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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa - L'Unità Rassegna Stampa
16.04.2010 Emergency: Gino Strada in polemica con la Farnesina
Cronaca di Emanuele Novazio, intervista di Umberto De Giovannangeli a Margherita Hack

Testata:La Stampa - L'Unità
Autore: Emanuele Novazio - Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Nuove scintille fra Gino Strada e la Farnesina - Destra scandalosa. Emergency è un valore per l’Italia»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 16/04/2010, a pag. 10, l'articolo di Emanuele Novazio dal titolo " Nuove scintille fra Gino Strada e la Farnesina ". Dall'UNITA', a pag. 33, l'intervista di Umberto De Giovannangeli a Margherita Hack dal titolo " Destra scandalosa. Emergency è un valore per l’Italia ", preceduta dal nostro commento. Ecco i due articoli:

La STAMPA - Emanuele Novazio : " Nuove scintille fra Gino Strada e la Farnesina "


Gino Strada

Sono stati trasferiti a Kabul i tre volontari di Emergency arrestati sabato nell’ospedale di Lashkar Gab con l’accusa - non ancora formalizzata - di «detenzione consapevole» di esplosivo e armi da guerra da impiegare in attentati contro il governatore dell’Helmand. Con loro si troverebbero anche i sei afghani collaboratori dell’ong. Oggi il chirurgo Marco Garatti, l’infermiere Matteo Dell’Aira e il tecnico Matteo Pagani incontreranno in carcere l’ambasciatore italiano a Kabul Claudio Glaentzer - che ieri ha consegnato al presidente Karzai la lettera di Silvio Berlusconi nella quale il presidente del consiglio chede alle autorità afghane una risposta urgente - e l’inviato speciale del ministro Frattini, Attilio Iannucci.
Ma sulle condizioni dei tre italiani e sulle accuse del governo afghano è aspra la polemica fra Gino Strada, fondatore dell’ong che da anni opera in Afghanistan, e la Farnesina. In una nota ufficiale, il ministero degli Esteri contesta «frasi e comunicazioni» di Strada: «Sarebbero da evitare nell’interesse dei connazionali la cui tutela è assoluta priorità del governo italiano», si sottolinea. Il riferimento è alle dichiarazioni fatte da Strada nelle ultime 48 ore, nelle quali il fondatore di Emergency»sostiene che le armi trovate nell’ospedale di Lashkar Gab sono state portate da uomini dei servizi segreti afghani «direttamente o con la complicità di qualcuno che vi lavora»: le truppe afghane e britanniche, è l’accusa, sono dunque «andate a colpo sicuro» e le hanno trovate «non nascoste ma sul pavimento»
E se al posto dei tre cooperanti italiani - che «per cinque giorni sono stati rinchiusi nelle celle dei servizi di sicurezza afghani senza alcun contatto nemmeno coi legali» - ci fossero stati tre americani?, si chiede Strada. La loro liberazione «sarebbe stata questione di un quarto d’ora»: colpa del governo italiano, è la conclusione. Francia, Germania, Spagna o i Paesi scandinavi si sarebbero mossi «meglio e più in fretta», nonostante il nostro governo «abbia tutti gli strumenti a disposizione per ottenere la loro liberazione immediata».
Gino Strada, che segue la vicenda da Milano, accusa i «pochi mediocri» che in Italia assecondano l’accusa «con insinuazioni e calunnie nel tentativo di screditare Emergency», e lamenta il totale isolamento nel quale si trovano i suoi collaboratori: «I legali non possono incontrarli, i nostri tre cooperanti sono detenuti illegalmente, essendo scaduti i termini del fermi di polizia, e sono di fatto dei desaparesidos, nonostante finora nessuno abbia formalizzato le accuse contro di loro. Il loro sequestro è una vergogna per il nostro Paese».
A Strada fa eco Amnesty, che chiede a Kabul di rispettare «gli obblighi internazionali e garantire i diritti al giusto processo» per gli operatori di Emergency. Ma anche il ministro della Difesa La Russa è polemico con le autorita afghane: «Abbiamo chiesto di accelerare i tempi» e di «garantire almeno una visita al giorno» di un rappresentante dell’ambasciata italiana: «L’Afghanistan ha un debito di riconoscenza nei nostri confronti e non potrà non considerare» quella che, precisa il titolare della Difesa, «non è una cortese richiesta ma una precisa domanda di rispetto».
Mentre il rappresentante delle Nazioni Unite a Kabul, Staffan de Mistura, chiede un’indagine «rapida e accurata» sul caso dei tre cooperanti italiani e auspica che «gli arresti siano frutto di un serio malinteso», «Emergency» prepara la manifestazioni di domani pomeriggio a Roma, spostata da Piazza Navona alla più capiente Piazza San Giovanni.

