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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.05.2010 Ad Al Jazeera non piacciono le conduttrici che non mettono il velo
Cinque dipendenti si licenziano rivendicando il loro diritto a vestirsi come vogliono

Testata: Corriere della Sera
Data: 31 maggio 2010
Pagina: 14
Autore: Viviana Mazza
Titolo: «Al Jazeera, giornaliste in rivolta: Ci vestiamo come vogliamo»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/05/2010, a pag. 14, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo " Al Jazeera, giornaliste in rivolta: Ci vestiamo come vogliamo ".


Al Jazeera e una delle sue presentatrici ideali

Quando vanno in onda, molte presentatrici di Al Jazeera indossano una giacca sopra un top non scollato. Se portano una camicetta non la sbottonano troppo. Solo qualcuna porta l’hijab, il foulard sui capelli. Altre osano un po' di più, indossando maglie leggermente aderenti. Finora, entro questi limiti, era una loro scelta, non imposta dall’alto. Ma negli ultimi mesi qualcosa è cambiato, almeno a giudicare dalla protesta di alcune delle donne più in vista della tv in lingua araba con sede in Qatar.

Secondo il quotidiano saudita-libanese Al Hayat, con sede a Londra, otto annunciatrici di Al Jazeera hanno presentato a gennaio una lettera di protesta contro le «molestie verbali» del vicedirettore Ayman Jaballah, lamentando «continui commenti offensivi sul modo di vestirsi e di presentarsi davanti alle telecamere». Una di loro, l’algerina Khadija Bin Qunna, indossa l’hijab. Ieri è arrivata la notizia che 5 delle 8 giornaliste si sono dimesse: Jumana Nammour, 39 anni, Lina Zaharddin, 34 anni, Gilnar Mussa, 40 anni, libanesi, la siriana Luna Shebel, 35 anni, e la tunisina Nawfar Afli.

I quotidiani arabi spiegano le dimissioni come una reazione alla decisione di Al Jazeera di emanare un codice di abbigliamento per i presentatori, femmine e maschi. L’emittente tace, fa sapere che divulgherà un comunicato. Dopo le lamentele delle giornaliste, il direttore generale della rete Wadhah Khanfar ha costituito una commissione, che ha respinto le accuse: «È compito dell'emittente definire l'aspetto degli annunciatori e dei giornalisti in video, perché fa parte della linea editoriale e del messaggio trasmesso ai telespettatori». Ha inoltre suggerito alla direzione di emanare un codice di abbigliamento che includa azioni punitive e ha nominato proprio Jaballah come responsabile di assicurare che le regole siano applicate. Una fonte interna ha confermato l’intenzione di imporre un codice, precisando che «non è stato chiesto alle presentatrici di indossare il velo».

Una delle giornaliste avrebbe detto in forma anonima al giornale saudita Al Iqtesadia che il conflitto va al di là dell’abbigliamento: «La nostra protesta è il risultato di 5-6 anni di comportamenti irrispettosi della professionalità delle donne. Siamo considerate da tutti caste e rispettose della decenza. Siamo state oggetto di osservazioni pesanti, offensive e immorali. Chi ci chiede di rispettare un modello di comportamento più consono all'immagine dell’emittente ci faceva osservazioni spinte sulla scollatura».

Alcuni giornali arabi affermano che all’interno di Al Jazeera sta prendendo il sopravvento una linea più conservatrice. La rete segue da sempre le vicende dei partiti islamici nella regione, infastidendo Washington ma anche i regimi arabi: questa tendenza si starebbe rafforzando e alcuni corrispondenti come il direttore dell'ufficio del Cairo, Hussein Abdel Ghani, si sono dimessi in polemica.

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