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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
26.05.2010 Ahmadinejad a Bruxelles il 1° giugno
Gabriele Albertini denuncia la posizione anti americana e anti israeliana di alcuni parlamentari europei

Testata:
Autore: Fausto Biloslavo
Titolo: «Bruxelles apre le porte al regime iraniano. Albertini: lobby anti Usa»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 26/05/2010, a pag. 14, l'articolo di Fausto Biloslavo dal titolo " Bruxelles apre le porte al regime iraniano. Albertini: lobby anti Usa ".


Gabriele Albertini

Gli iraniani sbarcano nella capitale europea. Per un incontro a porte chiuse, con poca pubblicità, ma che farà comunque rumore. Il 1° giugno il ministro degli Esteri iraniano, Manoucher Mottaki, arriverà a Bruxelles per parlare davanti alla Commissione affari esteri del parlamento europeo. E fra i parlamentari la lobby anti americana e anti israeliana non disdegna di lisciare il pelo al lupo.
Giorni di passione per il presidente della Commissione esteri, l'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini. Ieri si è rifiutato di partire per una missione in Israele e nei territori troppo favorevole ai palestinesi. La prossima settimana si troverà di fronte a un fedelissimo del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. «So bene che gli iraniani sono ancora più pericolosi dei palestinesi, se non altro perché hanno il petrolio, un governo teocratico e un programma nucleare - spiega al Giornale Albertini -. O si decideva di chiudere la porta in faccia al ministro o lo si affrontava. Posso assicurare: non ci stiamo sbilanciando».
L'appuntamento con Mottaki è fissato dalle 11 alle 12.30 del 1° giugno e viene descritto nell'agenda dei lavori, come «uno scambio di punti di vista» con il ministro degli Esteri iraniano. Alcuni parlamentari sono contrari all'incontro, che nelle intenzioni del regime degli ayatollah doveva avere un grande richiamo mediatico e propagandistico. «L'ambasciatore iraniano a Bruxelles aveva addirittura proposto la diretta televisiva, da trasmettere a Teheran, del discorso di Mottaki. Poi volevano una conferenza stampa congiunta e un ricevimento» rivela Albertini, che ha bocciato la pompa magna. «Gli iraniani cercano la legittimizzazione del loro regime da parte del parlamento europeo. Ho spiegato che sul tappeto rimane il problema del programma nucleare, il mancato rispetto dei diritti umani e la pena di morte per gli oppositori», sottolinea l'ex sindaco di Milano.
Però a Strasburgo e Bruxelles non manca chi tifa per l'Iran. A cominciare dalla verde tedesca Barbara Lochbihler, presidente della Delegazione interparlamentare con l'assemblea di Teheran. «Fra le fila dei verdi e dei socialisti ci sono dei pacifisti che chiedono di non trattare l'Iran con durezza - sostiene Albertini -. Con motivazioni umanitarie, ma pure per una loro vena anti americana e anti israeliana». Sulla Lochbihler il giudizio è chiaro: «Più che essere favorevole all'Iran è una politically correct all'estremo, tanto da andare ad accarezzare il lupo». Anche la baronessa Catherine Margaret Ashton si mette di traverso e strizza l'occhio a Teheran. La rappresentante della politica estera dell'Unione europea ha dichiarato, negli ultimi giorni, che gli ayatollah si sarebbero ammorbiditi. «Ci sono stati segnali in tale senso - conferma la baronessa -. Come Unione europea siamo pronti a incontrare i dirigenti iraniani per discutere delle preoccupazioni internazionali sul programma nucleare».
Peccato che Stati Uniti, alleati occidentali, compresa l'Italia, la Russia e forse la Cina si stanno preparando a varare nuove sanzioni contro Teheran. Gli israeliani sono sul chi vive, ma Albertini garantisce che «non ci saranno né sconti, né compiacenze». Il ministro iraniano ama parlare, ma se sforerà i tempi assegnati per il suo intervento potrebbe venirgli tolta la parola.
In attesa dello sbarco iraniano a Strasburgo salta fuori che sono una decina gli europarlamentari, come Albertini, che non sono partiti per la missione filopalestinese iniziata ieri. Israele non ha concesso l'ingresso alla striscia di Gaza. «Penso che ci andranno lo stesso dall'Egitto - conferma Albertini -. Questa delegazione se non ostile certamente ha delle antipatie per Israele». E al seguito c'è pure una troupe televisiva del parlamento europeo per fare da grancassa. Non solo: la lobby composta da parlamentari dei verdi e dei socialisti sembra pronta ad avallare le richieste palestinesi di aumentare di altri 200 milioni di euro gli aiuti. Però Albertini mette le mani avanti sul controllo dei fondi: «In un sistema scarsamente democratico non sai mai se vanno a finire nelle tasche di qualcuno, se servono a comprare razzi o se effettivamente aiutano i palestinesi».

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