Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il quotidiano comunista su Gilad Shalit: sempre peggio 25/06/2010
Ho letto le vostre parole a margine delle manifestazioni di oggi, 24 giugno, organizzate per ottenere la liberazione di Gilad Shalit, da 4 anni tenuto prigioniero in spregio di TUTTE LE LEGGI INTERNAZIONALI. Non sarà mica che queste vostre parole sono spiegate dalla vostra vicinanza ai peggiori schieramenti dell'estrema destra (genere quelli che ruotano attorno a Claudio Mutti), come vi spiegava pochi giorni or sono la vostra sostenitrice Cannarutto? Emanuel Segre Amar
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ll trafiletto apparso sul vostro giornale (che ho smesso di leggere da quando la signora Rossanda definì "gente che si dice ebrea" i ragazzi del ghetto di Roma accorsi, allora come qualche settimana fa, a difendere il cuore della memoria ebraica dall'assalto degli sgherri antisemiti di sinistra sodali del loro predecessore fascista Stefano delle Chiaie) in merito all'iniziativa per la liberazione di Ghilad Shalit è, come qualcuno ha scritto, ributtante. Il vostro paragone è indegno, inveritiero, disonesto e, soprattutto alla fine, antisemita.
Gli undicimila detenuti palestinesi hanno commesso reati, alcuni gravissimi. Altri addirittura mostruosi, come l'orazione di Marwan Barghuti all'indomani della strage, da lui ideata, ispirata e preparata, nella quale perì anche un'intera famiglia di sopravvissuti alla shoah. "Lode ai martiri che hanno punito Israele". Questa fu l'orazione di Marwan Barghuti quel giorno. Dopo che il lavoro di Hitler era stato ancora una volta accresciuto e salutato con soddisfazione. Il ragazzo Ghilad Shalit, pur indossando la divisa di un esercito, non ha ucciso e non si stava preparando a uccidere nessuno, tantomeno civili, tantomeno superstiti di un olocausto.
E certo il perdono, la riconciliazione e, magari, un futuro di pace, non dipendono da gente come voi, i cui paragoni, ripeto, sono ributtanti e, alla fine, antisemiti con quelle riprovevoli allusioni alla vita di un israeliano che "varrebbe più di quella di undicimila dannati della terra". Marthin Luther King sarebbe disgustato dalle vostre parole. Negli anni Sessanta egli ebbe modo di esprimere chiaramente che cosa pensasse del vostro linguaggio e della vostra ideologia chiaramente antisemita. Gli undicimila palestinesi detenuti nelle carceri israeliani certo non vivono nel paradiso in cui i loro capi necrofili e hitleriani promettevano sarebbero giunti ad abbeverarsi del sangue degli ebrei e a inebriarsi della bellezza delle vergini di Odino. Ma essi sono stati processati, ad essi non sono impediti i contatti con i loro familiari o la visita di organismi umanitari (che a voi piacciono tanto forse solo quando convogliano anche spranghe, coltelli e bombe per buttare a mare gli ebrei o almeno invitarli a tornare ad Auschwitz, come gli attivisti della flottiglia hanno fatto); l'applicazione delle convenzioni internazionali non è stata e non è ignorata nel tempo, sia pure infelice della loro detenzione. Quindi abbiate almeno il coraggio di ammettere quello che Marthin Luther king, nel suo meraviglioso e limpido discorso di quarant'anni fa sul sionismo e sull'antisionismo vi invitava ad ammettere di essere: antisemiti! Possa ogni persona di coscienza, che abbia letto e che legga - anche dietro diffusione- il vergognoso trafiletto scritto sul vostro giornale, vedervi per quello che siete e smettere di leggere la vostra orribile propaganda, che oggi più che mai, offende la memoria di chiunque, ebreo o non ebreo. Io personalmente avverto dei sentimenti che neanche trovo modo di esprimere, perché l'indignazione, lo stupore per quanto avete il coraggio e la barbarie di scrivere, non basterebbero a definirli. Lea Rosenholtz