L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : "  Destra scandalosa. Emergency è un valore per l’Italia"


Margherita Hack

Margherita Hack è molto critica con il governo italiano perchè invece di schierarsi con Gino Strada ha manifestato dei dubbi sull'innocenza di Emergency: " Invece hanno cominciato a dire: speriamo che non sia vero...La Russa si è spinto anche oltre, parlando di infiltrati e robaccia del genere. ". 'Robaccia del genere' l'ha detta pure Gino Strada. Ha ammesso che c'era la possibilità che qualcuno si fosse infiltrato e avesse messo le armi nell'ospedale.
Hack continua e sostiene che l'atteggiamento del governo : "
certo non ha giovato ai nostri connazionali". Finora ad intralciare le indagini e le trattative per il rilascio dei tre italiani sono stati Gino Strada e i suoi seguaci, con le loro tesi complottiste e le accuse al governo afghano di certo non hanno migliorato la situazione dei tre italiani.
Ecco l'intervista:

C’è un solo aggettivo che può qualificare il comportamento del Governo italiano in questa vicenda: vergognoso. Invece di difendere a spada tratta i tre volontari di Emergency chiedendone l’immediato rilascio, i vari Frattini, La Russa hanno cominciato a dire “speriamo che non sia vero”, “guai se fosse vero”, dando credito ad accuse incredibili».
A sostenerlo è una delle più affermate scienziate italiane: Margherita Hack. «Tutti dovrebbero sentirsi orgogliosi per l’impegno dei volontari di Emergency - sottolinea l’astrofisica - invece la destra preferisce seminare dubbi, anche infamanti,ma non c’è da meravigliarsi: da quella parte l’altruismo non è di casa».
Come valuta l’atteggiamento sin qui tenuto dal Governo italiano nella vicenda che vede coinvolti tre operatori italiani di Emergency?
«Scandaloso. Ne provo vergogna da cittadina di questo Paese. Il Governo invece di appoggiare la richiesta di una liberazione immediata dei tre volontari italiani, continua a interrogarsi sulla fondatezza delle accuse rivolte loro. Cosa dirle: è una vergogna. Sin dal primo giorno di questo sequestro, i vari Frattini, La Russa avrebbero dovuto schierarsi, senza se e senza ma, a difesa di Emergency...».
Invece?
«Invece hanno cominciato a dire: speriamo che non sia vero...La Russa si è spinto anche oltre, parlando di infiltrati e robaccia del genere. Un atteggiamento che certo non ha giovato ai nostri connazionali. Ora vedo che hanno corretto un po’ il tiro. Troppo poco, però. Perché i tre operatori italiani e i loro sei colleghi afghani, dei quali sembra non interessare a nessuno, sono ancora prigionieri». C’è chi sostiene che la vera«colpa»degli operatori di Emergency è quella di curare senza chiedere da che parte stanno. i feriti...
«Come è dovere di ogni medico...».
Ma per qualcuno questo sembra essere una pecca e non un dovere...
«È assurdo. Ma quelli che dicono queste fesserie, spinti dal livore verso le posizioni di Emergency, sano che esiste una cosa che si chiama giuramento di Ippocrate”? Un medico ha il dovere, professionale, etico, di curare chiunque ne abbia bisogno senza chiedere o chiedersi chi è, quale fede professa, quale sia il colore della pelle.Equesto discorso vale ancor più in zone di guerra, come è l’Afghanistan».
Gino Strada ha affermato più volte che l’obiettivo è quello di imporre a Emergency di abbandonare l’ospedale di Lashkar-Gah. E questo eliminare testimoni scomodi. Scomodi perché?
«Perché denunciano ciò che vedono. E ciò che vedono, con cui fanno i conti tutti i giorni, sono i disastri di questa guerra. Una guerra che ha portato devastazione e non democrazia. Una guerra che ha causato tantissime vittime civili, molte dei quali donne e bambini. Nell’ospedale di Emergency il 40% dei feriti curati erano bambini, ragazzi. Quelli di Emergency sono scomodi per questo, perché chiamano con il suo vero nome ciò che altri edulcorano, camuffano: in Afghanistan c’è la guerra. E in guerra, come in pace, il dovere di un medico è di salvare vite umane. E poi va detto che la democrazia non si può imporre con le armi. In Afghanistan come in Iraq. Cosa avrebbero dovuto fare i medici di Emergency? Chiudersi la bocca per quieto vivere? Ma di fronte a quello scempio di viteumanela domanda da farsi è perché solo i volontari di Emergency hanno parlato ».
In Italia sulla vicenda di Lashkar-Gah si è imbastita una virulenta polemica politica...
«La destra è riuscita a dare il peggio di sé anche in questa storia che avrebbe dovuto unire invece di essere brandita come una clava per dare addosso ai quei comunisti” di Emergency. Invece di essere orgogliosi dei volontari che rischiano la vita; invece di apprezzare il loro altruismo, una merce” molto difficile da trovare di questi tempi, la destra preferisce seminare dubbi, prendersela con Strada colpevole di parlare di guerra e di forze di occupazione. D’altra parte, l’altruismo a destra è difficile trovarlo».

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