antisraeliane occidentali all’inizio della seconda intifada. Tale leggenda continua ad imperversare con quella di Jenin. Non ho dubbi su di lei, ma avrà il Corriere il coraggio di ripristinare la verità, confutando le menzogne, con due serie inchieste sugli argomenti citati?

Insisto nel ricordare a chi si opponesse a che sia data eco alla verità su questi due fatti, che sia il "massacro di Jenin" sia il caso al-Dourra sono stati creati apposta per estremizzare le piazze occidentali ed islamiche: tutte, soprattutto nei teatri di guerra. Il caso, al tribunale di Parigi, si è rivelato la più grossa fandonia giornalistica di tutti i tempi. Eppure, non si è avuto nessun clamore sulla questione come lo fu quando la notizia fece furore. Le reazioni islamiche hanno visto giustificato, dal silenzio mediatico (e politico) sulla verità, il loro ulteriore odio cieco contro gli ebrei e l’occidente, reo di legittimare e sostenere – bene o male – l’esistenza di uno “spietato” Israele. Gli islamisti se la sono goduta per il loro successo. La più evidente reazione dell’estremizzazione islamista, dovuta al caso al-Dourra, è stata sbandierarla come concausa al fatto che fosse ebreo, dagli assassini di un suo collega: Daniel Pearl.  Nel nome di Al-Dourra – nel nome di una menzogna - e per il fatto di essere ebreo, Daniel Pearl è stato decapitato e il suo corpo ridotto in dieci pezzi.

Forse il Corriere potrebbe riscontrare problemi nell’affrontare i due casi mediatici a cui ha dato clamore a suo tempo, sposando in toto l’attendibilità della propaganda palestinese ed antisraeliana, mantenendo il silenzio ad oggi. Eppure, penso che oggi – a distanza di tempo – sia meno pericoloso affrontare la verità su questi due argomenti. Il Corriere acquisterebbe ulteriore autorevolezza – che sul Medio Oriente non è spesso attendibile, né lineare – e tornerebbe ad instaurare quel corso non indifferente di alto giornalismo che lo distinguerebbe da tutti gli altri quotidiani.

Cordialmente,
Danielle Sussmann

Come abbiamo scritto nell'introduzione critica al pezzo di Battistini, più che un
articolo di cronaca e di costume, ci è parso più adatto ad una comunicazione dell'ufficio stampa del regista tedesco del film.
In più, tutta la presentazione del film, trama e contorni, ha messo Israele nella parte del 'cattivo', cosa non nuova, ma secondo noi non adatta a una testata come il Corriere.
IC redazione


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT