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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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No allo spagimento di sangue: giusto, ma va detto a chi lo provoca 09/06/2010
Terror Flotilla Milano, 6 giugno 2010.
Al di là  di qualsiasi considerazione politica e al di là  di una manifesta impreparazione da parte dei militari israeliani di fronte a un'imbarcazione-trappola con terroristi a bordo, "pronti al martirio" come le bombe umane palestinesi, le foto dei soldati israeliani feriti mostrano la differenza fra pacifismo e quell'integralismo violento e anti-ebraico promosso dai Fratelli Musulmani (di cui fa parte Hamas) e da una rete antisionista che di fatto opera per annientare lo Stato di Israele, dopo una propaganda diretta a delegittimarlo agli occhi dell'opinione pubblica mondiale.
Tutti sanno, ma ignorano deliberatamente quando esprimono opinioni, che la nave passeggeri Mavi Marmara era organizzata a cura dell'IHH, organizzazione legata ad Hamas ad al Qaeda e al network antiebraico Muslim Brotherhood. E' evidente che vi è una strategia collegata alla "Flotilla" e agli eventi luttuosi che hanno caratterizzato la sua azione; è chiaro che il network anti-ebraico e una certa politica della Turchia non sono rimasti sorpresi da quanto accaduto ed è palese che chi parte per il "martirio" ha una missione di provocazione violenta. Una visione realistica dei fatti dovrebbe evitare di deformarli e piegarli alla solita visone che si vuole avere delle politiche belliche e di sicurezza israeliane. Quello che è accaduto è tragico, ma ha radici in un piano premeditato che nulla ha a che vedere con le politiche di Israele.
Questo assunto non deve tuttavia togliere spazio a una legittima critica verso la strategia di contenimento delle azioni (umanitarie e non) di sostegno al popolo palestinese, che deve cambiare sia per restituire un'immagine civile di Israele presso l'opinione pubblica internazionale, sia perchè  vanno evitati a qualunque costo inutili spargimenti di sangue.
Esistono, per esempio e per situazioni di inaspettata violenza (con uso di armi bianche o improprie), armi a choc elettrico, proiettili di gomma, cortine di fumo e gas, sistemi d'arma paralizzanti, pallottole soporifere: efficaci come proiettili, ma rispettose della vita umana.
Roberto Malini
Vedi foto: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2010/06/07/pop_soldati.shtml roberto.malini@gmail.com

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