Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Qualche volta l'idea che se si fa l'amore non si fa la guerra funziona 12/02/2010
Qualche volta l'idea che se si fa l'amore non si fa la guerra funziona
Rafiq Husseini
Cari amici, non vorrei scandalizzarvi. Lo so bene che nel nostro paese frugare fra le lenzuola dei potenti è diventato un segno di giornalismo investigativo di qualità e magari anche di esercizio intemerato della giustizia: le escort di qua, le trans di là, la segretaria di quel sindaco, la fisioterapista di quell'alto funzionario, la stagista di quel presidente, l'ammiratrice napoletana di quell'altro... Ecco, io non sono d'accordo. Penso che se non ci sono di mezzo reati, corruzione violenza molestie peculato, quel che fanno in camera da letto e dintorni i politici, come tutti gli altri cittadini, debbano restare fatti loro. Di più, vi confesso una certa antipatia per i frugamutande, i fotografi in agguato, i giornalisti specializzati, i moralisti così attenti alla "dignità" delle istituzioni o i soloni che condannano a voce alta il fatto che il loro nemico politico si sia reso ricattabile, proprio mentre stanno con ciò esercitando il loro virtuoso ricatto ai suoi danni. Vi dico questo perché voglio dichiarare la mia simpatia ( del tutto a-politica) per quel "Rafik Husseini, uno stretto collaboratore del presidente [dell'autorità palestinese], ripreso nudo in un appartamento di Gerusalemme Est mentre fa sesso con una segretaria" da due avversari politici e capi dei servizi segreti dell'AP, di cui raccontava ieri il "Corriere". Concordo con il commento aggiunto da IC al pezzo, sulla rassegna di ieri: gli scandali sono ben altri, per esempio l'uso che i potenti palestinesi fanno degli aiuti umanitari, per rubarli e metterli sui loro conti in banca, come faceva Arafat e continuano a fare dalle parti di Ramallah, o per comprare delle armi per ammazzare gli israeliani, come faceva Arafat e continuano a fare a Gaza. Ma c'è una piccola chiosa in più che vorrei aggiungere. Magari è un segno della mia generazione, non so: quand'ero ragazzo si diceva "fate l'amore non fate la guerra". Non sempre è vero, per esempio c'è tutta una propaganda decisamente disgustosa da parte palestinese per cui la loro arma migliore è l'utero delle donne, cioè l'esplosione demografica. E qualche volta la guerra bisogna farla, forse proprio le guerre per difendere l'Occidente che non piacevano agli hippies degli anni Sessanta – ma questo è un altro discorso. Ma qualche volta l'idea che se si fa l'amore non si fa la guerra funziona. Per esempio che uno "stretto collaboratore" del presidente palestinese, invece di organizzare attentati suicidi o campagne internazionali contro gli ebrei, invece di ispezionare i burka delle donne perché siano ben chiusi come fa Hamas, vada a fare sesso con la segretaria, e che vada a farlo in una zona "occupata" da Israele, incurante delle manifestazioni e della richiesta del blocco delle costruzioni, ma molto attento alle grazie della sua partner irregolare – ecco, questo mi sembra un buon segno. Sperando che la segretaria si sia divertita anche lei...