Hamas attacca Israele. Israele risponde. Ma per la maggior parte dei nostri giornali è Gaza ad essere colpita, è a Gaza che vengono feriti dei bambini. Non contano i 35 missili lanciati dalla Striscia nel solo mese di marzo. Riportiamo quali cronache corrette, quella del FOGLIO , dalla STAMPA di Aldo Baquis, dall'OPINIONE di Michael Sfaradi.
Seguono i nostri commenti a Unità, Riformista, Repubblica, Corriere della Sera.
Il Foglio-" Razzi,armi e scelta dei tempi.Hamas si prepara a una nuova guerra"

Sderot. Nelle strade semideserte di Sderot risuona sempre più spesso la voce meccanica che scandisce “tzèvah adòm”, allarme rosso, missili in arrivo da Gaza. Nel mese di marzo sono stati almeno 35 i razzi Qassam caduti qui o nelle altre comunità del sud d’Israele, mentre nella zona si registravano i più sanguinosi combattimenti tra israeliani e palestinesi dai giorni di “Piombo fuso”, l’operazione contro Hamas dell’inverno 2008- 2009. Per gli abitanti della piccola città operaia di Sderot la situazione è relativamente tranquilla, se paragonata con le migliaia di razzi che piovvero per anni prima del conflitto, ma molti temono una nuova guerra. La nuova ondata di attacchi da parte di Hamas coincide con il protrarsi della crisi diplomatica tra Israele e i suoi alleati americani ed europei. Nella notte tra giovedì e venerdì l’aviazione israeliana, rispondendo all’ultimo lancio di razzi, ha bombardato senza fare vittime presunte fabbriche di armi in tutta la Striscia. La settimana scorsa, due soldati israeliani sono rimasti uccisi in un conflitto a fuoco: l’attacco ha rappresentato una svolta: gli uomini di Hamas sono scesi nelle strade a festeggiare e il movimento, per la prima volta da “Piombo fuso”, ha rivendicato l’azione. Sorpreso anche il ministro della Difesa, Ehud Barak: “Eravamo abituati a veder sparare piccoli gruppuscoli mentre Hamas cercava di calmare le cose. Ora forse stanno allentando il controllo, e se ciò fosse vero ci saranno conseguenze anche per Hamas”, ha ammonito. Ma il governo israeliano sa di non avere le mani completamente libere: un conflitto a Gaza sarebbe un altro colpo per le traballanti relazioni dello stato ebraico con Stati Uniti ed Europa. Hamas si prepara: giovedì, la polizia egiziana ha annunciato di aver intercettato nel Sinai decine di missili terraaria e anticarro destinati ad armare Gaza .
L'Opinione- Michael Sfaradi: " L'obiettivo di Israele "

Tre bambini palestinesi sono rimasti lievemente feriti da schegge di vetro delle loro finestre durante i bombardamenti israeliani su Gaza.
I raid, risposta all
’uccisione di due soldati israeliani venerdì scorso, erano stati preannunciati dal lancio volantini che avvertivano la popolazione e arrivano dopo i ripetuti lanci di razzi dalla Striscia verso il sud di Israele.
Gli obiettivi degli aerei con la stella di David, sono state due officine dove erano fabbricati missili Kassam e le entrate di diversi tunnel sotterranei che uniscono il Sinai egiziano con la striscia di Gaza.
C
’è da chiedersi come mai dei bambini siano tenuti nelle vicinanze di zone sensibili che possono essere colpite in ogni momento o, come in questo caso, si possa permettere loro di affacciarsi alle finestre per vedere quello che sta succedendo in strada. Le ferite, infatti, sono state causate proprio dai vetri delle finestre della loro casa.
Proprio il lancio dei missili Kassam è stato l
’argomento della telefonata intercorsa fra il primo ministro russo Putin e Meshal, uno dei capi di Hamas a Damasco.
Putin ha detto a chiare lettere che il lancio indiscriminato di queste armi verso il territorio israeliano deve cessare immediatamente, perché va contro sia agli interessi del popolo palestinese e a quelli della pace.
È probabile che questo nuovo atteggiamento da parte di Mosca sia dovuto ai recenti accordi con Gerusalemme in materia di antiterrorismo.
La Russia, dopo l
’ondata di attacchi terroristici di matrice islamica che sono riusciti a colpire nel cuore della sua capitale ed esattamente come fece l’India all’indomani degli attacchi di Bombay, si è rivolta ad Israele per ottenere consigli, addestramento e tecnologia antiterrorismo.
Il governo russo ha stanziato un budget di circa 1 miliardo e mezzo di dollari in tre anni da impiegare in questo campo e Israele, suo malgrado all
’avanguardia nel settore della sicurezza, è il primo e più affidabile fornitore di consigli e tecnologia.
Sono oltre 350 le aziende private del settore specializzate in ogni sua variante; scorte di uomini o di materiali, raccolta di informazioni e apparati tecnologici per l
’individuazione di ordigni o sostanze esplosive in tempo reale.
Trattandosi di un settore estremamente delicato e sottoposto a vari livelli di segretezza la commercializzazione di dati e apparecchiature, fino ad oggi, è sempre stata coordinata con le autorità statunitensi. Questa volta, invece, le trattative e gli accordi sono stati estremamente veloci e le aziende hanno ricevuto il nulla osta alla collaborazione con le autorità russe senza che il governo di Gerusalemme si consultasse con Washington in maniera preventiva.
Questa mossa, che di fatto è una nuova “dichiarazione di indipendenza” dal sempre meno affidabile alleato americano, da una parte fa capire ancora di più quanto possa essere profondo lo strappo in corso fra Washington e Gerusalemme, dall’altro mette in luce la vitalità dello Stato ebraico e l’interesse che hanno le altre potenze mondiali a stringere alleanze che prima dell’era Obama erano impensabili.
La Stampa- Aldo Baquis: " Israele bombarda Gaza: basta con i razzi "

