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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.02.2010 La parola 'sanzioni' rieccheggia in Europa, basta che non sia un'eco
La cronaca di Luigi Offeddu

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 febbraio 2010
Pagina: 21
Autore: Luigi Offeddu
Titolo: «L'UE prepara le sanzioni economiche»

" L'UE prepara le sanzioni economiche ", titola il CORRIERE della SERA di oggi, 13/02/2010, a pag.21, nel servizio di Luigi Offeddu.  Il quale scrive che la parola "sanzioni" rieccheggia sempre più forte in tutte le cancellerie d'Europa. Speriamo non sia solo un'eco.
Ecco l'articolo:

BRUXELLES — Più di tutti, e interpretando il pensiero di tutti, ha forse parlato chiaro l’Austria, cioè il suo ministro degli Esteri Michael Spindelegger: «L’Iran deve capirlo, ha consumato la pazienza della comunità internazionale». E infatti, la parola «sanzioni» riecheggia sempre più forte in tutte le cancellerie dell’Occidente. Con una possibile scadenza già fissata per il via alle misure economiche contro Teheran: fine febbraio, inizio marzo. E con l’Europa che fa da apripista nello scegliere il linguaggio più netto, o più duro. Se n’è parlato l’altro ieri a Bruxelles, al vertice della Ue, fuori dai colloqui ufficiali. Era l’occasione giusta perché riuniva faccia a faccia i protagonisti della politica continentale: da Catherine Ashton, neo ministro degli Esteri della Ue, a Nicolas Sarkozy, ad Angela Merkel. Il risultato è quello che prima fonti svedesi, e poi il ministro finlandese degli Esteri Alexander Stubb, così sintetizzano: «Nel giro di giorni o settimane», la Ue potrebbe decretare «sanzioni molto dure» verso Teheran.

Una previsione che raccoglie il monito di Barack Obama («Stiamo preparando un significativo regime di sanzioni»), o l’annuncio del premier britannico Gordon Brown («Il mondo è pronto a colpire l’Iran con nuove sanzioni»). O ancora, il giudizio del ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini, secondo cui «è tempo di sanzioni effettive e condivise che non abbiano l’effetto di strangolare il popolo iraniano».


Lady Ashton (Ue) con G.Westerwelle (D)

Su questa stessa linea, è la Francia che in Europa guida la volata, e per un motivo molto pratico: toccherà a lei la presidenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu che presto dovrà discutere a New York la risoluzione sulle sanzioni. Parigi sta già lavorando a una «quarta risoluzione», dopo le tre già presentate in passato. Come ha ricordato il ministro degli Esteri Bernard Kouchner, sarà decisiva «l’intesa dei 5 membri permanenti e una maggioranza al Consiglio di sicurezza. Noi lavoriamo con i cinesi, i russi, gli americani, gli inglesi e un certo numero di Paesi che sono relativamente vicini, a volte pieni di ammirazione verso Ahmadinejad». Kouchner ha citato anche il Brasile e il Libano. «Occorre convincere questa gente, la Cina sicuramente». Ma sarà proprio la Cina l’interlocutore più difficile al Palazzo di Vetro. Per ragioni strategiche, ma anche di portafoglio: il suo interscambio con l’Iran sfiora i 30 miliardi di dollari. E forse, una parte di questi fondi sono serviti a finanziare le ultime novità tecnologiche adottate dagli ayatollah: per esempio i segnali di disturbo via satellite, che nei giorni della protesta hanno semi zittito le radio occidentali come la Bbc o la Voice of America.

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lettere@corriere.it

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