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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Giornale - Il Foglio Rassegna Stampa
24.02.2010 Difendersi dagli aggressori
E' ciò che fa Israele. Analisi di Fiamma Nirenstein, redazione del Foglio

Testata:Il Giornale - Il Foglio
Autore: Fiamma Nirenstein - La redazione del Foglio
Titolo: «Gerusalemme si difende dall'asse Iran-Hamas - Non volevate l’intelligence al lavoro?»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 24/02/2010, a pag. 16, l'analisi di Fiamma Nirenstein dal titolo "Gerusalemme si difende dall'asse Iran-Hamas  ". Dal FOGLIO  a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Non volevate l’intelligence al lavoro? ". Ecco i pezzi:

Il GIORNALE - Fiamma Nirenstein : " Gerusalemme si difende dall'asse Iran-Hamas "


Fiamma Nirenstein

La logica deve essere un'opinione al Quai d'Orsay, se il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ha trovato consequenziale legare la morte cli un terrorista come Mahmoud Al Mabhouh alla necessità assoluta della nascita di uno Stato palestinese, e in tempi brevi. In generale, è davvero debilitante politicamente e intellettualmente che dall'assassinio mirato di Dubai l'Europa abbia ricavato una nuova spinta pacifista, per cui ilministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos e Kouchner, con un articolo comune, ma senza l'approvazione di Nicolas Sarkozy ch eha parlato di soluzioni negoziate, spingono a forza una soluzione tutta europea per uno Stato palestinese entro 18 mesi. Non è certo un caso che in parallelo con questo giuramento di Pontida, l'Unione abbia formulato lunedì la sua condanna per«gli assassini del comandante a Dubai che... hanno usato falsi passaporti degli Stati europei» Senza specificare chi è stato. Ma la condanna a lsraele dà forza a una nuova pressione a cedere ai palestinesi senza trattative e quindi senza che prendano le loro responsabilità. Il nuovo assassinio mirato non spinge affatto a chiedersi come mai Mabhouh facesse di mestiere il collettore di missili per Hamas, ma solo se lo Stato palestinese sia un'urgenza inderogabile. Se poi le sgridature provengono dall'inghilterra (Gordon Brown avrà le elezioni alla fine dell'anno, contre milioni di votanti musulmani), dalla Francia e dall'Irlanda dove gli episodi di antisemitismo hanno avuto un'impennata legata alla guerra di Gaza, allora è anche facile leggervi una ricerca di popolarità a casa propria. E poi, è bello esere virtuosi sulla pelle degli altri, ed è anche, ormai, - un'abitudine. Quando Israele ha attaccato i terroristi di Hamas ed è incappato, purtroppo, nei loro scudi umani, è stato accusato di aver colpito indiscriminatamente. Quando ha attaccato in maniera invece molto specifica Mabhouh, è di nuovo accusato. Ma allora che cosa deve fare Israele? Assorbire i colpi del terrorismo con un invitante sorriso al prossimo missile, alla prossima strage, al prossimo allentato? Mabhouh era un personaggio dalle gesta certificate: aveva assassinato dopo averli rapiti due soldati israelianiinlicenza, ma quelle sono attività collaterali, anche se il figlio al funerale si è moltovantato cheilpadreabbiaucciso isuoi ebrei. La sua attività principale consisteva nell'essere l'uomo che teneva i rapporti fra Hamas e Hezbollah e soprattutto dell'Iran. Curava cioè la maggiore fonte di armi per l'associazione terroristica al potere a Gaza. Dal lavoro di Mabhouh il Medio Oriente intero guadagnava un'imminente, continua possibilità di guerra: Hamas aveva grazie a lui acquisito la capacità di minacciare lo Stato ebraico fino a Tel Aviv. Se i suoi missili (iraniani) a lunga gittata fossero stati usati, la regione avrebbe certo preso fuoco. Molti lo odiavano anche nei Paesi arabimoderati, specie sunniti, minacciati dalla volontà espansionistica iraniana. Molti anche fra i palestinesi lo consideravano un nemico, non soltanto all'interno di Fatah, ma anche dentro Hamas, da dove infatti la polizia di Dubai sostiene che chi lo ha ucciso abbia ricevuto le informazioni logistiche. Della morte di Mabhouh ci si può dispiacere per la sua famiglia, senza ignorare per che essa può aver evitato grandi guai strategici forse anche imminenti. ll capo del Mossad, Meir Dagan, se è stato lui, non ha stabilito i tempi a caso. E checché se ne possa di- re, è riuscito nel suo scopo: ha fatto fuggire tutti gli uomini, e le famose foto mostrano volti che chissà cosa sono oggi, e a chi somigliano. ll premier israeliano Benjamin Netanyahu non è affatto scontento di un risultato che, come perl'assassinio del leader di Hezbollah, Imad Mughnyeh, porterà lunghe conseguenze alla strategia iraniana che stringe Israele nellarete armata del Partito di Dio, Hamas, Siria. Ma data la reazione dell'Ue, se per un momento supponiamo che davvero sia stato il Mossad ad agire nonostante là smentita di lunedi a Bruxelles delministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, è valsa la pena a lsraele di sfidare le ire europee? Forse sì. intanto, l'unione non perde occasione per dare addosso allo Stato ebraico: stavolta anzi qualcuno ha fatto sapere che se non fosse stato per Dubai, che ha minacciato dipenalizzare i passaporti europei, avrebbe forse taciuto. E soprattutto, se guardiamo un po' più a largo raggio vediamo che negli ultimi mesi una precisa strategia guidale azioni della guerra segreta: dopo l'uccisione di Mughnyeh da distruzione della struttura nucleare siriana, a dicembre un autobus di turisti carico di ufficiali iraniani e membri di Hamas esplode a Damasco; poche settimane ddpo, ecco un attacco a un incontro fra Hamas e Hezbollah a Beirut. Tutto punta all'alleanza che minaccia la vita di Israele: quella fra Iran Hezbollah e Hamas. E una guerra senza divise, ma lo è a tutti gli effetti, e Mabhouh era un generale, con un ruolo militare. Infine: i passaporti. Mi piacerebbe tanto sapere se i servizi segreti di sua Maestà britannica girano il mondo in missione mostrando alle dogane i loro propri passaporti. Mi sembra davvero difficile.
www.fiammanirenstein.com

