Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Sicurezza negli aeroporti: l'Italia a lezione dal Mossad Cronaca di Piero Messina
Testata: L'Espresso Data: 15 febbraio 2010 Pagina: 43 Autore: Piero Messina Titolo: «Il Mossad ci dà una mano»
Riportiamo dall'ESPRESSO n°7 del 12/02/2010, a pag. 43, l'articolo di Piero Messina dal titolo " Il Mossad ci dà una mano ".
«Negli aeroporti la vera sicurezza si raggiunge soltanto con la prevenzione. Da quando è scattata l’emergenza internazionale per il rischio attentati, e sono passati quasi dieci anni, la nostra intelligence ha sempre fornito delle note informative molto accurate». Parola di Vito Riggio, presidente dell’Enac e a capo del comitato interministeriale per la sicurezza. «Negli aeroporti italiani si effettuano esercitazioni a sorpresa», spiega Riggio, «per verificare la preparazione tecnica del personale addetto alla sicurezza. L’obiettivo è semplice: si cerca di passare i controlli con finti panetti di esplosivo, liquidi o armi giocattolo». Il presidente di Enac sottolinea come le procedure di questi spy game siano raccomandati dalla Commissione europea e coordinati dai servizi segreti italiani, con il contributo metodologico dei veri specialistici del settore: l’MI6 e il Mossad. Giochi terribilmente seri: «A Palermo, ma anche in altri aeroporti, sono stati licenziati dei dipendenti che avevano lasciato passare materiali proibiti. Il fatto che gran parte dei compiti operativi sia affidato a polizie private non ci preoccupa», sostiene Riggio, «prima di tutto perché ci sono delle regole da rispettare, dei protocolli concordati dal comitato di sicurezza la cui esecuzione spetta alle forze di polizia sul territorio. Poi, quando si parla di sicurezza negli scali i criteri di selezione sono durissimi. Le agenzie private devono essere certificate. Ma anche ciascuno dei loro addetti deve essere testato e certificato. Quando vengono esaminati, di solito ne passa uno su 20. È personale molto preparato». Il caso Fiumicino sembra non turbare la serenità del presidente Enac. «Sereno non è il termine giusto. Diciamo che siamo “certificati”. Ogni sei mesi le procedure di sicurezza vengono verificate dagli organismi internazionali come l’Icao. Ovviamente ci si concentra sui grandi aeroporti internazionali. Si opera a campione. Poche settimane fa è toccato proprio all’aeroporto di Fiumicino: non c’è stato alcun rilievo significativo».
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