Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Caro Volli, Nel Suo ultimo intervento Lei scrive: "Come quei convertiti ebrei di oggi, che appoggiano le giuste rivendicazioni del popolo palestinese e criticano le atrocità dell'esercito israeliano". Siccome sono figlio di madre ebrea, anche se convertita, e anch'io sono cristiano pur essendo genealogicamente ebreo, ritengo di far valere le mie ragioni. Checché ne pensi la Chiesa o la Sinagoga, io mi sento sempre ebreo. Semel Habraeus semper Hebraeus. Anche se nel caso mio potrei essere ebreo-cristiano, questione che lascia la Chiesa indifferente. Infatti nel suo viaggio in Israele non consta che Benedetto XVI, non dico li abbia visitati, ma neppure ha rivolto un saluto. Perciò mi sembra ingiusta quella Sua generalizzazione "quei convertiti ebrei di oggi", anziché "alcuni di quei, ecc." Infatti da dove ricava che tutti convertiti sono filo-palestinesi? Da dati documentati, da statistiche o da cosa altro? Siccome ho studiato a Venezia qualcosa di islamistica, so bene come si comportano o si sono comportate nel passato. La ringrazio per la Sua cortese attenzione e La saluto con stima. Dario Bazec P.S.: Ho trovato in Internet il sito degli ebreo-cristiani in Israele. Quando avrò un po' di tempo vedrò cosa scrivono.
risponde Ugo Volli:
Le devo chiedere scusa. Io non intendevo affatto discutere le scelte religiose degli individui, e magari quelle dei loro genitori. Sarebbe del tutto lontano da ogni pensiero liberale. Rispetto ogni tragitto religioso. Avrei dovuto mettere "convertiti" fra virgolette, perché intendevo dire che c'è chi oggi accetta le tesi politiche dei nemici di Israele e magari le promuove e le elabora per sottrarsi alla pressione dell'antisemitismo attuale, che in buona parte ha la forma dell'antisionismo. Insomma volevo dire che i vari Goldstone, Chomski, Klein, Morin ecc., nemici di Israele che magari sono giuridicamente ebrei (facilmente atei in materia religiosa, ma magari anche ultraortodossi come i Naturei Karta) sono l'equivalente di quei convertiti religiosi medievali che guidavano le persecuzioni contro i loro ex fratelli, i roghi del talmud e così via, per evitare di subirle loro. Mi scuso sinceramente se l'ho offesa, non intendevo assolutamente farlo. u.v.