Il FOGLIO - " Non volevate l'intelligence al lavoro?"

Quattro governi europei hanno chiesto spiegazioni per l’omicidio di Mahmoud al Mabhouh, il terrorista di Hamas assassinato alla fine di gennaio all’Hotel Rotana di Dubai. Al- Mabhouh era il comandante delle brigate Izz ad Din al Qassam: in vita, è stato l’autore di attentati clamorosi a Gerusalemme e nella Striscia di Gaza, compresa l’uccisione di due soldati israeliani, Avi Sasportas and Ilan Saadon, rapiti e giustiziati nel 1989. Negli ultimi anni, era diventato l’ufficiale di liaison fra i soldati di Hamas e il governo iraniano, che rifornisce di armi le milizie più pericolose del medio oriente, dal Libano allo Yemen passando per la Palestina. Il copione della morte non è meno interessante. Secondo le ricostruzioni, l’omicidio è stato eseguito da una squadra esperta composta da undici persone che potevano contare su passaporti contraffatti, informazioni riservate e coperture internazionali. Hanno intercettato al Mabhouh all’aeroporto di Damasco e lo hanno seguito sino a Dubai, mostrando documenti falsi di persone che esistono davvero, cittadini inglesi, tedeschi e irlandesi che, in quel momento, erano lontani migliaia di chilometri. Hanno raggiunto il terrorista, hanno studiato i suoi movimenti, lo hanno ucciso: una piccola, tremenda micro guerra mediorientale tra i muri di una stanza d’albergo. Quando la polizia di Dubai si è accorta che al Mabhouh non era morto per cause naturali, il commando era già svanito nel nulla. Gli analisti dicono che è un’operazione di intelligence senza sbavature. Per questo, i primi sospetti sono caduti sul Mossad, il servizio segreto israeliano. Il governo di Gerusalemme, com’è nel suo stile, non ha confermato né smentito eventuali responsabilità. Nei giorni scorsi, i ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno condannato con durezza l’omicidio di al Mabhouh. Il segretario britannico, David Miliband, ha espresso il proprio disappunto durante un incontro di stato con il collega israeliano, Avigdor Lieberman, e i governi di Germania, Francia e Irlanda sono sulla stessa linea, così come il commissario europeo per gli Affari esteri, Catherine Ashton. Con questo atteggiamento, i ministri europei svelano gli equivoci di fondo della loro personale idea di lotta al terrorismo. Quando si tratta di affrontare una guerra lunga e sanguinosa come quella contro Saddam o al Qaida in Iraq e in Afghanistan, invocano il lavoro di intelligence; quando l’intelligence lavora, esigono scuse e giustificazioni scenografiche.

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