Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Se Israele osa accennare a un’identità ebraica, è razzismo 24/03/2010
" Se Israele osa accennare a un’identità ebraica, è razzismo "
Una standing ovation per Benjamin Netanyahu. Con la stessa dignità con cui Menachem Begin nel 1981 respinse le “punizioni” americane, il Primo ministro israeliano ha rivendicato i diritti di Israele e ha bollato come irrazionali e irricevibili le pregiudiziali al dialogo poste dai palestinesi.
È semplicemente inaudito che Israele sia l’unico paese al mondo che non ha il diritto di rivendicare dei luoghi sacri e dei luoghi di memoria storica. I musulmani hanno ormai costellato il mondo di luoghi sacri irrinunciabili. Gerusalemme per loro è soltanto Al-Quds “la Santa”, in cui non vi è mai stata traccia di presenza ebraica. L’islam si arroga il diritto di impedire la costruzione di qualsiasi luogo sacro di altre religioni nelle proprie nazioni a “identità musulmana” e pretende di costruirne in qualsiasi altro paese. Ma se Israele osa accennare a un’identità ebraica, è razzismo.
Obama è andato al Cairo a declamare le virtù dell’islam, a spiegare quanto di grande esso ha dato al mondo e a difendere i suoi diritti inalienabili. Siamo in attesa che spieghi cosa ha dato l’ebraismo al mondo e quali diritti storici ne derivino. Frattanto Netanyahu ha fatto più che bene a rammentarglielo.