Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
'Wilders merita di andare al governo, è un politico di talento, preparato' Dichiarazioni di Ayan Hirsi Ali su Geert Wilders
Testata: La Repubblica Data: 11 giugno 2010 Pagina: 15 Autore: a.g. Titolo: «Hirsi Ali: 'Wilders al potere? I numeri non lo consentono'»
Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 11/06/2010, a pag. 15, l'intervista di a.g. ad Ayan Hirsi Ali dal titolo " Hirsi Ali: 'Wilders al potere? I numeri non lo consentono'".
Ayan Hirsi Ali Geert Wilders
AMSTERDAM - «L´Olanda è un Paese in crisi di identità, e queste elezioni lo dimostrano». Prima di diventare scrittrice e opinionista a tempo pieno, Ayaan Hirsi Ali era stata deputata nelle liste del Vvd, il partito liberale conservatore che ha vinto di poco le elezioni di mercoledì. «Anche io ho votato Mark Rutte, perché credo che sia l´uomo giusto al momento giusto», racconta al telefono dagli Usa, dove ormai vive dal 2006. In questi giorni sta presentando il suo ultimo libro, Nomade, appena pubblicato anche in Italia. Una vita in fuga, dalla dittatura in Somalia quando era piccola, e poi dalle minacce dei fondamentalisti per il film sul Corano scritto insieme al regista Theo Van Gogh, assassinato nel 2004. L´estrema-destra di Wilders è cresciuta sull´onda dello shock di quell´omicidio? «Wilders non è un fenomeno passeggero. È un politico di talento, preparato. Siede in parlamento da molti anni, ha una carriera più lunga di Rutte o di Job Cohen, il leader laburista. È stato uno dei primi a capire che il modello olandese, così com´era concepito, non poteva più funzionare». Rutte lo chiamerà al governo? «I due si conoscono bene. Prima di fondare il suo partito, nel 2006, Wilders era insieme a me dentro al Vvd. Il problema per Rutte è che un accordo con Wilders escluderebbe i cristiano-democratici e i social-democratici. Insomma, non ci sono i numeri. Anche se Wilders meriterebbe di andare al governo». Non crede che le sue sparate xenofobe e anti-islamiche siano preoccupanti e che danneggino l´immagine dell´Olanda? «Sono sicura che se andasse al governo avrebbe toni più moderati, come succede a chiunque passa dall´opposizione al potere. Comunque, la sinistra dovrebbe smetterla di scandalizzarsi. Wilders pesca voti proprio tra gli elettori laburisti, delusi da un partito prigioniero del politicamente corretto». Eppure i social-democratici di Job Cohen hanno retto meglio del previsto. «Cohen ha carisma, ma il suo messaggio è sbagliato. Non si può tollerare l´intolleranza degli islamici radicali. Come sindaco di Amsterdam è stato molto ingenuo nel promuovere l´integrazione degli immigrati solo su basi sociali ed economiche, ignorando quelle culturali. Con questo voto, gli olandesi chiedono una vera integrazione su valori occidentali condivisi». Questa volta, però, i temi economici sono stati più popolari di sicurezza e immigrazione. «Il Vvd ha vinto perché ha il migliore programma per affrontare la crisi. Rutte capisce di finanza, sa come ridurre la spesa statale. È anche l´uomo di fiducia di molti imprenditori. Sono sicura che sarà un bravo premier, anche se purtroppo avrà una coalizione fragile e instabile, specchio delle profonde divisioni del Paese».
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