sabato 20 dicembre 2025
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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Da un prete cattolico che ha capito tutto 03/02/2010

Sono un giovane prete cattolico, grande ammiratore di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Credo che la proposta di Berlusconi sull'ingresso di Israele in Europa sia la logica conseguenza del riconoscimento delle radici giudaico-cristiane dell'Europa. Quando un italiano visita Israele si sente a casa! Lì respira libertà e democrazia.

Purtroppo molti cattolici in pellegrinaggio in Terra Santa ( o Israele come preferite) sono condizionati nel loro giudizio sul Paese dalle guide palestinesi che non risparmiano giudizi sprezzanti sugli israeliani.

Sarebbe forse opportuno un maggior interesse da parte di Israele verso il turismo religioso cattolico. Potrà sembrarvi eccessivo ma sono convinto che il giudizio filo-palestinese di molti cattolici non dipenda dalle scelte politiche di questo o quell'orientamente politico ma dal passaparola che nasce in parrocchia dopo un pellegrinaggio in Terra Santa.

Complimenti per il bellissimo sito.

Cordiali saluti, don Edmondo 

Caro Amico, grazie per le sue parole, lei non sa quanto ci faccia piacere trovare un sacerdote che ha le idee chiare sulla propaganda contro Israele  che indottrina le menti dei "pellegrini" che hanno la sventura di affidarsi  alle "oopere diocesane" o ai francescani per recarsi in Israele. Anzi, in "Terrasanta", visto che Israele quasi non lo vedono. Il problema delle guide palestinesi, sull'uso delle quali il governo israeliano non è mai voluto intervenire "pro bono pacis", dà i risultati che lei ha descritto molto bene. Qualcuno dirà, come per altri casi, che sono affari interni della Chiesa, mentre non è vero, quella propaganda diffama Israele, non la esclude soltanto, il che sarebbe già grave.
Vorremmo chiederle di far sentire la sua voce, ma ci rendiamo anche conto delle difficoltà che potrtebbe incontrare. Conosciamo, ed apprezziamo, diversi sacerdoti cattoloci che si trovano in Israele per studio o per servizio che la pensano come lei, ma che sanno anche bene i rischi che correrebbero se esprimessero le loro opinioni a voce alta. Come minimo il rimpatrio immediato. La voce del Vaticano è tuttora ostile allo Stato ebraico, questa è la realta.
Un saluto cordiale e molta simpatia,
IC redazione


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