Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
I criminali "interessanti" che piacciono a Sergio Romano 01/03/2010
Pubblichiamo due e-mail inviate a Sergio Romano:
Alle corrette osservazioni del signor Cohen lei risponde spostando il problema; anziché parlare delle condizioni di detenzione in cui è tenuto Gilad Shalit e delle difficoltà della trattativa per arrivare alla sua liberazione, scrive unicamente: "per completezza occorrerà ricordare ai lettori che nelle carceri israeliane vi sono circa 11000 palestinesi: un numero che fa pensare a prigionieri di guerra piuttosto che a criminali comuni". Per "completezza occorrerà ricordare ai lettori" anche che Israele è uno Stato di diritto dove: - la Corte Suprema ha un potere superiore a tutti gli altri Poteri, compreso Parlamento, Governo ed Esercito, ed è talmente corretta e imparziale che sia gli arabi israeliani che i palestinesi non esitano a farvi ricorso spesso con esito a loro favorevole - quando ritengono di avere subito un torto. - tutti i prigionieri godono di tutte le garanzie internazionalmente previste; Marwan Barghouti, citato dal signor Cohen, può perfino rilasciare interviste, mentre Gilad Shalit non ha mai potuto essere visitato neppure dalla Croce Rossa Internazionale. - è del tutto normale che uno Stato cerchi di acciuffare coloro che commettono crimini (comuni o causati dalla realtà della guerra) sul suo territorio; nelle carceri israeliane sono detenuti sia arabi condannati per crimini contro la popolazione israeliana, sia ebrei, tra i quali alcuni condannati per delitti contro la popolazione araba: se sono più numerosi i primi dei secondi è solo perché i loro crimini sono più numerosi. Ma tutti i colpevoli, quando è possibile individuarli, scontano una giusta pena. Se lo Stato di Israele viene da lei attaccato anche quando condanna e detiene in prigione i colpevoli di atti criminali, la spiegazione da trarre è solo questa: per lei lo Stato di Israele deve interrompere qualsiasi azione di autodifesa; come ha scritto in un recente passato, non bisogna neppure che gli stati amici si preoccupino di difenderlo; la conseguenza è quindi che bisogna permettere ai nemici arabi di eliminarlo dalla faccia della terra. Lo dichiarano in tanti, non solo Hamas, Hezbollah ed Ahmadinejad, ed evidentemente lo pensa anche lei. Emanuel Segre Amar
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Gentile Dr. Romano, ho una domanda da porle in aggiunta alle due precise osservazioni del lettore Franco Cohen che lei ha avuto la correttezza di pubblicare. Che cosa intende lei riferendosi a Marwan Barghouti come “uno dei più interessanti leader della resistenza palestinese”, cioè il fondatore e capo dei terroristi Tanzim che durante la cosiddetta seconda Intifada ha organizzato la stragi e mutilazioni di civili israeliani (per lo più ragazzi, bambini ed anziani, in discoteche, bar e ristoranti, università, alberghi e centri commerciali, orgogliosamente rivendicati durante i processi e per cui è stato condannato a cinque ergastoli? Cordialmente, Danielle Sussmann