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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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La Stampa - Il Foglio Rassegna Stampa
18.05.2010 Turchia e Brasile favoriscono il nucleare iraniano
Cronaca di Maurizio Molinari, analisi del Foglio

Testata:La Stampa - Il Foglio
Autore: Maurizio Molinari - La Redazione del Foglio
Titolo: «Intesa nucleare Iran-Brasile-Turchia - Le braccia alzate di Teheran»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 18/05/2010, a pag. 19, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Intesa nucleare Iran-Brasile-Turchia ". Dal FOGLIO, a pag.3, l'editoriale dal titolo " Le braccia alzate di Teheran ".
Ecco i due articoli:

La STAMPA - Maurizio Molinari : " Intesa nucleare Iran-Brasile-Turchia "


Maurizio Molinari

Con una mossa a sorpresa Mahmud Ahmadinejad accetta dalle mani di Brasile e Turchia un accordo sul nucleare molto simile a quello rifiutato negli ultimi sei mesi quando l’offerta era giunta da Stati Uniti, Russia, Cina e Unione Europea. L’intesa è stata siglata ieri mattina a Teheran dai ministri degli Esteri dei tre Paesi, sotto gli occhi dei rispettivi presidenti, e prevede che l’Iran consegni alla Turchia 1200 dei 1500 kg di uranio arricchito al 3,5% per ricevere in cambio entro un anno dall’Agenzia atomica dell’Onu (Aiea) 120 kg di uranio arricchito al 20% per il reattore che produce isotopi a fini medici. E se ciò non dovesse avvenire la Turchia restituirà tutto l’uranio ricevuto.
Per l’Iran si tratta di un successo politico perché rompe l’assedio diplomatico internazionale al programma nucleare grazie al sostegno di due potenze regionali che siedono nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu e che si sono subito dette «contrarie a nuove sanzioni». Il tutto senza fare concessioni a Usa, Russia e Ue come anche senza cedere alla richiesta di bloccare l’arricchimento dell’uranio contenuta in tre risoluzioni Onu. «Continueremo ad arricchire l’uranio al 20% sul nostro territorio» ha dichiarato Ramin Mehmanparast, portavoce del ministero degli Esteri. «L’accordo siglato inaugura una strada costruttiva, non c’è più bisogno di parlare di sanzioni o pressioni» ha commentato il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, mentre il presidente brasiliano Lula parlava di «vittoria della diplomazia» dopo essere stato protagonista con Tayyp Recep Erdogan di un negoziato segreto che sembra aver colto di sorpresa i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.
Parigi e Berlino infatti hanno preso tempo, limitandosi ad affermare che «adesso la risposta tocca all’Agenzia atomica dell’Onu» che dovrà valutare il testo dell’accordo mentre da Londra il neopremier David Cameron si è limitato ad affermare che «gli obblighi dell’Iran non cambiano». Più aperto il presidente russo Dmitry Medvedev che ha parlato di «positivo impegno di Teheran» invitando Usa, Cina e Ue a «nuove consultazioni» magari questa volta alla presenza anche di Turchia e Brasile. «E’ un passo avanti ma non basta» ha commentato il ministro degli Esteri Franco Frattini riferendosi alla necessità di porre fine all’arricchimento. Per Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu, si tratta di «un accordo incoraggiante» e promette di «studiarlo» in parallelo con l’Aiea. Anche il governo di Israele ha detto di voler «esaminare il testo» ma con accenti differenti: «Temiamo inganni».
L’amministrazione Obama è stata l’ultima a reagire, con un comunicato del portavoce Robert Gibbs che da un lato «riconosce gli sforzi fatti da Turchia e Brasile» ma dall’altro esprime «seri timori perché l’Iran ha spesso mancato gli impegni presi». Ciò che preoccupa la Casa Bianca è soprattutto la perdurante volontà iraniana di arricchire l’uranio «in violazione delle risoluzioni Onu»: potrebbe essere questa l’obiezione con cui l’Aiea rigetterà l’accordo ma non si può escludere che inizi ora una nuova fase negoziale. Ostacolando gli sforzi in atto da parte di Washington per votare le nuove sanzioni all’Onu.«Per Mosca parlare con la nuova leadership ucraina è più facile». Lo ha detto ieri il presidente russo Dmitry Medvedev a conclusione dei colloqui con l’omologo ucraino Viktor Yanucovich a Kiev, nella prima visita ufficiale in Ucraina da capo del Cremlino. I due hanno siglato una serie di accordi (tra cui un’intesa sui confini terrestri tra i due paesi, sulla sicurezza europea e per una cooperazione tra i rispettivi servizi di intelligence).

Il FOGLIO - " Le braccia alzate di Teheran "

Braccia alzate, sorrisi, esultanza. Per l’Iran si sono appena conclusi giorni di festa, sotto gli occhi compiaciuti di nuovi e vecchi amici che hanno partecipato al banchetto con grandi aspettative e grandi proposte. L’affare poi si è fatto, in un colpo solo il presidente iraniano Ahmadinejad ha ottenuto tre risultati insperati: l’Iran non è più isolato, le sanzioni in eterna discussione al Consiglio di sicurezza sono rimandate e le trattative presso l’Agenzia atomica dell’Onu – cui aveva partecipato anche un messo dell’Amministrazione americana – sono ormai passato remoto. Grazie all’attivismo di Turchia e Brasile, che da settim a n e cercano di introdursi a gamba tesa nei negoziati sul nucleare di Teheran, da ieri la palla è di nuovo in territorio occidentale, e a giocarla non sono più né il gruppo di Vienna né il 5+1 né il Consiglio di sicurezza dell’Onu. Saranno il premier turco Erdogan e il presidente brasiliano Lula a governare e gestire il nuovo accordo stipulato con Ahmadinejad, cioè il trasferimento “entro un mese” di milleduecento chili di uranio in territorio turco per l’arricchimento – supervisionato anche da tecnici iraniani, che così imparano bene il mestiere. Una volta lavorato, il materiale tornerà in Iran e sarà utilizzato “per le finalità mediche” per cui la richiesta è stata avanzata. Da Washington sono arrivate parole di cautela, ci vuole l’avallo dell’Aiea, ha detto il portavoce di Obama, il nucleare di Teheran rappresenta una grande preoccupazione, le sanzioni sono sempre un’opzione. Peccato che Turchia e Brasile siano membri non permanenti del Consiglio di sicurezza e la loro diplomazia parallela non può che rallentare il già lento processo dell’approvazione delle sanzioni. E comunque neppure Russia e Cina erano d’accordo con le misure economiche, e Mosca ora dice “bene, controlliamo ma andiamo avanti”, e inizia già il suo lavorìo per convincere Stati Uniti, Francia e R e g n o Unito che in fin dei conti la manovra turco-bras i l i a n a non è così improvvida. Anzi, poiché il trasferimento dell’uranio era proprio al centro dell’accordo fallito nell’autunno scorso dopo i colloqui dell’Aiea, adesso ci potrebbe essere un rilancio: se arricchisce l’uranio la Turchia – e non si sapeva neanche che avesse gli strumenti per farlo – perché non possono farlo anche la Francia o la Russia stessa? Intanto se ne discuterà, e Teheran avrà un mese per godersi la vittoria, alzare le braccia, esultare per il suo personale scudetto, e decidere anche di cambiare i termini dell’accordo, tanto è tutto tempo guadagnato, tutta una nuova negoziazione da inventarsi da zero, sotto il grande ombrello della mano tesa obamiana.

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