Una fitta serie di incidenti ai margini della Striscia di Gaza desta in questi giorni crescente allarme in ambienti diplomatici, dove si teme un nuovo confronto armato fra Israele e le milizie di Hamas. Viva inquietudine ed appelli alla calma sono stati espressi ieri dai ministeri degli Esteri di Londra e Parigi mentre da Mosca il capo della diplomazia Serghey Lavrov ha esaminato la situazione, al telefono, con il leader politico di Hamas Khaled Meshal, che si trova a Damasco.
La spirale di violenze ha incluso in questi giorni diversi scontri armati lungo le linee di demarcazione, ripetuti lanci di razzi palestinesi verso città israeliane nel Neghev e raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Nella nottata di giovedì, ha riferito un portavoce militare israeliano, nella zona di Gaza sono stati colpiti quattro obiettivi in cui si producevano o si custodivano armi. «Una reazione misurata» al precedente lancio di razzi verso il Neghev, ha commentato la televisione israeliana. A Gaza si replica che Israele ha colpito sette diversi obiettivi, fra cui una fabbrica di latticini, una stazione di polizia e un edificio utilizzato dalla televisione al-Aqsa di Hamas. Tre bambini di età compresa fra uno e 14 anni anni sono stati feriti da schegge nel rione di Sabra.
Secondo Ismail Haniyeh, capo dell’esecutivo di Hamas, i palestinesi devono adesso far fronte ad una «offensiva israeliana, che va fermata, in primo luogo mediante l’intervento della comunità internazionale». Haniyeh - che a Gaza deve vedersela anche con gruppi armati filo-iraniani (come la Jihad islamica) o filo Al Qaeda - cerca in questa fase di imporre a tutti il «modus operandi» elaborato da Hamas. Da un lato la retorica di Hamas insiste sulla lotta armata ad oltranza contro Israele, ma dall’altro predica la necessità di una visione politica più generale e teme una nuova destabilizzazione militare. Fra le righe, Hamas non approva i lanci di Qassam verso il territorio israeliano, mentre trova legittime le imboscate armate alla pattuglie di confine.
La circospezione di Hamas è legata anche al costante tentativo da tre anni a questa parte di garantire una legittimità internazionale al regime costituito a Gaza. Proprio ieri si è appreso di incontri avvenuti a Zurigo la scorsa estate fra due esponenti di Hamas (Mahmud a-Zahar e Osama Hamdan) con due ex diplomatici statunitensi: Thomas Pickering (un tempo ambasciatore Usa in Israele) e Robert Malley. Incontri ufficiosi, è stato precisato. Eppure Hamas spera che da essi possano sbocciare sviluppi concreti con la amministrazione Obama.
Nella presidenza di Barack Obama conta molto, peraltro, anche il premier palestinese Salam Fayad che in una intervista a Haaretz ha espresso fiducia che lo Stato palestinese indipendente, con Gerusalemme est per capitale, sarà proclamato nel 2011. «Non sarà uno Stato “Mickey Mouse”, non uno Stato a brandelli», ha promesso, bensì uno Stato dotato di continuità territoriale. E la scissione di Gaza, ha chiesto Haaretz, come sarà risolta? Come farà l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen ad imporre il suo volere ai ribelli di Hamas? Fayad ha ostentato ottimismo, ma non è voluto entrare in dettagli.
L'Unità-Umberto De Giovannangeli: " Ecco la rappresaglia promessa, 7 raid nottirni contro Gaza "

Tutto il pezzo è un insieme di falsità. Non è una rappresaglia, non è vero che Hamas, come scrive Udg, cerca una linea comune con le altre (sic !)organizzazioni palestinesi. Udg scrive poi che la reponsabilità del lancio dei missili contro Israele non è di Hamas ma dell'Anp, dando credito alla versione Hamas. Che i razzi cadano su Ashqelon, il lettore lo viene a sapere solo se lagge l'articolo fino alle ultime righe.
Il Riformista-Anna Momigliano: " Raid israeliani, alba di guerra nella striscia "

Anche Anna Momigliano dà credito alla tesi della rappresaglia, dando per scontato che il governo israeliano stia ipotizzando una vasta operazione militare. Presenta poi Hamas come probabile estraneo al lancio dei missili. Mancano del tutto le ragioni di Israele.
La Repubblica-" Raid su Gaza, tre feriti. L'America: No violenza"

Poche righe in una breve a pag.13, nella quale il titolo, con la frase " L'America, no violenza " scritto dopo " Raid su Gaza" spinge il lettore a vedere in quelle parole una presa di posizionedi condanna verso Israele.
Corriere della Sera- "Tornano le bombe, feriti tre bambini. Sette raid a Gaza"

Una breve a pag.25, dove il titolo richiama l'attenzione solo su Israele. Il giudizio del lettore non può che essere di condanna, non avendo possibilità di conoscere il motivo dell'azione militare israeliana.
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